Ritrovamenti: spazio a “Time out” di Max Pezzali

Time Out Max Pezzali

Le canzoni che sono rimaste nel tempo nonostante non siano state estratte come singoli dai rispettivi album di provenienza. A cura di Giovanni Saracino

Bentrovati a “Ritrovamenti”, la rubrica dedicata alle canzoni che, pur non essendo state al centro della promozione di un progetto discografico, hanno continuato a risuonare nel cuore degli ascoltatori. Ogni settimana, Giovanni Saracino ci accompagnerà in un viaggio tra melodie e parole che meritano di essere riscoperte. Oggi parliamo di “Time out” di Max Pezzali.

Queste gemme musicali raccontano spesso storie intime e universali, che svelano sfumature meno note degli artisti a cui appartengono e, forse, anche per questo si sono conquistate una propria dimensione nel tempo. In ogni puntata, andremo a scoprire un pezzo di passato che, in qualche modo, continua a trovare spazio anche nel presente.

Ritrovamenti: spazio a “Time out” di Max Pezzali

Time out”, brano tratto dall’omonimo album del cantautore pavese, secondo lavoro in studio della sua carriera solista, rappresenta un vero punto di svolta tra ciò che furono gli 883 e ciò che sarebbe poi diventato Max Pezzali come artista indipendente.

L’album riscosse grande successo già prima della pubblicazione, registrando oltre 80mila pre-ordini. Un risultato che testimonia la forte attesa dei fan per il nuovo progetto del cantautore pavese, diretto erede di un autentico fenomeno musicale come quello degli 883. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, infatti, il duo aveva conquistato il pubblico con brani iconici come “Hanno ucciso l’uomo ragno”, premiato nel 1992 con due dischi di platino e destinato a entrare di diritto nella storia della musica pop italiana.

Con “Time out” però, Pezzali apre un nuovo capitolo della sua carriera, lasciandosi alle spalle l’immaginario innovativo e spensierato degli 883 per abbracciare un approccio più personale e maturo. Un’evoluzione artistica che conserva tuttavia l’impronta inconfondibile di quel ragazzo di Pavia, appassionato di Harley Davidson e sale giochi, capace di raccontare come pochi altri la vita quotidiana e i sogni di un’intera generazione: quella dei Millennials.

Il singolo “Time out”, insieme alle altre tracce dell’album, rappresenta una delle prove più intime e riflessive di Max Pezzali. Le canzoni del disco si distinguono per un tono più introspettivo e ricercato, pur mantenendo il legame con le sonorità e i temi che avevano reso celebri gli 883. L’album segna così un vero spartiacque: un confine simbolico tra passato e futuro, tra la spensieratezza giovanile e una nuova fase artistica e personale, più consapevole e matura.

Anche i numeri, pur senza toccare cifre da record, raccontano la solidità di questo percorso. Il brano, impreziosito dai cori di Tiziano Ferro, conta oggi circa 300mila streaming e una media di 126 ascolti giornalieri. Altri pezzi dello stesso album hanno però raggiunto risultati ben più rilevanti: su tutti “Torno subito”, la prima traccia del disco, che con quasi 5 milioni di riproduzioni e una media di circa 2.200 ascolti giornalieri si colloca tra le venti canzoni più ascoltate dell’artista.

In definitiva, anche se “Time out” non può essere considerato un brano rivoluzionario nella storia della discografia italiana, ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione di Max Pezzali. Insieme alle altre dieci tracce dell’album, ha contribuito a segnare quel confine netto tra il mito degli 883 e il nuovo percorso da solista, consolidando l’identità artistica di uno dei cantautori più amati e rappresentativi della musica italiana contemporanea.

Scritto da Giovanni Saracino
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