Rinnoviamo il nostro appello per il “no” agli ospiti italiani al Festival per fare promozione
Partiamo da una premessa doverosa: non siamo tra quelli che in queste settimane hanno attaccato sotto ogni punto di vista il Festival di Sanremo 2020 ed il lavoro del suo direttore artistico Amadeus. Non ce la siamo presa per l’intervista esclusiva a Repubblica per svelare il cast tagliando fuori tutte le altre testate, non abbiamo cavalcato l’onda delle polemiche sul famoso ‘stare un passo indietro’ riferito alla fidanzata di Valentino Rossi che sarà all’Ariston e non abbiamo nemmeno criticato il cast per la sua composizione. Insomma, zero polemiche: noi il Festival vogliamo concepirlo diversamente, vogliamo che a parlare siano unicamente le canzoni e per questo di Sanremo 2020, finora, abbiamo parlato soltanto a proposito di canzoni e musica.
Oggi, però, facciamo un’eccezione per parlare dell’ultimo caso che riguarda la kermesse ligure: la non partecipazione di Salmo in qualità di super-ospite della serata d’apertura. Una partecipazione, quella del rapper campione di vendite, che era stata annunciata già da diverse settimane e che, quindi, in moltissimi davano per scontata e confermata. Invece, l’artista sardo in questi giorni ha smentito ufficialmente la sua partecipazione a Sanremo 2020 con un video sui propri canali social ammettendo che non se la sente: ‘mi sentirei a disagio’.
Viene da chiedersi, dunque, come sia possibile che un’ospitata venduta per certa sia saltata all’ultimo momento e in che modo gli autori del Festival siano giunti ad annunciare la presenza dell’artista sardo non avendo ancora in mano la firma del contratto. Ma queste sono questioni legali che poco ci riguardano. Ciò che davvero ci interessa è, anche in questo caso, andare controcorrente rispetto ai tanti eminenti colleghi che hanno criticato la scelta di Salmo a cui, invece, giunge il più sincero dei nostri applausi ed il più ammirato nostri apprezzamenti.
Finalmente un artista ha saputo dire “no” agli indiscussi vantaggi di una massiccia promozione popolare, una promozione che solo il Festival di Sanremo sa oggi offrire in Italia, per preservare se stesso e, in qualche modo, anche il Festival stesso. Sanremo è gara, lo è da settant’anni e questo vizio, ahimè sempre più frequente, di provarlo di tale fulcro è, a dir poco, nocivo.
Lo scorso anno ci furono Andrea Bocelli, Giorgia, Elisa, Marco Mengoni, Alessandra Amoroso, Ligabue, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Antonello Venditti, Ornella Vanoni, Raf, Umberto Tozzi, Fabio Rovazzi, Anastasio, Lo Stato Sociale ed Eros Ramazzotti. Diciassette ospiti musicali italiani. Diciassette. Quasi quanti gli artisti in gara e, sia chiaro, a molti di questi “super ospiti” la gara non farebbe male. Anzi. Chiaro che, però, se ti viene concesso di fare promozione alla tua musica senza dover subire lo stress ed i rischi che comporta la gara, tanto meglio…
Quest’anno, sotto la guida di Amadeus, le cose certo non cambieranno e già sono stati confermati nomi come Emma, Tiziano Ferro, Massimo Ranieri, Al Bano e Romina Power e Mika. Si chiacchierano, poi, le presenze di Ultimo, Mahmood e Zucchero e, statene certi, molti altri arriveranno all’ultimo momento. Eppure, ora che Salmo non c’è, la preoccupazione sale per dover riempire un buco alla svelta. Come se il Festival venisse guardato soltanto per gli ospiti italiani poi…
Ci sentiamo, dunque, di rinnovare il nostro invito ad evitare le ospitate degli artisti italiani (lo facemmo anche lo scorso anno) inducendo loro ed il loro staff a dover compiere una scelta: ho bisogno della platea dell’Ariston per la promozione del mio progetto? Vengo in gara al Festival altrimenti ne faccio a meno. Venissero in gara davvero sarebbe un bene per entrambi, ne siamo certi: il Festival godrebbe di nomi importanti e celebri, gli artisti avrebbero una promozione di non una ma ben cinque serate. La classifica, poi, conta solo fino ad un certo punto, inutile usarla sempre come scusa.
È per questo che ringraziamo Salmo: grazie per aver detto no tutelando te stesso perché consapevole che portare la tua proposta su quel palco ti avrebbe fatto “sentire a disagio”. Grazie per aver saputo rinunciare alla tentazione di ricevere così tanta esposizione per sfruttare l’occasione e riempire così San Siro più velocemente. Grazie per aver tutelato anche il Festival perché il tuo “no” rende onore alla sua storia, alla sua tradizione, alla sua importanza e maestosità oltre che alla sua natura: la gara.
Ilario Luisetto
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