lunedì 25 Novembre 2024

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S7ORMy: “L’ignoranza è il virus più letale che ci sia” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane youtuber, in uscita con il suo singolo d’esordio intitolato “Boomers

Debutto musicale per Matteo Valente, meglio conosciuto con lo pseudonimo di S7ORMy, youtuber classe ’94 al suo esordio discografico con il singolo “Boomers”, un brano accattivante e molto attuale, sia per quanto concerne le sonorità che per la tematica affrontata. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Matteo, benvenuto. Partiamo dal tuo singolo d’esordio “Boomers”, cosa hai avuto l’urgenza di voler raccontare?

«Ho scritto questa canzone nel periodo ”non ce n’è coviddi”. Ho sentito infatti l’esigenza di dire la mia. Ovvero, tra le righe del testo, che l’ignoranza è il virus più letale che ci sia».

Un “raccoglitore di meme” e di quell’irriverente ironia che in questi mesi di pandemia non si è fatta mancare. Qual è il tuo pensiero sulle fake news in tempo di Covid?

«Le fake news in generale, in questa società veloce che non va a controllare le fonti, sono il male. Soprattutto quando si parla di tematiche relative alla salute della comunità. Certe cose andrebbero quasi censurate, come ad esempio la frase “i vaccini ci trasformeranno in robot”, pronunciata, tra l’altro, sul palco di una manifestazione NO COVID».

A livello musicale, quali tipo di sonorità hai voluto abbracciare per rendere immediato e universale il tuo racconto?

«”Boomers” è nata quasi per scherzo, unendo sonorità Brazilian Bass a quelle Electro Swing, generi che al momento sono i miei preferiti».

Dal punto di vista narrativo, cosa aggiungono le immagini del videoclip ufficiale del pezzo?

«Non sono un cantante e diciamo che il video è praticamente il 50% della narrazione generale. La canzone senza il video ufficiale è difficile da rendere, soprattutto in questi casi».

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

«Tanto, la ascolto tantissimo, mi tengo sempre aggiornato e la utilizzo nel mio lavoro. Senza non si può vivere».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

«Ho sempre ascoltato tutto, tranne la trap. Dall’hard rock al jazz, dal punk alla EDM. Davvero di tutto, tranne i brani che parlano di ”strada”, ”cash” e annessi».

Ad un certo punto nella tua vita è arrivato il web, un canale sempre importante per esprimere il proprio talento. Come descriveresti il tuo rapporto con i social network?

«Il legame con i social è molto importante. È nato tutto come un gioco anni fa e ora è un vero e proprio lavoro. Dà la possibilità a tutti di esprimere ciò che vogliono, nel modo che preferiscono. C’è massima libertà nell’espressione della creatività. Rispetto ad altri canali il mondo social secondo me è molto più trasparente, ma, per alcuni aspetti, anche ”letale”».

Parte del tuo successo lo vedi alla rete, in particolare a Tik Tok che in questo momento è diventato un po’ il social di riferimento. Come spiegheresti in cosa consiste esattamente questa piattaforma al cosiddetto pubblico di “Boomers”?

«TikTok è il mio terzo canale di riferimento. Ai Boomers non serve una spiegazione, ma un semplice: ”State lontano da questa piattaforma e non mi intasate il feed con i vostri animali domestici”».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Stai lavorando a nuovi brani?

«Top Secret, ma resta un’opzione».

Per concludere, a chi si rivolge la tua musica oggi e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Al momento la mia musica si rivolge principalmente alla mia community. Per il futuro chi lo sa, ma sicuramente non diventerò un trapper!».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.