Sanremo 1991, viaggio nella storia del Festival
                    Edizione introspettiva e cupa, segnata dai debutti di mostri sacri come Renato Zero e Riccardo Cocciante, che si aggiudica il titolo con “Se stiamo insieme”

Tanti gli emergenti, invece, si fecero largo: Irene Fargo, i Timoria, Bungaro, Marco Conidi, Rosario Di Bella, Rita Forte, Giovanni Nuti, Patrizia Bulgari, le Compilations, i Fandango, Dario Gay, Marco Carena, Gianni Mazza, Rudy Marra, Paola De Mas, Gitano, Stefania La Fauci e il primo classificato Paolo Vallesi, che si aggiudicò il titolo con “Le persone inutili”. Proprio come l’anno precedente, si ripete la formula dell’abbinamento con gli artisti internazionali, tra cui ricordiamo: Gloria Gaynor, Sarah Jane Morris, Grace Jones, Laura Branignan, Bonnie Tyler, Howard Jones, Randy Crawford, Ofra Haza e Dee Dee Bridgewater.
Top e Flop di Sanremo 1991
Top
1. Renato Zero – “Spalle al muro” 
2. Riccardo Cocciante – “Se stiamo insieme” 
3. Umberto Tozzi  – “Gli altri siamo noi” 
Flop
1. Ladri di Biciclette – “Sbatti ben su del Be Bop” 
2. Gianni Mazza – “Il lazzo” 
3. Marco Carena – “Serenata” 

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
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 Il Festival del 1991 è l’edizione della tristezza con la malinconia che regna sovrana tra le proposte musicali perfettamente rappresentati dai due migliori episodi di Renato Zero e Riccardo Cocciante che incantano l’Ariston con la loro melodia struggente ed emotivamente intensa. Se Cocciante, però, vince grazie al suo essere etereo e celeste nel suo interpretare l’amore reale ma vissuto ai massimi livelli, Zero si affida alla disperazione e alla concretezza della penna di Mariella Nava che confeziona alla perfezione l’inno divenuto celebre come “Vecchio”. E’ a lui che l’Ariston tributa la standing ovation più sentita e lunga dell’edizione rendendo impossibile la prosecuzione dello spettacolo ai conduttori, costretti a fermarsi per rendere omaggio all’artista romano.  |