Ritrovamenti: spazio a “Lady Miami” di Gianluca Grignani
Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Giovanni Saracino
Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non essendo state al centro della promozione di un progetto discografico, hanno continuato a risuonare nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Giovanni Saracino ci accompagnerà in un viaggio tra melodie e parole che meritano di essere riscoperte. Oggi parliamo de “Lady Miami” di Gianluca Grignani.
Queste gemme musicali raccontano spesso storie intime e universali, che svelano sfumature meno note degli artisti a cui appartengono e, forse, anche per questo si sono conquistate una propria dimensione nel tempo. In ogni puntata, andremo a scoprire un pezzo di passato che, in qualche modo, continua a trovare spazio anche nel presente.
Ritrovamenti: spazio a “Lady Miami” di Gianluca Grignani
Tratto da “Uguali e diversi”, quinto album di Gianluca Grignani pubblicato nel 2002, “Lady Miami” rappresenta uno di quei brani che il grande pubblico tende a dimenticare, o peggio a non aver mai conosciuto. Un pezzo rimasto in ombra all’interno di un disco che ha segnato un momento fondamentale nella carriera del cantautore milanese, portandolo per la prima volta in vetta alle classifiche italiane.
Il successo dell’album è stato trainato soprattutto dalla forza del brano sanremese “Lacrime sulla luna”, oltre che dalla title track “Uguali e diversi” e dall’ormai iconica “L’aiuola”. Canzoni che, inevitabilmente, hanno finito per catalizzare l’attenzione, lasciando poco spazio agli altri brani presenti nel fascicolo. Secondo kworb, infatti, “Lady Miami” non rientra tra i pezzi più ascoltati della discografia di Grignani, con le riproduzioni che si fermano sotto le 100mila.
Eppure “Lady Miami” possiede una sua identità ben definita seppur semplice e lineare. Il brano gioca abilmente sull’ambiguità del titolo, che richiama da un lato la città americana e dall’altro la sua lettura in italiano “mi ami”, suggerendo fin da subito una dimensione sentimentale fatta di attese, illusioni e desideri non pienamente corrisposti. Musicalmente si tratta di un pezzo uniforme e leggero, sostenuto da una melodia immediata e da un arrangiamento essenziale, in piena coerenza con lo stile pop-rock più intimista che Grignani ha spesso saputo mettere in campo.
Il testo evoca con delicatezza un grande classico dell’amore, quello non ricambiato, tema ricorrente nella produzione dell’artista, raccontato qui senza eccessi drammatici ma con una malinconia trattenuta che rende il brano particolarmente gradevole. È una canzone che non cerca l’impatto radiofonico ad ogni costo, ma si lascia ascoltare con naturalezza, rivelando il suo valore soprattutto a distanza di anni.
Per gli amanti del cantautore milanese, “Lady Miami” resta dunque un tassello coerente all’interno di una discografia che, soprattutto nei primi anni Duemila, ha saputo alternare grandi successi a gemme più nascoste. Brani come questo hanno pagato lo scotto di trovarsi accanto a pezzi diventati iconici e a singoli maggiormente promossi, alcuni dei quali hanno poi fatto il giro del mondo anche nelle versioni spagnole.
Riscoprire oggi “Lady Miami” significa concedersi il piacere di un ascolto più intimo, lontano dalle classifiche e dai riflettori, ma capace di restituire tutta la sensibilità di un artista che ha fatto delle sfumature emotive il suo marchio di fabbrica. A volte, infatti, sono proprio le canzoni meno celebrate a raccontare meglio l’anima di un disco e di chi lo ha magistralmente scritto.