giovedì 21 Novembre 2024

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“Romantico ma muori”, l’amore ai tempi dei Pinguini Tattici Nucleari – RECENSIONE

Tempo di nuova musica per i Pinguini Tattici Nucleari, che hanno pubblicato il nuovo singolo “Romantico ma muori”, un inno malinconico-ironico dalle tinte universali

È un brano perfetto per settembre “Romantico ma muori” dei Pinguini Tattici Nucleari, perché contiene al suo interno sia la frivolezza dell’estate che la riflessività dell’autunno. Il brano, disponibile in radio e in digitale dallo scorso 13 settembre, si inserisce perfettamente nel loro collaudato repertorio: un mix di leggerezza pop fatta di ironia sottile e di introspezione malinconia.

Questo brano consolida un filone che funziona da sempre, proprio perché attinge da uno dei temi più universali e inesauribili: l’amore. Se la band bergamasca ha in passato saputo raccontare l’amore nelle sue molteplici sfaccettature, qui lo fa attraverso una lente ancora più a fuoco, nostalgica e al contempo realistica, che non rinuncia alla profondità, ma senza prendersi mai troppo sul serio.

Riccardo Zanotti, frontman e autore della band che proprio in questi giorni ha compiuto trent’anni, descritto il brano come “una canzone vera tratta da una storia finta”, ispirata dall’osservazione di una giovane coppia che, nel caos cittadino, sembra sfuggire alle regole del mondo moderno. Una scena apparentemente banale, ma capace di evocare sentimenti autentici, come spesso accade nei testi dei Pinguini, dove l’ordinario diventa straordinario grazie alla potenza dell’immaginazione.

Nel testo di “Romantico ma muori”, malinconia e settembre non solo sono due sinonimi, ma diventano metafore dell’incertezza, della precarietà delle emozioni e della loro ciclicità. Un’immagine poetica che sottolinea la sensazione di smarrimento in amore, un gioco di equilibri che finisce spesso per crollare: “Due vite sono comunque troppo corte per stare in equilibrio, si arriva al punto critico e si scoppia come litio”. La leggerezza del romanticismo si scontra con la realtà dei sentimenti che esplodono e che sanno far male, ma che continuano a rigenerarsi come qualsivoglia particella che da origine alla vita

La melodia del brano è tipicamente Pinguini Tattici Nucleari style: fresca, orecchiabile e capace di accompagnare il testo con una certa gravità. Si crea così un interessante contrasto tra il ritmo spensierato e il significato più profondo delle parole, a volte alternando i ruoli. Questa capacità di raccontare il dramma con ironia e leggerezza è uno degli ingredienti segreti del loro successo.

Così come gli 883 negli anni ’90 raccontavano la vita quotidiana e le piccole grandi emozioni di una generazione, i Pinguini oggi rappresentano un punto di riferimento per un pubblico che spazia dalle nuove leve fino ai nostalgici di un certo tipo di pop italiano. Con la loro autenticità, la band riesce ad abbracciare più generazioni, parlando a tutti senza mai risultare banale. È un fenomeno che, in un panorama musicale sempre più frammentato, è impossibile ignorare.

Romantico ma muori” segna quindi una continuità, ma anche una crescita. I Pinguini Tattici Nucleari sanno che l’amore è un tema inesauribile, capace di rinnovarsi di volta in volta e di destreggiarsi tra personale e universale, autobiografico e comune, proprio come fanno le loro canzoni. Con questo singolo, non solo mantengono alta l’attenzione in vista del loro “Hello World Tour 2025″ negli stadi, ma ribadiscono il posto di merito che si sono guadagnati con sudore e con la vera gavetta nel panorama musicale italiano.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.