Ritrovamenti: spazio a “Laura” di Vasco Rossi

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Giovanni Saracino
Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non essendo state al centro della promozione di un progetto discografico, hanno continuato a risuonare nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Giovanni Saracino ci accompagnerà in un viaggio tra melodie e parole che meritano di essere riscoperte. Oggi parliamo di “Laura” di Vasco Rossi.
Queste gemme musicali raccontano spesso storie intime e universali, che svelano sfumature meno note degli artisti a cui appartengono e, forse, anche per questo si sono conquistate una propria dimensione nel tempo. In ogni puntata, andremo a scoprire un pezzo di passato che, in qualche modo, continua a trovare spazio anche nel presente.
Ritrovamenti: spazio a “Laura” di Vasco Rossi
Pubblicato nell’aprile del 1998, “Canzoni per me” rappresenta il dodicesimo album in studio di Vasco Rossi. Un lavoro intimo e compatto, composto da sole otto tracce, ma capace di lasciare un’impronta profonda nel panorama musicale italiano. All’interno della tracklist spiccano titoli iconici come “Io no”, “L’una per te” e soprattutto “Rewind”, che negli anni sono diventati veri e propri inni generazionali. Eppure, tra questi brani carichi di energia e successo commerciale, si nasconde “Laura”, la quinta traccia dell’album, una delle più toccanti e personali mai scritte dal rocker di Zocca.
“Laura” è una dedica diretta e profonda a Laura Schmidt, compagna di una vita di Vasco. Un testo che vibra di amore puro, autentico, indissolubile. Non è un’esagerazione definirla una poesia messa in musica, un dialogo intimo con l’anima gemella. Eppure, nonostante la sua intensità emotiva e il valore simbolico che riveste nella carriera del cantautore, il brano non è mai stato lanciato come singolo. Una scelta che, alla luce della forza narrativa e sentimentale del pezzo, appare quanto meno curiosa.
A distanza di anni, “Laura” supera appena il milione di streaming su Spotify (dati: Kworb), posizionandosi al 186° posto tra i brani più ascoltati di Vasco Rossi. Un dato sorprendentemente basso, se si considera la sua importanza biografica e artistica. Ma forse inevitabile, in un repertorio dominato da decine di hit che hanno definito la storia del rock italiano e che, per forza di cose, finiscono per oscurare perle più intime e meno radiofoniche.
Scritta sull’onda di un amore nato nel 1986, “Laura” rappresenta un punto fermo, una dichiarazione d’amore che si sottrae alle logiche del mercato e si rifugia in un ambito quasi privato. La sua mancata pubblicazione come singolo potrebbe essere stata il frutto di scelte discografiche poco lungimiranti o semplicemente condizionate dalla volontà di mantenere questa canzone lontana dai riflettori.
Anche dal punto di vista live, “Laura” ha avuto un destino marginale. Dopo il 1998, anno della sua uscita, il brano è comparso solo in rare occasioni all’interno delle scalette dei concerti, talvolta accennato in medley, ma mai protagonista. Una scelta che alimenta l’idea che Vasco Rossi abbia voluto custodire gelosamente questa canzone, riservandola a uno spazio più intimo, lontano dal clamore dei palchi e delle folle.
Forse “Laura” non è mai diventata un singolo proprio perché troppo personale. Una canzone che parla all’anima di Vasco più che al pubblico. E forse è questo il suo vero potere: non essere una hit da classifica, ma un frammento di verità, un gesto d’amore puro che non ha bisogno di numeri per esistere.