sabato 12 Ottobre 2024

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Roberta Bonanno: “Osare è il manifesto della mia vita” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista milanese, fuori con il singolo “Osa” tratto dal suo ultimo disco “Io e Bonnie

A un anno di distanza dal piacevole incontro realizzato in occasione dell’uscita dell’album “Io e Bonnie”, ritroviamo Roberta Bonanno (qui la nostra precedente intervista) per parlare del suo nuovo singolo intitolato Osa, disponibile in rotazione radiofonica dallo scorso 12 luglio. Un brano che rappresenta una specie di chiusura di un cerchio di un periodo molto positivo per l’artista milanese, cominciato con il lancio di Controtendenza e proseguito con la fortunata partecipazione nel corso dell’ottava edizione di Tale e Quale Show.

Ciao Roberta, bentrovata su RecensiamoMusica. Cominciamo da “Osa”, che significato ha per te questo nuovo singolo?

«Grazie ragazzi! “Osa” è il manifesto della mia vita ed è ciò che suggerisco di fare a chi vuole cambiare a volte una situazione di stallo. Io oso su ogni cosa nella mia vita artistica e forse ancora di più in quella privata! Sorriso sul viso, pacca sulla spalla e si va avanti ogni volta!».

In un’epoca per certi versi un po’ apatica, dove abbiamo perso un po’ tutti la voglia di reagire e ci adattiamo alle cose che ci accadono intorno, quanto è importante riscoprire il valore di una sana ribellione?

«Ha un grandissimo valore. Come dici giustamente, se è sana, ogni ribellione vale la pena di essere portata avanti. Io lo faccio da anni portando avanti la mia musica con tutte le difficoltà che si possono incontrare e la stessa cosa faccio nella vita privata. L’unicità è un valore aggiunto e in questo mondo fatto di omologazioni a mio avviso diventa una carta vincente nel tempo».

Ad oltre un anno di distanza dal lancio di “Io e Bonnie”, qual è il tuo personale bilancio di questo lavoro che ti ha visto tornare sulle scene dopo qualche anno di silenzio?

«Questo album mi ha dato sin dal principio diverse soddisfazioni. La prima di avermi fatto lavorare con un team che mi ha messo a disposizione tempo, brani e un appoggio non indifferente e per questo ringrazio l’ “Adice Music” di Alberto Boi e il mio produttore Carlo Delor. In più mi ha permesso di ritrovare fans che in passato mi hanno conosciuto sul grande schermo e di poter portare in questa grande famiglia nuovi fruitori che nella mia musica hanno trovato la mia persona». 

Che ruolo ha la musica nel tuo quotidiano?

«Direi che non ci sia giorno in cui io non apra la bocca per cantare e come molti lo faccio sotto la doccia, in macchina, tra amici. Spesso però mi capita di rispolverare brani del passato, li trovo decisamente più coinvolgenti della musica sfornata ultimamente».

Quale significato attribuisci alla parola “artista”?

«Ammetto di essere abbastanza “estremista” su questo argomento. A mio avviso il termine artista ultimamente viene usato impropriamente. L’artista di per sé ha qualcosa di raro, vive in un mondo particolare fatto di momenti di luce ma, soprattutto, di ombre e sono proprio queste ombre che fanno tirare fuori un talento che scalpita dalla voglia di essere messo a disposizione degli altri senza dover necessariamente dover richiedere qualcosa in cambio. E’ una vera e propria esigenza».

Lo scorso anno ti abbiamo visto tra i protagonisti dell’ottava edizione di Tale e Quale Show, cosa ti ha lasciato questa esperienza?

«Ad ora una nostalgia incredibile. Tale e Quale per me è stato un turbinio di emozioni e mi ha ridato veramente tanta carica. Sono grata a Carlo Conti, alla Rai e alla Endemol per avermi scelto come protagonista di un programma così importante. Se fosse per me, farei tutte le edizioni!».

Tra i personaggi che hai interpretato, quali ti hanno emozionato e dato più soddisfazioni?

«Senza ombra di dubbio i personaggi con i quali ho vinto le puntate. Da prima Aretha Franklin, uno degli idoli che porto avanti fin da quando ero piccola. So per certo, e di questo ne vado fiera, che insieme alla mia interpretazione di Amy Winehouse hanno fatto emozionare molta gente. Ma non dimentichiamo Katy Perry un’esplosione di energia; con quell’esibizione mi sono divertita tantissimo».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere e/o desideri per il futuro?

«Per ora sono impegnata nel portare in giro la mia musica con diversi live che mi porteranno in giro per il nostro paese. Di sogni che tiro fuori dal cassetto sono piena ti dirò… vediamo cosa succederà tra la fine dell’anno e l’inizio del 2020!» 

Per concludere, qual è la lezione più importante che senti di aver appreso dalla musica in questi anni di attività?

«Che nulla deve essere dato per scontato, che tutto può cambiare e che questo treno può passare più di una volta, basta solo non farsi trovare impreparati e che inoltre bisogna essere pronti a saper guidare in un percorso fatto di ostacoli di alti e bassi! Perché la musica è questo… una meravigliosa montagna russa fatta di salite e discese».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.