Ruggero: “La pazienza è una mia virtù” – INTERVISTA

Ruggero

A tu per tu con Ruggero che si racconta in occasione dell’uscita del suo primo singolo in italiano intitolato “Notti italiane”. La nostra intervista all’artista

Dopo aver conquistato milioni di fan in America Latina e in giro per il mondo grazie a serie di culto come “Violetta” e “Soy Luna” e a una carriera musicale internazionale che lo ha consacrato tra gli artisti italiani più seguiti al mondo, Ruggero torna a casa con il singolo “Notti italiane”, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali dallo scorso 2 ottobre.

Un brano che segna il suo debutto ufficiale in lingua italiana e l’inizio di un nuovo capitolo artistico, intimo e consapevole. Scritto insieme al fratello Leonardo Lemas e Fabio Pizzoli, e prodotto da Luigi, il pezzo sprigiona tutto l’amore per le proprie radici, intrecciando sonorità pop, riferimenti a Mina e Lucio Battisti, e l’energia di una notte vissuta tra amicizia, musica e libertà.

In questa intervista, Ruggero racconta la genesi di “Notti italiane“, il significato del suo ritorno alle origini, i ricordi di X Factor, gli anni in Sud America e i sogni futuri tra cui, chissà, anche il Festival di Sanremo.

Ruggero presenta il nuovo singolo “Notti italiane”, l’intervista

È il tuo primo singolo in italiano, immagino sia un po’ figlio del tuo vissuto. Com’è nato e come si è sviluppato il processo creativo di “Notti italiane”?

«Chiaramente questo nuovo inizio è molto emozionante per me. Dopo tanto tempo in cui rimandavo il lancio della mia prima canzone in italiano, è arrivato il momento giusto. Forse prima non ero ancora pronto per iniziare un percorso così importante. Il mio percorso si è sviluppato verso l’Argentina, l’America Latina, ma un ritorno aveva bisogno di tempo e concentrazione. L’anno scorso, dopo mesi in studio cercando la mia identità musicale in italiano, ho finalmente trovato la mia direzione. “Notti italiane” è stata l’ultima canzone scritta in quel periodo, ma sin da subito ho capito che sarebbe stata la prima da pubblicare. Parla delle mie notti italiane vissute realmente a Pescara, in uno stabilimento balneare, con gli amici, cantando a squarciagola. Da lì è nata l’ispirazione».

“Notti italiane” sembra avere il sapore di un vero e proprio ritorno alle origini, non a caso il videoclip ufficiale è stato girato a Città Sant’Angelo, che è il tuo paese natale. Che sensazioni hai provato in questo ritorno a casa?

«È stato molto speciale. Ho chiesto di poter girare una scena in un bar dove andavo sempre con gli amici dopo scuola. Mi hanno accolto con entusiasmo. Ho rincontrato persone che conoscono la mia storia, professori, amici d’infanzia… Ho respirato un’emozione profonda. Sapere che avrò un video su YouTube da rivedere tra vent’anni è un ricordo bellissimo, come un passaggio dal video di me bambino che canta a quello di oggi».

Sempre a proposito di radici, in “Notti italiane” citi delle pietre miliari della musica italiana, da Mina a Battisti, passando per Vasco. Qual è il tuo rapporto con la canzone italiana del passato?

«Molto forte. I miei genitori mi hanno fatto ascoltare di tutto: Mina, Vasco, Pino Daniele, Battisti, Tiziano Ferro. Tutti artisti che mi hanno formato. Anche nelle mie canzoni in spagnolo sento di aver portato un po’ di questa italianità musicale».

Torniamo indietro di quindici anni, il 7 settembre del 2010 iniziava la tua avventura a X Factor. Cosa ricordi di quell’esperienza?

«È un’esperienza che rifarei senza pensarci. Era la mia prima volta davanti a un pubblico così grande, la prima occasione per capire se fosse la strada giusta per me. Ricordo i fan, le dirette, e anche il fatto che eravamo lontani da casa senza poter parlare con i genitori. Il mio compleanno cadeva il 10 settembre e mi tagliai la mano mentre tagliavo un panino! Mara Maionchi mi ha scelto tra 80.000 persone e la ringrazierò sempre».

Hai interpretato molte cover diverse. Ti hanno fatto sperimentare tanto, vero?

«Sì, quella è stata la mia fortuna. Quando mi davano brani più teatrali magari storcevo un po’ il naso, ma alla fine proprio quelle esibizioni mi hanno fatto notare dalla Disney. Se avessi fatto una puntata in più, avrei firmato con Sony e il mio percorso sarebbe stato diverso».

Dopo X Factor, nel 2012 vieni scelto per “Violetta” e ti trasferisci a Buenos Aires. Come cambia la tua vita?

«Totalmente. All’inizio dovevo restare un mese e mezzo, senza sapere neanche dire “hola”. Poi sono tornato in Italia, ma il mio personaggio è piaciuto così tanto che mi hanno richiamato. E da lì è partito tutto».

Nel 2016 arriva Soy Luna. Che impatto ha avuto vivere e lavorare in Sud America?

«Enorme. Avevo iniziato a preparare il ritorno in Italia, ma l’opportunità di “Soy Luna” ha posticipato tutto. Parlare e cantare solo in spagnolo ha allargato il mio pubblico in America Latina. Non rimpiango nulla».

Ad oggi sei tra i cantanti italiani più seguiti su Instagram. Come vivi questa dimensione?

Strano! Quando ero il più seguito prima di Fedez, mi chiedevo chi fosse Ruggero Pasquarelli. Sono felice di aver portato la mia voce in tutto il mondo, ma ora sono tornato in Italia, con la stessa voglia di sempre».

Sanremo: l’hai seguito negli anni? Ti piacerebbe partecipare?

«Sempre seguito, anche dall’Argentina. È un sogno familiare, è un momento importante per tutti noi. Sento più pressione per Sanremo che per tutto il resto! Non ho ancora cercato quell’opportunità, ma è un obiettivo forte per il 2027. Metterò tutto me stesso per arrivarci».

Per concludere, in che direzione andrà la tua musica da adesso in poi?

«Passo dopo passo. Voglio costruire una carriera duratura. Non voglio essere un fuoco di paglia. La pazienza è una mia virtù, e voglio portare avanti una musica fatta con il cuore. Il pubblico troverà sempre passione e autenticità in ciò che farò».

Scritto da Nico Donvito
Parliamo di: