Ritrovamenti: spazio a “Le cose da difendere” di Nek

Ritrovamenti - Le cose da difendere Nek

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Giovanni Saracino

Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non essendo state al centro della promozione di un progetto discografico, hanno continuato a risuonare nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Giovanni Saracino ci accompagnerà in un viaggio tra melodie e parole che meritano di essere riscoperte. Oggi parliamo de “Le cose da difendere” di Nek.

Queste gemme musicali raccontano spesso storie intime e universali, che svelano sfumature meno note degli artisti a cui appartengono e, forse, anche per questo si sono conquistate una propria dimensione nel tempo. In ogni puntata, andremo a scoprire un pezzo di passato che, in qualche modo, continua a trovare spazio anche nel presente.

Ritrovamenti: spazio a “Le cose da difendere” di Nek

Uscito nel marzo 2002, “Le cose da difendere” è il settimo album in studio di Nek. Il disco ottiene un buon riscontro commerciale, conquistando il disco di platino in Italia e quello d’oro in Svizzera.

Nonostante il successo complessivo, l’album presenta una particolarità: la title track, “Le cose da difendere”, non viene mai pubblicata come singolo e rimane tra i brani meno noti del cantautore emiliano.

Dall’album vengono estratti tre singoli: “Sei solo tu”, in duetto con Laura Pausini, “Parliamo al singolare” e, in una fase successiva, “Cielo e terra”. L’intero lavoro beneficia del contributo autoriale di Cheope, figura centrale nella scrittura di molti testi. Eppure, il brano che dà il nome all’opera resta in ombra, nonostante le sue potenzialità.

A oltre vent’anni dalla pubblicazione, “Le cose da difendere” conta poco meno di 140.000 visualizzazioni su YouTube e poco più di 160.000 streams su Spotify. Numeri contenuti, che riflettono una scarsa esposizione, probabilmente dovuta alla mancata promozione come singolo. Un’occasione mancata, considerando che si tratta di una traccia dal forte impatto radiofonico: ritmata, orecchiabile, con un testo semplice ma efficace, capace di evocare emozioni universali.

Il confronto con gli altri singoli pubblicati è inevitabile. “Sei solo tu” – complice la collaborazione con una star come Laura Pausini – ha goduto di ampia visibilità e rimane ancora oggi uno dei brani più riconoscibili di entrambi gli artisti. “Cielo e terra”, pubblicato nel gennaio 2003, ha superato il milione di ascolti su Spotify ed è stato incluso in alcune recenti scalette live, a conferma del legame affettivo dell’artista con questo pezzo. Diverso il destino di “Parliamo al singolare”, che si ferma a poco più di 660.000 stream e oggi risulta pressoché dimenticato.

La scelta dei singoli, in definitiva, ha avuto un ruolo determinante nel delineare la memoria collettiva legata all’album. Se “Le cose da difendere” fosse stato promosso come terzo singolo, al posto di “Parliamo al singolare” ad esempio, avrebbe potuto riscrivere almeno in parte la storia del disco e il destino di questo pezzo? Una domanda legittima, anche se priva di risposta certa.

Quel che è certo è che la title track possiede tutte le caratteristiche per rappresentare efficacemente l’intero progetto: ne introduce le tematiche principali, ne sintetizza l’atmosfera e restituisce l’identità artistica di Nek in una delle fasi più mature della sua carriera. Proprio questa funzione introduttiva, tuttavia, potrebbe averne limitato la capacità di emergere come brano autonomo, in grado di imporsi al di fuori del contesto dell’album.

Oggi, a distanza di oltre due decenni, “Le cose da difendere” meriterebbe una riscoperta, magari attraverso un’introduzione nella scaletta dei concerti dell’artista. Non solo per la qualità del brano, ma anche come manifesto di un periodo musicale e personale del cantautore di Sassuolo che, di decennio in decennio, ha saputo lasciare un segno nel panorama pop italiano.

Scritto da Giovanni Saracino
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