Recensione del nuovo singolo di Marco Guazzone in coppia con Chiara Galiazzo
Se c’è un’interprete che, nei primi anni ’10, si è fatta maggiormente distinguere per la dolce malinconia che la vestiva, quella è sicuramente Chiara Galiazzo. Canzoni come “Due respiri“, “Il futuro che sarà” e “Straordinario” erano il risultato di un ottimo connubio trovato tra un pop radiofonico e i colori nostalgici della sua voce che, dopo qualche anno, ritroviamo oggi anche in “Salsedine“, singolo di Marco Guazzone che la vede in featuring.
Equilibrio tra contemporaneità e tradizione cantautorale |
Perché “Salsedine” è un brano che sa essere, al tempo stesso, moderno e raffinato. Lo dicono immediatamente la prima strofa e il bridge che la segue, con Marco a inaugurare il discorso utilizzando una metrica urban (che strizza l’occhio a Mahmood) e Chiara a inserirsi su un tappeto di archi suonato dalla Roma Film Orchestra, per poi arrivare a un ritornello cantato in simbiosi e di grande apertura melodica. L’ingresso dell’elettronica nella seconda strofa è l’elemento-chiave che aggiunge completezza a un brano che si pone l’obiettivo di sposare contemporaneità e tradizione cantautorale.
Parallelo tra i ricordi del passato e la salsedine |
A essere portata in scena è una storia d’amore arrivata al suo termine ma che si meriterebbe una seconda occasione. L’accettazione della fine (“Non una lacrima, un sussulto, o uno stupido resta, sembrava tutto fatto per portami via dai guai“) si scontra quindi con i primi dubbi che sembrano anticipare le possibilità di un riavvicinamento: “Ed ogni tanto tu ritorni come un déjà-vu, le notti in bianco che ho passato per capirti ora che ho una casa piena di vorrei“.
Sono i ricordi del passato (“Quanto tempo fa eravamo due ombre felici per la città? Quanto tempo fa graffiava, graffiava, graffiava la sabbia rosa nella maglietta? Il tuo silenzio chi se lo scorda“) a ridare forza al rapporto e vengono oggi paragonati alla salsedine. Se la salsedine, infatti, rimane sulla pelle lasciando un richiamo del mare, anche i ricordi sono segni in grado di riportare verso una persona e un momento preciso. E possono riaccendere, proprio come in questo caso, un sentimento che sembrava perduto.
In conclusione |
“Salsedine” conferma così Marco Guazzone come cantautore dalla grande capacità di combinare melodia e attualità. Azzeccatissimo il connubio con una Chiara Galiazzo in grande spolvero perché abbiamo, da una parte, un timbro spesso e profondo e, dall’altra, una vocalità delicata e cristallina che, nel loro intreccio, contribuiscono a dare un grande senso di pienezza a un brano che ha l’indiscutibile merito di rimettere Chiara, lontana da qualche anno dai riflettori che meriterebbe, al servizio di una canzone importante e degna del suo valore.
Nick Tara
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