giovedì, Marzo 28, 2024

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Romano Reggiani: “Con la musica non si può mentire” – INTERVISTA

Intervista al giovane attore che ora guarda anche al mondo della musica

Giovane, bello e bravo si direbbe iconograficamente facendo riferimento a Romano Reggiani, attore bolognese classe 1993 e già attivo, da anni, nel piccolo e nel grande schermo dove ha conquistato continui successi in progetti come “Tempo instabile con probabili schiarite” di Marco Pontecorvo, o le televisive “Una grande famiglia”, “1993”, Scomparsa” “E’ arrivata la felicità”. Tra qualche giorno partirà anche il suo percorso personale con un singolo inedito che prelude all’uscita di un album d’inediti scritto e cantato da lui stesso per goliardica passione. Il tutto mentre gira per il cinema il suo primo progetto internazionale come protagonista accanto ad Antonio Banderas. Ecco la nostra piacevole chiacchierata insieme tra musica, cinema e molto altro:

Allora, caro Romano, con te oggi s’inaugura uno spazio tutto nuovo qui su Recensiamo Musica che ha l’obiettivo di andare a scambiare quattro chiacchiere con chi non ha la musica come prima passione e professione ma che, in un modo o in un’altro, ci  è in qualche modo legato. E nessuno, probabilmente, meglio di te poteva ricoprire questo ruolo dato che so che, oltre alla tua avviatissima carriera cinematografica, hai all’orizzonte anche la pubblicazione di un primo album d’inediti

<<A giugno uscirà il primo singolo (“No hard feelings”) pubblicato dall’etichetta New Music International e poi, presumibilmente in concomitanza con l’inizio della seconda parte delle riprese del film su Lamborghini dopo il Festival del Cinema di Venezia, uscirà l’intero album dal titolo “Time is a time”>>.

Romano ReggianiSei fortunato al gioco?

<<Chi io? Boh, non lo so… Diciamo “ni”>>.

Te lo chiedo perchè ho pensato di rendere questa nostra chiacchierata un po’ più leggera sfidandoti al gioco in due diversi momenti. Il primo è un gioco da ragazzi: puoi scegliere se partire dalla categoria A di domande oppure dalla categoria B. Una si occupa di cinema, l’altra di musica quindi sono due campi in cui non dovresti aver problemi…

<<Partiamo dalla A>>.

Fatalmente hai scelto il cinema… Beh, allora, sei giovanissimo e…

<<Eh ho 24 anni ma vado incontro ai 25 purtroppo (ride)>>.

Comunque, per la tua età, hai già collezionato già tantissime esperienze importanti sia nel piccolo che nel grande schermo

<<Si è vero, ne sono felice>>.

C’è un’esperienza di quelle che hai avuto finora che, in qualche modo, ti è stato più a cuore?

<<A parte il progetto a cui sto lavorando attualmente che, sicuramente, ricorderò per tutta la vita perchè è il film più importante che finora mi è capitato di poter fare, con un cast internazionale ed un ruolo da protagonista, penso che rimarrò per sempre molto legato al primo lavoro che ho avuto la possibilità di fare: “Tempo instabile con probabili schiarite” di Marco Pontecorvo, un film che mi ha dato l’opportunità e la facoltà di capire che, forse, ero adatto per fare questo lavoro dato che sono stato selezionato poco dopo essere entrato al Centro di Cinematografia Sperimentale di Roma ricevendo un’ulteriore conferma. Il mio lavoro è iniziato proprio da quel film e per questo ci sarò legato per sempre>>.

Pensando, invece, ai ruoli che hai avuto la possibilità d’interpretare ce ne è uno che più si avvicina al Romano reale?

<<Secondo me il ruolo di Lamborghini che sto interpretando in queste settimane sul set è quello che più si avvicina al mio modo di essere perchè in molte cose la penso esattamente come lui: bisogna andare dritti al punto senza mai curvare, non bisogna mollare mai perchè chi molla è perduto. Io la penso così e se faccio questo lavoro è anche perchè sono molto determinato e cerco di dare del mio meglio sempre senza mai mollare>>.

Forse è anche il motivo per cui, pur avendo solo 24 anni, sei già uno dei più giovani protagonisti del nostro panorama cinematografico e, con questo progetto, anche internazionale

<<Grazie, sono molto felice e fortunato ma il nostro è un lavoro molto difficile fatto di concorrenza e d’incertezze dove le belle vittorie e soddisfazioni sono quelle che fanno capire che bisogna lottare ed andare avanti sempre. L’importante, però, è rimanere sempre umili>>.

Guardando avanti, ti è rimasto ancora un sogno nel cassetto? Un regista, un film, un ruolo in particolare che ti piacerebbe poter vantare?

<<Sono ancora tante le esperienze che mi piacerebbe fare ma, sicuramente, una cosa che ho sempre sognato fin da piccolino è ricoprire il ruolo di un soldato durante la prima guerra mondiale. Sono molto legato a quel tema perchè il mio bisnonno ha combattuto la Grande Guerra e ci ha lasciato un diario molto dettagliato che, poi, è stato anche pubblicato. Grazie a quel diario mi sono molto legato alla memoria di quel momento storico per la quale mi piacerebbe, in qualche modo, contribuire senza contare, poi, che sarebbe bellissimo interpretare un ruolo di quel genere>>.

Passiamo alla categoria B e, dunque, alla parte musicale che, per quanto ti riguarda, ha un progetto concreto nell’album che uscirà a breve e che, oltre alla sorpresa di scoprirti cantante per la prima volta, porta anche quella di vederti interpretare e scrivere brani folk

<<E’ un progetto che è nato in un modo totalmente spontaneo e particolare, al di fuori di ogni pretesa. Io suono la chitarra da quando ero in terza media ma solamente in camera, da solo: era un modo per riposarmi, rilassarmi e distrarmi un po’. Mentre frequentavo il Centro Sperimentale a Roma ho iniziato anche a scrivere qualche canzone. Sempre in cameretta mia, eh. Ad un certo punto ho fatto un gioco: ho inciso un mio pezzo utilizzando un’applicazione che ha reso la registrazione fatta con l’iPhone decente e, nei giorni successivi, ho iniziato a farlo sentire agli amici senza dire che la canzone fosse mia. Quando ho capito che, forse, poteva piacere ho deciso di proporre lo stesso pezzo a chi di musica ne capisce di più e da lì sono arrivato alla New Music International con cui uscirà questo progetto in autunno. Mi piacerebbe proseguire anche su questa strada per divertimento e per questo mi sto attualmente concentrando anche a scrivere dei brani in italiano>>.

La cosa strana è, però, soprattutto il genere: un folk-rock che qui in Italia non è un granché diffuso…

<<Si, esatto qui in Italia non ha molto spazio per il suo essere così particolare. Io sono un amante di Bob Dylan e dalla sua musica ho ereditato questa passione per il folk. Conosco tutta la musica di Dylan, l’ho imparata a suonare e sono fissato per quel genere di musica che ispira anche il mio genere. Noi, qui in Italia, non siamo abituati ad ascoltare questo tipo di musica perchè, purtroppo, le radio passano sempre e solo tutt’altro genere di brani. Solo ai live capita di poter, dunque, raggiungere il pubblico che, il più delle volte, rimane stupito dal fatto che un italiano canti questo tipo di musica>>.

Le cose che stai scrivendo ora in italiano sono, comunque, sempre fedeli al folk?

<<Si si, assolutamente. Continuo a basarmi su quel tipo di musica cercando di portare, oltre ai testi in italiano, anche una contaminazione della melodia italiana>>.

Un’impresa doppiamente difficile perchè la metrica della lingua italiana non è semplice da adattare a quel tipo di melodie

<<Esatto è per questo che sto cercando di non distaccarmi dal folk pur legandomi alla musica italiana e alla sua storia>>.

Come passione è nata prima quella per il cinema o quella per la musica?

<<Quella per il cinema e, oltre ad essere la mia passione, è anche il mio lavoro che voglio continuare a mantenere. Sono felice se la musica diventa un piccolo pezzo professionale della mia vita ma voglio farlo solo per usare questa forma d’arte per raccontare qualcosa che con il cinema non posso dire. Al cinema, per quanto l’attore possa essere magnifico, si mente mentre, invece, nella musica non si può mentire ed è questa la cosa bella>>.

A proposito di questa tua duplice faccia artistica pensi sia ancora possibile nel nostro tempo, fatto di ultra-specializzazione professionale, mantenere un doppio ruolo? Un tempo l’artista poteva fare tutto, oggi, invece, difficilmente avviene questo anzi, il cantante, spesso e volentieri, si limita a cantare senza nemmeno saper suonare molte volte.

<<Si, è vero. A questa domanda, però, vorrei rispondere con la speranza che questa tendenza possa tornare ad invertirsi. Credo che molto dipenda dalle pretese che ciascuno ha, dal grado di determinazione e dalla qualità delle cose che si producono: c’è tanta gente che fa tutto ma che, poi, fa tutto male ma c’è anche chi riesce ad impegnarsi con successo in più campi. Pensiamo a Justin Timberlake: è un canto ma è anche un bravo attore che funziona anche molto bene. Alla fine, però, ciò che conta è il talento>>.

Segui la musica italiana oppure sei più orientato sulla dimensione estera? Sia come storia che come presente

<<La musica italiana la seguo ma non ne ascolto tantissima e mi concerto soprattutto sulla tradizione dei grandi cantautori da De Andrè, De Gregori, Guccini, Dalla… Il mio iniziatore, se così si può dire, è stato Fabrizio De Andrè: ho iniziato a suonare da autodidatta perchè volevo saper riprodurre “Il pescatore”, un pezzo che mi piaceva tantissimo>>.

Prima di salutarti, come promesso, volevo concludere con la seconda parte della nostra sfida al gioco. In questo caso ho preparato 30 domande che prevedono risposte secche: alcune sono innocue, altre sono un po’ più “frizzantine”. Di queste 30 hai tu la possibilità di sceglierne 20 chiamando, come se fosse la tombola, i tuoi numeri “fortunati”. Sempre ammesso che tu sia scaramantico…

<<Allora… le prime 20 (ride)>>.

1) Il ruolo che vorresti fare oggi, quello che vorresti fare a 40 anni e quello, invece, che vorresti a 70: Beh oggi, come dicevamo prima appunto, vorrei fare il ruolo di un soldato nella Prima Guerra Mondiale. A 40 anni mi piacerebbe il ruolo di un padre di famiglia in difficoltà mentre a 70, invece, quello di un grande personaggio che conclude la sua vita in modo difficile.

2) Non interpreterei mai… Un personaggio troppo sconveniente

3) Se ti proponessero Sanremo domani diresti… di si

4) Il folk in italiano è possibile? Si, lo fanno già anche Lo Stato Sociale

5) Sceglieresti cinema o musica? Cinema

6) La proposta più indecente che hai mai ricevuto da una fan: eh, beh… di concedermi

7) So che sei un appassionato, vino bianco o vino rosso? Vino rosso

8) E’ un sabato sera d’inverno: divano, coperta e… “C’è posta per te” o un film d’azione? Un film d’azione

9) Il film della tua vita prevede una scena di nudo: accetti o rifiuti? Beh accetto, certo

10) Look alla moda o come capita? Sempre come capita, lo faccio proprio apposta per non seguire la moda

11) Romantico o concreto? Prima concreto e poi romantico

12) Con il primo stipendio hai comprato? Avevo l’iPhone 3S, con il mio primo guadagno sono riuscito a comprami l’iPhone 6

13) Il più grande difetto: A volte sono un po’ presuntuoso

14) Il pregio che pensi di avere ma che poche persone si ricordano di riconoscerti: forse, la semplicità… qualcosa del genere

15) Il nome del tuo primo migliore amico: Andrea Cocchi

16) A scuola eri secchione o capra? Ero secchione ma uno di quelli che faceva casino

17) Da adolescente non hai mai detto ai tuoi… Son sincero, ho sempre detto tutto ai miei

18) Vacanze al mare o in montagna? In montagna

19) Maldive o Barcellona? Maldive

20) Ci sei mai stato? No, appunto per quello le ho scelta

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.