Recensione del singolo del ritorno musicale del cantautore
Riparte dalla sfera astrale il viaggio musicale di Ron che, per anticipare la pubblicazione del suo prossimo album d’inediti, ha scelto di giocarsi Abitante di un corpo celeste. Il nuovo singolo del cantautore, in rotazione radiofonica a partire dal 28 maggio 2021, è, dunque, un nuovo raggio di sole, un avvio di percorso che riporta Ron sulla strada della musica inedita, della scrittura e della ricerca, per mezzo della sua penna e della sua voce, di nuove storie da raccontare.
Ciò che ne esce è un viaggio all’interno dello spirito umano che è ovvio si “senta precario e ogni tanto confuso e smarrito”. A raccontarlo è un Ron che sfrutta tutta la sua esperienza di uomo e di cantautore per riuscire a trasferire la sua verità all’interno di un brano costruito con maestria. Semplice e lineare il pezzo scorre collocandosi perfettamente sulla scia della produzione del cantautore lombardo ma, contemporaneamente, ne suona come un arricchimento. Una volta in più, infatti, la voce di Ron si rivela l’arma vincente per trasferire per mezzo della sua profondità timbrica quello spirito interpretativo autentico e fuori dal comune che da sempre caratterizza il suo cantare.
E così, con una chitarra acustica che accompagna tutto l’arrangiamento, si scopre una “vita favolosa” che si scopre tale proprio perchè concentrata su di sè stessi ma anche “attorno al sole”. L’io e l’altro, dunque, si concretizzano riportando il focus su di sè ma anche sul mondo, sulla realtà circostante e su quelle altre persone che, come noi, attraversano lo stesso viaggio dell’esistenza.
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Abitante di un corpo celeste | Audio
Abitante di un corpo celeste | Testo
Abitante di un corpo celeste
Messo lì nello spazio infinito
Ovvio che io mi senta precario
E ogni tanto confuso e smarrito
Da una parte ho I piedi per terra
E dall’altra non vedo che il cielo
Sempre un po’ tra la pace e la guerra
Posso essere il bene, il mistero
E molto ammiro la gente che osa
Ho inquietudini e dubbi nel cuore
La mia vita però è favolosa
Perché oltre che intorno a me stesso
Io giro intorno al sole
Io giro intorno al sole
Uuh
Il mio mondo è un teatro affollato
Dove inscenano dei melodrammi
E dove io che un eroe mai son stato
Mi accontento di non fare danni
Dall’amore son nato e lui vale
Che è sublime anche la pena
L’ascensore che unico sale alla felicità non terrena
Abitante di un corpo celeste
Anche detto soltanto terrestre
Sono spesso contento confesso
Anche senza nessuna ragione
Perché oltre che intorno a me stesso
Intorno a me stesso
Io giro intorno al sole
Io giro intorno al sole
Uh, io giro intorno al sole
Uh, uh, uh
Ilario Luisetto
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