Ritrovamenti: spazio a “E ruberò per te la luna” dei Negramaro

Ritrovamenti

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Marco Zollo

Benvenuti a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non avendo rappresentato a livello promozionale un progetto discografico, hanno continuato a vivere nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Marco Zollo ci guiderà in un viaggio attraverso melodie e testi mai dimenticati, ma che meritano di essere riscoperti. ruberò luna Negramaro

Queste perle musicali, raccontano spesso storie profonde e universali, e rappresentano sfaccettature meno conosciute degli artisti di riferimento, al punto da vivere una vita propria. In ogni puntata scopriremo insieme un pezzo del passato che, per qualche motivo, ha saputo sfidare il tempo e trovare una sua dimensione nel presente.

Ritrovamenti: spazio a “E ruberò per te la luna” dei Negramaro

Altro salto all’indietro. Per questa settimana vi farei riscoprire “E ruberò per te la luna”, un brano di pop-rock alla buona maniera. Vi fidate? OK. È stato inserito nel secondo album di svolta dei Negramaro, intitolato “La finestra”, che a citare i singoli estratti da qui verrebbe la febbre all’istante; in sequenza di uscita: “Parlami d’amore”, “L’immenso”, “Cade la pioggia” con Jovanotti, “Via le mani dagli occhi” e “Un passo indietro”. Un trionfo di vendite incredibile. Correva l’anno 2007, discograficamente un’era fa.

Rispettivamente autore e produttore artistico di “E ruberò per te la luna” Giuliano Sangiorgi, come in sostanza tutti i brani del gruppo salentino, e Corrado Rustici, che grazie alla sua visione e a quella di Caterina Caselli e Filippo Sugar come produttori esecutivi, ha contribuito fattivamente al successo commerciale e all’ottimo riscontro di critica della band.

“Che mi fingevo a volte luna, e rubavo il buio e la paura a te, che non trovi più qui dentro te la bianca immagine di me”. In questo stralcio si può percepire da subito la disperazione di un uomo che cerca di rimettere le cose a posto in una relazione, la sua, che è ormai sulla via del tramonto. Ma non c’è voglia di arrendersi, c’è solo voglia di crederci, di supportarsi e di lottare, anche se poi lottare in amore non è sempre vincente. Perché i sentimenti non sono una battaglia da vincere ma sensazioni incontrollabili, passioni senza logica. E quello che possiamo sapere è che in più parti del testo si dice di un passato turbolento.

Si parla di guai che avrebbero combinato i nostri protagonisti, senza chiarire quali. Tradimenti? Problemi con la giustizia? Dipendenze da stupefacenti? Non lo sapremo mai, ed è giusto che sia così. Una canzone deve cercare di rispecchiare la vita di più persone possibili, deve saper parlare una lingua al contempo semplice e interpretabile. E Sangiorgi qui dimostra di avere tutte le carte in regola per fare il proprio mestiere, trovando peraltro una linea melodica fortissima, appoggiata su un arrangiamento bello “pestato”, decisamente intenso.

E allora, per lo sviluppo del racconto, continua a scrivere: “Non scordarti più il mio nome, non fra tutte le persone. Sai, son quello che somiglia a te”. Parole di uno special che diventa scenario in evoluzione. Cos’è lo special? È quella strofa non strofa che si può trovare prima dell’ultimo ritornello; di solito ha un testo, un’armonia e una melodia diversificati. Ma torniamo a noi. Cosa è successo nel frattempo? A che punto siamo della storia? C’è stata una riconciliazione? Forse, o forse sono solo raccomandazioni ipotetiche, speranze riposte in qualche preghiera personale.

“E ruberai per me la luna se il buio mi farà paura”. Se per i ritornelli iniziali era tutto in prima persona, negli ultimi c’è un capovolgimento di prospettive, iniziato con lo special e terminato nell’ultima fetta di brano. Sangiorgi si rivolge sempre di più al suo amore chiedendogli una sorta di aiuto e ammettendo le proprie fragilità. Tutto quindi si tramuta in una consapevolezza dolceamara del protagonista, la percezione o l’illusione che stia per cambiare qualcosa.

“E ruberò per te la luna” sarebbe potuto essere un ulteriore singolo di enorme impatto mediatico? Certamente. È vero, la scelta come detto è riccaduta su altri brani, ma questa volta non mi sento di giudicare negativamente la strategia di promozione dell’album, in quanto potenzialmente quasi tutte le tracce de “La finestra” sarebbero state più che adatte al transito radiofonico, come treni in corsa che portano solo splendore e aggregazione. Però in questi diciotto anni di maturità qualcosa di rilevante si è verificato. Come sigillo al fatto che questa canzone sia importante anche per i Negramaro, è stata riproposta anche nel CD/DVD “San Siro Live”, la raccolta uscita nel novembre 2008 a corredo del primo concerto in carriera che il gruppo ha tenuto nello stadio meneghino il 31 maggio precedente. Inoltre, non scontato, il gradimento d’ascolto che ha totalizzato su Spotify e su YouTube rispetto alle altre tracce de “La finestra”, ad esclusione dei singoli: parliamo di oltre un milione di click sulla prima piattaforma e 176mila sulla seconda. Considerando che su YouTube ci è arrivata solo quattro anni fa, non è un risultato da buttare via.

Scritto da Marco Zollo
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