A tu per tu con l’ispirata e profonda artista lucana, al suo esordio discografico con l’album “Universale”
Racconta se stessa Rosamaria Tempone, in arte Rosmy, e lo fa attraverso l’amore, inteso come il motore dell’intero universo e “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, come decanta Dante nell’ultimo verso della sua Divina Commedia. “Universale” è il titolo di questo concept album che sviscera i meccanismi tipici del nobile sentimento per antonomasia, non per forza declinato in un rapporto tra un uomo e una donna. Dieci tracce pubblicate da Azzurra Music, disponibile negli store dallo scorso 11 gennaio. A sei mesi di distanza dall’incontro avvenuto in occasione del precedente singolo “Inutilmente” (qui la nostra intervista), torniamo a parlare con l’ispirata cantautrice lucana.
Ciao Rosmy, bentrovata su RecensiamoMusica. Partiamo naturalmente dal tuo album d’esordio “Universale”, che sapore ha per te questo progetto?
«Un sapore speciale, è un disco che mi rispecchia molto, per chi lo ascolta sarà un po’ come immergersi nel mio universo. Parlo dell’amore a 360 gradi, delle mille sfaccettature di un sentimento che, almeno una volta nella vita, chiunque di noi ha provato verso una persona, non necessariamente nei confronti di un partner, ma verso qualsiasi persona, compreso l’amor proprio verso noi stessi, sempre più raro da ritrovare al giorno d’oggi».
Parlami un po’ del tuo team di lavoro, chi ha realizzato con te questo progetto?
«Tutto è nato dalla conoscenza con Enrico “Kikko” Palmosi, grande produttore ma anche un amico. Da lì è nata l’idea di realizzare questo disco, mi sono messa a scrivere i pezzi, pensa che alcuni brani sono nati per strada coinvolgendo alcuni passanti a cui rivolgevo delle domande per trovare risposte o il termine più adeguato, vero e quotidiano, per esprimere un determinato concetto. Nel disco ci sono tante collaborazioni con autori importanti, come Luca Sala, Giulio Iozzi e Alessandro Secci, alcune delle penne più prestigiose dell’attuale panorama musicale italiano,. Credo che la bellezza stia anche nel condividere le proprie cose con chi sa fare bene il suo lavoro».
Dal punto di vista testuale, quali tematiche hai voluto abbracciare?
«Venendo da diverse esperienze teatrali, musicalmente tendo ad avere un tipo di composizione legata al passato, mentre Kikko è un arrangiatore molto attuale che realizza cose molto moderne, il nostro è un connubio perfetto. Sicuramente il mio è uno stile tradizionale, con lui siamo riusciti ad unire questi mondi apparentemente distanti, ma che in realtà sono molto più vicini di quanto si possa pensare, pur cercando di essere sempre sincera con me stessa e con il pubblico».
Quindi, questo album è la prova che si può ancora realizzare un’opera musicale tenendo conto sia della ricerca musicale che dei contenuti?
«Anche questa è una scelta, per me il contenuto è fondamentale, ogni volta che canto qualcosa tendo sempre a chiedermi il motivo, cosa mi spinge a mettere in mostra i miei pensieri attraverso la mia voce. Il mio obiettivo è quello di dire la mia e di cercare di arrivare a più persone possibili, che non necessariamente devono essere i ragazzini, non potrei mai privarmi della libertà di esprimere quello che sento per omologarmi o per l’illusione di un maggiore successo, anzi, a volte tendo a fare l’esatto opposto».
Un disco che parla d’amore, ma mai in maniera scontata e non è facile per il nobile sentimento per antonomasia, affrontato innumerevoli volte da chiunque, dai poeti francesi ai neomelodici napoletani. Una delle frasi che mi ha colpito di più è “fai l’amore, quell’amore tornerà”. Si può sviscerare questo tema senza sfociare nella retorica?
«È vero quello che dici, nel mio album l’amore è molto presente e ricorre in tutte le tracce. Quella frase che hai citato è inserita nel pezzo “Trema pure la città”, che parla dell’indifferenza delle persone, la risposta a tutto questo credo che non sia il rancore, l’amore è l’unico sentimento che ci può realmente salvare. Ogni nostra azione non è altro che un boomerang, il bene o il male che facciamo prima poi torna indietro, per questo motivo è importante raccontarlo e celebrarlo, spero di averlo fatto in maniera ispirata e non banale».
Credi che sia la discografia ad essersi adattata in qualche modo alla distrazione del pubblico o, viceversa, che sia stato il sistema troppo veloce a rendere gli ascoltatori poco attenti e diciamo pigri? Non trovi che manchi un po’ di curiosità, ci si ferma alla prima pagina di spotify, agli algoritmi e alle scelte di mercato e non si approfondisce tutto il sottobosco che esiste?
«Sicuramente viviamo in un’epoca difficile, in cui la comunicazione è fondamentale, per questo trovo che la promozione sia importantissima, affidarsi a un buon ufficio stampa che crede nel tuo progetto è un valore aggiunto, perché il problema oggi come oggi è arrivare alle persone, far sapere che esisti, io lotto per tutto questo, per salvaguardare la mia musica. Internet ha aperto un mondo di informazioni, i motori di ricerca sono fondamentali e rappresentano uno strumento importante, anche i social danno la possibilità di arrivare in maniera diretta, ma non è semplice utilizzarli bene, spesso possono diventare un’arma a doppio taglio. Il canale è veloce e più efficace rispetto al passato, per questo si può creare un po’ di confusione, per cui la promozione assume un ruolo fondamentale».
https://www.youtube.com/watch?v=6mFN-iBbDIA
Nel singolo “L’amore è rincorrersi” descrivi un po’ uno spaccato di questa frenetica società, che non ha risparmiato nemmeno i rapporti personali, che si consumano sempre più virtualmente, sia online che con la messaggistica istantanea. Ormai non ci si da piú appuntamento al bar, ma su WhatsApp. Una canzone nata dall’esigenza di raccontare tutto questo?
«Esattamente. “L’amore è rincorrersi” è ormai diventato uno slogan, anche se non intendo l’amore come una rincorsa tra due persone, ma più nei confronti del mondo che ci circonda, di questa epoca così veloce e confusa. Bisogna avere il coraggio di rinunciare a qualcosa ogni tanto, per prenderci un po’ di tempo per noi, spegnendo il cellulare e il nostro computer per dedicarci alle cose veramente importanti, aspetto che abbiamo voluto sottolineare attraverso le immagini del videoclip diretto da Beppe Gallo. Le cose possono anche rinascere, ognuno di noi può riscoprire aspetti della propria esistenza che considerava ormai conclusi, l’amore è una continua magia».
Nico Donvito
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