Ritrovamenti: spazio a “L’amore per te” di Elisa

Ritrovamenti

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Marco Zollo

Benvenuti a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non avendo rappresentato a livello promozionale un progetto discografico, hanno continuato a vivere nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Marco Zollo ci guiderà in un viaggio attraverso melodie e testi mai dimenticati, ma che meritano di essere riscoperti. L’amore per te Elisa

Queste perle musicali, raccontano spesso storie profonde e universali, e rappresentano sfaccettature meno conosciute degli artisti di riferimento, al punto da vivere una vita propria. In ogni puntata scopriremo insieme un pezzo del passato che, per qualche motivo, ha saputo sfidare il tempo e trovare una sua dimensione nel presente.

Ritrovamenti: spazio a “L’amore per te” di Elisa

3,6 milioni di ascolti solo su “Elisa Official” (YouTube) e oltre 7 milioni su Spotify per “L’amore per te”, una delle più forti ballad di “Diari aperti”, progetto discografico uscito nell’ottobre 2018 e ristampato alla fine del 2019. L’ultima rilevazione FIMI/GfK sulle vendite dell’album risale a metà 2022, quando si toccarono le 150.000 unità acquistate (triplo disco di platino). Ma perché parliamo spesso di ascolti YouTube e Spotify? È un dato rilevante per capire quante volte questa o quella canzone è riprodotta dal pubblico, quindi il suo indice di gradimento. E non vi sono tanti altri sistemi a nostra disposizione. Mi rendo conto che sia un concetto semplicistico e di scontata comprensione, ma è giusto che anche chi non è esperto in materia sappia.

Torniamo a “L’amore per te”. Già dalla prima volta che indossai le cuffie per godermi l’album sarebbe stato immediato per me proporre questa traccia alle radio. La storia però ha deliberato diversamente. Peccato. Sono comunque felice che il suo valore sia stato riconosciuto indipendentemente dall’airplay. “Eri tutto il contrario di quel che cercavo, che credevo giusto per una come me. Invece chi ha visto lontano qui è lui, ha il gusto di eterno più bello che mai”.

A quanti di noi sarà capitato di innamorarsi della persona che avevamo sempre pensato incompatibile e opposta rispetto al nostro ideale? Ma poi, servirà veramente questo ideale di uomo e di donna che tanto ci fascia la testa? Eppure alle volte sembra proprio che non vogliamo farne a meno…. Elisa si ritrova qui a fare i conti con un amore che sorprende, un amore che disattende le previsioni. E con un po’ di fatica, lasciando a casa la testardaggine, si ritrova a dare ragione a quel “lui” che evidentemente non è il partner. È il fato? L’amore? Credo entrambe le cose.

La struttura e gli accordi della canzone appaiono come un sapiente mix di tradizione e modernità. Il motivo? L’impianto è certamente pomposo e altamente cantabile, ma è dotato anche di una melodia che si srotola con agilità durante tutta la durata del brano, senza dare troppa tregua alle pause. Tutto è perfettamente incastrato su fraseggi serratissimi, pur rimanendo chiara l’impronta classica del pop ben scritto. Gli autori? Non sarà una domanda un tantinello pretestuosa? Chi potrà mai essere stata l’autrice di questo pezzo se non lei? Unicamente lei. Elisa. D’altronde negli anni ce lo ha dimostrato più e più volte. La sua sensibilità e il suo talento nel comporre ballad di successo non sono qualità così comuni. La verità è che lei sa scrivere un po’ di tutto, e questo fa dell’artista una vera capofila del settore. Non ci sarebbe nemmeno bisogno che lo dica io. Per la produzione artistica invece ha coinvolto anche Taketo Gohara e Andrea Rigonat, e tutti e tre assieme si sono occupati finemente dell’intero concept di “Diari aperti”.

“Prima o poi lo vedi che non è logica la vita che ci capita, non è matematica. […] Un po’ dolce un po’ amaro. Un po’ fango un po’ cielo”. Qui siamo nella seconda strofa dove certe sicurezze scricchiolano, ma forse è solamente l’imprevisto che rappresenta quell’elemento destabilizzante che non ci fa ragionare più.

È lo stupore, l’innamoramento che ci traghetta lontano dalla realtà se non sappiamo prenderne le misure. Perché anche in amore bisogna sapere quando lasciarsi andare e quando no. Il testo sfocia allora nel ritornello, nel secondo ritornello che dice: “L’amore per te non si fa mettere da parte. Non mi fa pensare che a te e alle nostre impronte, belle, così disordinate, alcune giuste altre sbagliate”.

Insomma, l’amore non è calcolo, non è logica ma non è nemmeno privo di stranezze. Anzi, è più facile che sia disordine e bellezza insieme. E noi è questo che cerchiamo. Questo: in una canzone così c’è esattamente quello che vorremmo dall’amore, tutto e il suo contrario. Ma senza dubbio, tutto. Non esiste un modello, un principio, una legge. Esiste l’amore ed esistiamo noi, che già da soli siamo l’archetipo dell’amore che cerchiamo, perché siamo compiutezza e imperfezione.

Elisa, i tempi sono maturi. I numeri parlano chiaro. Sarebbe il caso di riportare “L’amore per te” in concerto e ovunque sia possibile. Non si può abbandonare così.

Scritto da Marco Zollo
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