Tornano le grandi interpreti come Mia Martini e Ornella Vanoni, si affermano Raf e Jovanotti, trionfa la coppia formata da Anna Oxa e Fausto Leali
La trentanovesima edizione del Festival della canzone italiana, in scena al Teatro Ariston di Sanremo dal 21 al 25 febbraio del 1989, è stata presentata dall’inedito e curioso quartetto dei “figli di”, alias Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi, passati alla storia per i loro innumerevoli strafalcioni. Quarantotto le canzoni in gara, suddivise per la prima e unica volta in tre categorie: Campioni, Emergenti (coloro che hanno all’attivo almeno un album ma che non ancora raggiunto piena affermazione) e Nuove Proposte. Tra i big al debutto, ricordiamo: Jovanotti (alla sua unica presenza in gara), Enzo Jannacci, Francesco Salvi, Gigi Sabani, Marisa Laurito e il re della canzone napoletana Renato Carosone, al suo esordio all’età di 69 anni. Tra i veterani, invece, si segnalano le presenze di Mia Martini, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Raf, Al Bano Carrisi e Romina Power, Fred Buongusto, Gigliola Cinquetti, Peppino Di Capri, Eduardo De Crescendo, Dori Ghezzi, Fiordaliso e Claudio Cabrini, Riccardo Fogli, i Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Sergio Caputo, Tullio De Piscopo, Rossana Casale, oltre ai vincitori Anna Oxa e Fausto Leali in duetto sulle note di “Ti lascerò”.
Tanti gli emergenti, tra cui: Aleandro Baldi, la Steve Roger Band, Aida Cooper, Stefano Borgia, Gepy & Gepy, Marina Arcangeli, i Santarosa e la vincitrice Paola Turci, alla sua quarta presenza sanremese. Infine, per le Nuove Proposte: Franco Fasano, Jo Chiarello, Aida Satta Flores, le sorelle Brigitta e Benedicta Boccoli, i Ladri di Biciclette, Gianluca Guidi (figlio di Johnny Dorelli), i Meccano, Antonio Murro, gli Elite, Gitano, gli Sharks, Stefano Ruffini, Antonio Valentini, Stefania La Fauci e Mietta, che si aggiudica il titolo della categoria con un brano firmato da Amedeo Minghi. Numerosi gli ospiti internazionali, da Elton John a Ray Charles, passando per Boy George, Charles Aznavour, Chico Barque, Spagna, Dee Dee Bridgewater, Nick Kamen, Kim Wilde, Tracy Spencer, Chris Rea, i Simply Red, gli Europe e i Depeche Mode.
Top e Flop di Sanremo 1989
Top
1. Mia Martini – “Almeno tu nell’universo”
2. Anna Oxa e Fausto Leali – “Ti lascerò”
3. Raf – “Cosa resterà degli anni ’80”
Flop
1. Marisa Laurito – “Il babà è una cosa seria”
2. Francesco Salvi – “Esatto”
3. Jovanotti – “Vasco”
Ad imporsi nelle classifiche di vendita all’indomani dalla manifestazione, oltre a “Ti lascerò” della coppia Oxa-Leali, sarà soprattutto “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, uno dei capolavori del repertorio dell’interprete di Bagnara Calabra, che si aggiudicò per la seconda volta l’ambito Premio della Critica. Tra gli altri brani di successo, ricordiamo: “Cosa resterà degli anni ’80“ di Raf, “Questa volta no“ di Gino Paoli, “Io come farò” di Ornella Vanoni, “Le mamme” di Toto Cutugno, “Cara terra mia“ di Al Bano e Romina, “Non finisce così” di Riccardo Fogli, “Chi voglio sei tu“ dei Ricchi e Poveri, “Ciao” di Gigliola Cinquetti, “Il cuore delle donne” di Dori Ghezzi, “A che servono gli dei“ di Rossana Casale, “Se me lo dicevi prima“ di Enzo Jannacci, “Come mi vuoi” di Eduardo De Crescenzo, “Il mio pianoforte“ di Peppino Di Capri, “Na canzuncella doce doce“ di Renato Carosone.
LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
Il Festival del 1989 è passato indubbiamente alla storia come quello dalla conduzione più strana e “imperfetta” grazie (o per colpa, dipende dai punti di vista) alle quattro poco conosciute figure scelte per quel ruolo per merito (qui, invece, non c’è dubbio) del proprio cognome più che per le capacità dimostrate. A tutto ciò si aggiunsero gli interventi comici di Beppe Grillo, che si guadagnò più di qualche querela, e del trio Marchesini-Lopez-Solenghi, che suscitarono un’ampia polemica per un intervento giudicato blasfemo dall’ambiente cattolico italiano. La vittoria fu indiscutibilmente assegnata alla coppia formata da Fausto Leali ed Anna Oxa (quasi 6 milioni di voti contro i nemmeno 2 milioni dell’eterno secondo, Toto Cutugno) capaci di far dialogare armonicamente la potenza di una voce graffiata e sporca con la classe e la sensualità di una timbrica tanto particolare quanto elegante. La direzione artistica di Adriano Aragozzini, per la prima volta alla guida della kermesse, permise, però, anche il ritorno in scena di Mia Martini, da sette anni lontana dalle scene a causa di una incivile maldicenza che l’aveva prepotentemente etichettata come “l’artista porta iella” rendendole impossibile una qualsiasi attività discografica ed artistica. Aragozzini ebbe la forza e la determinazione di includere Mimì nel suo Festival contro le pressioni di etichette ed addetti ai lavori che sconsigliarono al neo-direttore artistico tale mossa. Il resto è poi storia e “Almeno tu nell’universo” rimane tutt’ora negli annali dei moti sostenitori dell’artista di Bagnara Calabra che, qualche anno dopo, raccontò quel momento come un attimo in cui sentì “fisicamente questo abbraccio totale di tutto il pubblico. L’ho sentito proprio sulla pelle ed è stato un attimo indimenticabile”. |
Nico Donvito
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