giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 1968, viaggio nella storia del Festival

La manifestazione diventa maggiorenne, si impone la canzone d’autore con la vittoria di Sergio Endrigo e debutta alla conduzione Pippo Baudo

Il diciottesimo Festival della canzone italiana, in scena dal 1 al 3 febbraio del 1968 dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, subisce l’inevitabile attenzione internazionale da parte dei media a distanza di un anno dalla tragedia dovuta alla morte di Luigi Tenco. Conduce per la prima volta Pippo Baudo, affiancato dall’attrice Luisa Rivelli, che presenta i ventidue brani in concorso, selezionati da una ricca rosa che comprendeva anche “Meravigliso” di Domenico Moduno, che fu clamorosamente esclusa dalla competizione, preferendo del cantautore pugliese il brano “Il posto mio” eseguita in coppia con Tony Renis. Tra gli altri veterani della kermesse, segnaliamo i ritorni di: Adriano Celentano, Ornella Vanoni, Gigliola Cinquetti, Johnny Dorelli, Little Tony, Iva Zanicchi, Antoine, Milva, Pino Donaggio, Anna Identici, Orietta Berti, Gianni Pettenati, I Giganti, Annarita Spinaci, Lara Saint Paul, Wilma Goich, Mario Guarnera, Tony Del Monaco Peppino Gagliardi, oltre che il vincitore Sergio Endrigo con “Canzone per te”.

Tra le nuove leve, invece, diversi esordi di lusso: da Al Bano CarrisiMassimo Ranieri, passando per Fausto Leali, Dino, Marisa Sannia, Nino Ferrer, Lorenzo Pilat, Elio Gandolfi, Giuliana Valci, Piergiorgio Farina e Giusy Romeo, che tutti ricordiamo con lo pseudonimo di Giuni Russo. Infine, tra gli stranieri abbinati ai nostri interpreti, in gara, troviamo: il brasiliano Roberto Carlos; la cantante giapponese Yoko Kishi; l’austriaco Udo Jürgens; il francese Sacha Distel; la gallese Shirley Bases; il gruppo inglese dei The Rokes e gli statunitensi: Paul Anka Dionne Warwick, Bobbie Gentry, i The Sandpipers, Eartha Kitt, i The Cowsills, Timi Yuro, Wilson Pickett Louis Armstrong, leggendario trombettista protagonista di uno dei momenti passati alla storia di questa kermesse. L’artista americano, in gara con “Mi va di cantare”, era convinto di doversi esibire in una jam-session e rimase sul palco a suonare con la band per diversi minuti (convinto che il cachet fosse troppo alto per una sola canzone), fino a quando il giovane conduttore fu costretto ad interrompere quello spettacolo meraviglioso per via del regolamento.

https://www.youtube.com/watch?v=j6FUMIemRKs

Top e Flop di Sanremo 1968

Top
1. Tony Del Monaco – Dionne Warwick – “La voce del silenzio”   
2. Sergio Endrigo – Roberto Carlos – “Canzone per te”   
3. Adriano Celentano – Milva – “Canzone”

Flop
1. Tony Renis – Domenico Modugno – Il posto mio
2. Johnny Dorelli – Paul Anka – La farfalla impazzita
3. Massimo Ranieri – I Giganti – Da bambino

Nonostante i rumors della vigilia davano per favorita la coppia composta da Adriano Celentano e Milva con “Canzone”, ad aggiudicarsi la vittoria è “Canzone per te” del duo istriano-brasiliano composto da Sergio Endrigo e Roberto Carlos, anche se la canzone che ottiene il vero successo e verrà maggiormente ricordata nel tempo è “La voce del silenzio”, interpretata da Tony Del Monaco e da Dionne Warwick, che si classifica all’ultimo posto nella serata finale. Come è più volte accaduto, il merito della popolarità di questo brano va attribuita a Mina che la ricanterà pochi mesi dopo, così come tantissimi altri protagonisti del panorama musicale italiano, da Mia Martini ad Andrea Bocelli, passando per Loretta Goggi, Massimo Ranieri, Alex Baroni, Francesco Renga e Dolcenera. Molti i 45 giri che ottengono successo all’indomani della kermesse, tra cui: “Deborah” dell’esordiente Fausto Leali, “Quando m’innamoro” di Anna Identici, “La tramontana” di Antoine, “Gli occhi miei” di Dino (incisa successivamente da Tom Jones con il titolo “Help yourself”) e “Casa bianca” di Ornella Vanoni e “Un uomo piange solo per amore” di Little Tony.

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Il Festival diventa grande e non è un caso che ad accompagnarlo in questo passaggio sia stato proprio Pippo Baudo, l’uomo a cui la kermesse canora ligure probabilmente deve di più ancor oggi. Al suo esordio in Riviera non è che un ragazzo di 32 anni ma, nel corso degli anni, diventa accanto al Festival un uomo d’esperienza televisiva e musicale arrivando a condurre ben 13 edizioni (l’ultima nel 2008 all’età di 72 anni). Sotto la sua ala protettrice la musica italiana ha acquistato vere e proprie star della scena pop: da Laura Pausini a Giorgia passando per Al Bano, Massimo Ranieri, Eros Ramazzotti, Andrea Bocelli e Gianluca Grignani. Ma quello del ’68 è anche il Festival del “gran rifiuto” citando l’Alighieri: Don Backy è autore di ‘Canzone’ e di ‘Casa bianca’ ma il regolamento impedisce ad un autore di gareggiare con più di una canzone ed è per questo che la casa discografica (il celebre ‘Clan Celentano’) propone una “controfigura” per uno dei due brani. Don Backy rifiuta qualsiasi trattativa rompendo il contratto e lasciando il Clan Celentano. I due brani, però, furono ammessi ugualmente alla kermesse: ‘Canzone’ fu proposta proprio da Celentano e ‘Casa bianca’ dalla Vanoni arrivando rispettivamente 3° e 2°.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.