Dopo un’edizione affidata agli esordienti, tornano i grandi Big e il reuccio Claudio Villa trionfa nuovamente con la sua “Corde della mia chitarra”.
Top e Flop di Sanremo 1957
Top
1. Carla Boni – Gloria Christian – “Casetta in Canadà”
2. Gino Latilla – Claudio Villa – “Il pericolo numero uno”
3. Claudio Villa – Nunzio Gallo – “Corde della mia chitarra”
Flop
1. Gino Baldi – Jula de Palma – “Nel giardino del mio cuore“
2. Fiorella Bini – Duo Fasano – “Raggio nella nebbia“
3. Gianni Ravera – Natalino Otto – “Un certo sorriso“
Il ritorno al passato premia sia a livello di popolarità che nelle vendite, la scelta di richiamare i beniamini del pubblico risulta vincente e le canzoni sono di gran lunga superiori alle ultime due edizioni. La seconda vittoria di Villa consacra il suo istrionico personaggio, talvolta attaccato dalla critica per le sue estreme manie di protagonismo, anche se il brano che verrà ricordato nel tempo sarà la filastrocca “Casetta in Canadà”, che rilancia Carla Boni e risalta la debuttante Gloria Christian, seguita da “Il pericolo numero uno”, una delle canzoni più leggere del repertorio del reuccio.
LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
Il Festival del 1957 è protagonista di un’ennesima polemica in quel di Sanremo che nelle sue prime sei edizioni aveva già conosciuto le pesanti chiacchiere dovute a presunti flirt amorosi, a playback e a cast non soddisfacenti per il pubblico (tutte questioni che nella storia della kermesse saranno destinate a ripetersi a non finire per ogni futura edizione). Nell’anno segnato dal ritorno di Claudio Villa, però, è la squalifica del brano “La cosa più bella” a guadagnarsi il fulcro dell’attenzione dei cercatori di polemiche: il brano affidato a Carla Boni e Tonina Torrielli, scritto dal duo autorale di Pinchi e Olivieri, fu escluso dalla gara a pochi giorni dall’inizio del Festival a causa del suo non essere inedito in quanto pubblicato, con una versione incisa da Cristina Jorio, in un juke box di Milano. Fu questa la prima di una lunga serie di esclusioni da Sanremo passate attraverso anche i più celebri e recenti casi di Loredana Bertè (2008), Morgan (2010) e Riccardo Sinigallia (2014). |
Nico Donvito
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