Ritrovamenti: spazio a “Ti amerò lo stesso” di Paola Turci

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Marco Zollo
Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non avendo rappresentato a livello promozionale un progetto discografico, hanno continuato a vivere nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Marco Zollo ci guiderà in un viaggio attraverso melodie e testi mai dimenticati, ma che meritano di essere riscoperti. Oggi parliamo di “Ti amerò lo stesso” di Paola Turci.
Queste perle musicali, raccontano spesso storie profonde e universali, e rappresentano sfaccettature meno conosciute degli artisti di riferimento, al punto da vivere una vita propria. In ogni puntata scopriremo insieme un pezzo del passato che, per qualche motivo, ha saputo sfidare il tempo e trovare una sua dimensione nel presente.
Ritrovamenti: spazio a “Ti amerò lo stesso” di Paola Turci
Se fosse l’attore non protagonista di un grande film, assegneremmo di diritto un premio speciale a “Ti amerò lo stesso”, forse il non singolo più presente e duraturo nella quasi quarantennale storia artistica di Paola Turci. In effetti questo brano è più vivo che mai, o come direbbe lei, è proprio “vivo da morire”. Con vestiti diversi, in spettacoli e lavori diversi, c’è sempre stato.
Uscito nel 1989 come sesta traccia del secondo e omonimo album di Paola Turci (album contenente l’inaspettato successo sanremese di “Bambini”), lo abbiamo ritrovato negli anni anche in altri suoi progetti discografici: nelle raccolte “Volo così 1986-1996” e “Io sono” (2015), nel 2004 appare anche in versione piano e voce sia nel CD che nel DVD di “Stato di calma apparente”, live prodotto da Carlo Ubaldo Rossi per On the Road Music Factory e registrato a Roma nel dicembre precedente.
“Nonostante parli spesso ad alta voce e nessuno crede a ciò che dici, a quel che immagini. Nonostante tutto io ti ascolterò quando non parli. Quando non mi guardi, io ti vedrò lo stesso”. Il testo di “Ti amerò lo stesso” è di Alfredo Rizzo, un testo che ad una prima lettura può suonare soltanto come una dichiarazione d’amore inscalfibile e di incondizionata indulgenza. Certo, non si potrebbe nemmeno affermare l’assoluto contrario, ma c’è anche qualcos’altro a smorzare questa sorta di eccessiva riverenza: “Aggiustami le spalle che hai piegato. Ritirati pure dal fianco se hai tradito”.
Ecco che dunque si avverte anche la necessità di farsi rispettare. È una dichiarazione d’amore? Indubbiamente. Ma è anche l’intento di ristabilire una relazione di reciprocità, di cura, di parità. Che per quanto venga fuori in maniera velata, è comunque un aspetto che oggi potremmo definire attualissimo. Nel tono imperante e imperativo c’è determinazione, coraggio, una specie di “empowerment femminile” ante-litteram, un tema effettivamente mai sopito nella produzione della cantautrice laziale: si pensi anche solo a tutta la trilogia da lei composta tra il 2009 e il 2012 (“Attraversami il cuore”, “Giorni di rose”, “”, “Le storie degli altri”), tutta incentrata su temi del genere, oppure alla grandissima hit del 2017, “Fatti bella per te”.
La musica di “Ti amerò lo stesso” è stata scritta da Paola Turci con Roberto Righini, e per valorizzarla al meglio è stato ideato originariamente un arrangiamento ad hoc. Essenziale, intimistico. Misurato. oseremmo persino dire giusto per una melodia che in fondo viaggia da sola. E da questa atmosfera familiare è stato tratto anche il senso del monologo che Paola Turci porta a teatro ormai dal 2016 e che prende ispirazione dal pezzo in questione.
Il monologo, intitolato “Mi amerò lo stesso”, mette in scena la voce e la storia personale dell’artista, così come raccontato già nell’autobiografia omonima, pubblicata nel 2014 da Mondadori e curata da Enrico Rotelli. Tutto questo alla fine per ribadire che quel “Ti amerò lo stesso”, quel brano del lontano 1989, per lei continua ad essere centrale, indispensabile. Ma da molto tempo a questa parte indispensabile lo è diventato anche per i suoi fan.
Sommando gli ascolti Spotify del pezzo nelle due versioni disponibili, quella del 1989 e l’altra del 2004, si arriva ad un dato complessivo di quasi 2 milioni di riproduzioni, un dato che conferma il crescente gradimento del pubblico, su una piattaforma che oltretutto nessuno avrebbe immaginato sarebbe riuscita a far rivivere così tanto certe perle del passato. “Ti amerò lo stesso”, richiestissimo nelle scalette della Turci, è un altro di quegli esempi che ci fa riflettere sul fatto che il futuro non è solo calcolo, non è solo logica. Ma è anche rinascita, incantesimo. E allo stesso modo anche le canzoni: se all’inizio devono sottostare al mercato, l’indomani alcune di loro si smarcano e si fanno strada in autonomia.
C’è un episodio ritrovato che ci dice molto di quanto “Ti amerò lo stesso” sia una canzone importante per l’artista e per chi l’ascolta; nel maggio 2010, nel suo blog “Diversamente Aff-abili” sulla Gazzetta dello Sport, Fiamma Satta scrive: «[…] una sera Paola Turci stava conducendo in diretta La mezzanotte di Radio2 ed io, ospite della sua trasmissione, ero in linea con lei al telefono. Gli stacchi musicali erano cantati e suonati da lei, nello studio di Via Asiago. La sua voce e la sua chitarra, nient’altro. Così l’ascoltai, al telefono, in religioso silenzio: rimasi senza parole per la sua bravura e per la bellezza della canzone. […] La canzone in questione era “Ti amerò lo stesso” […] e so che è la sua canzone preferita.». Insomma, al di là dei gusti personali, è fuori dubbio che il brano nel tempo si sia fatto ben rispettare.