venerdì 13 Dicembre 2024

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Sanremo 1970, viaggio nella storia del Festival

Addio alle star internazionali, la kermesse punta sugli interpreti italiani. Trionfano i coniugi Celentano-Mori con “Chi non lavora non fa l’amore”

Il ventesimo Festival della canzone italiana, in scena dal salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 26 al 28 febbraio del 1970, è stato presentato per la seconda volta consecutiva da Nuccio Costa, affiancato dagli attori Enrico Maria Salerno e Ira Fustenberg. Si è trattato della prima edizione senza l’abbinamento con cantanti stranieri, dopo un ricco triennio che ha regalato alla manifestazione le presenze in gara di artisti internazionali del calibro di Louis Armstrong, Stevie Wonder, Wilson Pickett, Dionne Warwick, Shirley Bassey, Cher e Dalida. Tra i grandi esclusi della vigilia l’attore romano Nino Manfredi, che aveva proposto alla commissione selezionatrice la celeberrima “Tanto pe’ cantà”. Ventisei le canzoni in gara, affidate al talento di numerosi e prestigiosi esordienti: da Patty Pravo ai Ricchi e Poveri, passando per Ron, Gianni Nazzaro, Dori Ghezzi, i Camaleonti, Mario Tessuto, Donatello, Paolo Mengoli, i Ragazzi della via Gluck, Michele, Francesco Banti, Dino Drusiani, Emiliana, i Gens, Lucia Rizzi, i Domodossola, Pio, Sandie Shaw, Rossano, Valeria Mongardini e Sergio Leonardi .

A questi interessanti debuttanti venne aggiunta la sapiente esperienza di veterani del calibro di: Iva Zanicchi, Bobby Solo, Caterina Caselli, Ornella Vanoni, Claudio Villa, Fausto Leali, Gigliola Cinquetti, Sergio Endrigo, Nicola Di Bari, Luciano Tavoli, Rita Pavone, Anna Identici, Little Tony, Orietta Berti, Mal, Antoine, Nada, Carmen Villani, i Dik Dik, Marisa Sannia, Renato Rascel, Pino Donaggio, Rosanna Fratello, Tony Del Monaco, Nino Ferrer, Rocky Roberts e Tony Renis. A trionfare la coppia più bella del mondo composta da Adriano Celentano e Claudia Mori con “Chi non lavora non fa l’amore”, il primo brano di protesta ad aggiudicarsi il titolo nella storia della kermesse.

Top e Flop di Sanremo 1970

Top
1. Nicola Di Bari – Ricchi e Poveri – “La prima cosa bella”   
2. Patty Pravo – Little Tony – “La spada nel cuore”   
3. Ornella Vanoni – Camaleonti – “Eternità”

Flop
1. Claudio Villa – Tony Del Monaco – Serenata
2. Rita Pavone – Valeria Mongardini – Ahi ahi ragazzo!
3. Ragazzi della via Gluck – Paolo Mengoli – Ahi! Che male che mi fai

Nonostante la vittoria di “Chi non lavora non fa l’amore”, ad imporsi nelle vendite e nella memoria storica degli italiani è “La prima cosa bella”, canzone seconda classificata rifiutata da Gianni Morandi e proposta in gara da Nicola di Bari e dai Ricchi e Poveri, che otterrà negli anni un grande riscontro e sarà riscoperta recentemente grazie alla cover di Malika Ayane. Tra i 45 giri che ottennero successo all’indomani del Festival, ricordiamo: “La spada nel cuore” interpretata dalla debuttante Patty Pravo (reduce dal suo periodo di massimo splendore come ragazza del Piper) e da Little Tony, “Eternità” di Ornella Vanoni e dei Camaleonti, “Pa’ diglielo a mà” di Nada e del giovanissimo Rosalino Cellammare (che in futuro adotterà lo pseudonimo di Ron), “Tipitipiti” di Orietta Berti e Mario Tessuto, Re di cuori” del duo composto da Caterina Caselli e Nino Ferrer, “Io mi fermo qui” dei Dik Dik e Donatello e “L’arca di Noè” di Iva Zanicchi e Sergio Endrigo, che non riescono entrambi a bissare la vittoria dei rispettivi due anni precedenti.

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Per la prima volta a Sanremo una canzone “impegnata” riesce a raggiungere la vittoria creando la prima eccezione che vuole le canzoni d’amore strappalacrime come quelle perfette per conquistare il consenso più ampio possibile tra il pubblico della kermesse aggiudicandosi, di conseguenza, il leoncino d’oro. Celentano e la Mori vanno contro-tendenza ed inaugurano, a proprio modo, la (limitata) serie di vittorie “impegnate”: la più recente è quella di Simone Cristicchi che nel 2007 cantò la situazione di un malato mentale con la sua “Ti regalerò una rosa”. Da segnalare riguardo all’edizione del 1970, però, c’è anche il debutto di Patty Pravo, regina incontrastata della musica italiana che da allora partecipò alla kermesse altre 8 volte senza riuscire mai ad andare oltre il 5° posto, e di Ron, cantautore sopraffino che tanto donerà, da quel momento in avanti, alla musica italiana attraverso la propria voce, ma anche per mezzo della propria penna autorale.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.