Rose Villain, “Radio Vega” tra inquietudine e malinconia – RECENSIONE

Rose Villain

Analisi del nuovo album di Rose Villain dal titolo “Radio Vega”. Una raccolta di tredici brani arricchita da prestigiose collaborazioni: da Guè a Chiello, da Fabri Fibra a Geolier, passando per Lazza.

Rose Villain torna a far parlare di sé con l’uscita di “Radio Vega”, il suo nuovo progetto discografico composto da tredici tracce intense, dirette e dal flow magnetico. Un album che conferma ancora una volta la sua posizione come massima espressione del rap-pop italiano al femminile, riuscendo a fondere generi diversi in una narrazione coesa, potente e profondamente personale.

“Radio Vega” è un’esperienza d’ascolto che scorre come un unico grande brano, dove sonorità urban, pop e cantautorali si intrecciano in modo esplosivo, coinvolgendo un pubblico trasversale. Ogni traccia ha un’identità ben definita, ma allo stesso tempo contribuisce alla costruzione di un immaginario sonoro e lirico che porta l’ascoltatore dentro l’universo di Rose Villain.

Rose Villain e “Radio Vega”, nelle viscere dei brani

L’album si apre con “Il bacio del serpente”. Un’intro ipnotica, dal sound psichedelico e accattivante. In collaborazione con Guè, Rose esplora i temi di un amore tossico e irrisolto, con un testo denso di immagini evocative e una base che ammalia sin dal primo ascolto.

Segue “Milionaire”, un brano dal ritmo incalzante e coerente con la linea stilistica dell’artista. Il sound urban si mescola a una melodia accessibile, che richiama le sonorità già amate nei precedenti successi come “Fuorilegge”, “Click Boom” e “Come un tuono”.

“No vabbè” è un pezzo che strizza l’occhio alla Gen Z, con un approccio meno pop e più street. Il featuring con Lazza rafforza la direzione urban del brano, che si rivolge a una nicchia giovane e affamata di beat potenti e un linguaggio diretto. “Ancora” è invece un ritorno a sonorità più melodiche e inclusive, con un ritmo che si apre a un pubblico più ampio. La collaborazione con Geolier aggiunge spessore emotivo, rendendo il brano uno dei più accessibili del disco.

“Musica per dimenticare” poi, in continuità con il brano precedente, miscela melodia e ritmo in un equilibrio perfetto. Il testo, tra disillusione e speranza, riesce a toccare corde universali, parlando di perdita e resilienza. Mentre con “Patrick Bateman” troviamo un brano oscuro e profondo, che si rivolge ancora una volta al pubblico più giovane. Tra nichilismo, sarcasmo e riferimenti pop, Rose Villain tratteggia una visione del mondo cupa ma affascinante.

“Lacrimogeni” è un piccolo gioiello cantautorale, introdotto da un delicato arpeggio di chitarra. Il featuring con Chiello arricchisce il brano di una malinconia poetica, che esplode nel ritornello in un duetto emozionante.

“Fuorilegge” è uno dei singoli più rappresentativi della nuova era di Rose Villain. Del brano ve ne abbiamo abbondantemente parlato, ma qui trova una nuova collocazione, inserendosi perfettamente nel flusso narrativo dell’album. “Bop” invece è un incontro tra titani del rap all’italiana. Fabri Fibra domina il pezzo con il suo flow iconico, mentre Rose Villain aggiunge profondità e un punto di vista femminile essenziale. Il beat firmato Sixpm completa il quadro in maniera impeccabile.

Rose Villain in “Radio Vega”, una vena più intimista

“Smith e Wesson” rappresenta una pausa più soft tra le trame sonore di Radio Vega. Il mood è riflessivo, con testi che parlano di identità e conflitto interiore, su una base più delicata ma mai banale. “Tu sai” prosegue sulle stesse vibrazioni di quello precedente, con toni pacati e un testo intimista. È uno dei brani più romantici del disco, perfetto per chi cerca emozione e autenticità.

“Wtf” è un brano rilassato, quasi meditativo, che gioca su vibrazioni nostalgiche e testi introspettivi. Il flow scorre lento ma preciso, accarezzando le orecchie dell’ascoltatore in una danza ipnotica. “L’amore è un serial killer” infine è la chiusura perfetta: una traccia che fonde cinismo e vulnerabilità, raccontando un amore impossibile con una lirica tagliente ma autentica. Una sorta di epilogo tragico-romantico che sigilla l’album con stile.

Rose Villain in questo lavoro esprime nuovamente sé stessa. Quella vena che mescola pop e urban, e aperta ad un pubblico che spazia oltre quella scena legata prevalentemente alla generazione Z, fatta di suoni e ritmi innaturali, a tratti conturbanti. I testi spaziano tra il nichilismo tipico di questo genere e una malinconia ed un romanticismo più classici, senza mai trasformarsi in pop puro e crudo. “Radio Vega” è certamente un album rivolto ad un pubblico specifico, amante di questo genere che attraversa a più riprese tra pop e urban. Una platea abile a comprenderlo e farlo suo, tra idoli indiscussi e un animo irrequieto che si confà a chi, cuffie alle orecchie, spende intere giornate ad ascoltarlo.

Scritto da Giovanni Saracino
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