Sanremo 1993, viaggio nella storia del Festival
Il rock di Enrico Ruggeri batte a sorpresa il favorito della vigilia Renato Zero, ma la vera vincitrice gareggia tra le nuove proposte e si chiama Laura Pausini

Tanti gli emergenti tra le nuove proposte, tra cui: Nek, Gerardina Trovato, Erminio Sinni, Angela Baraldi, Lorenzo Zecchino, Bracco Di Graci, Maria Grazia Impero, Leo Leandro, i Fandango, Cliò, Niné, Marcello Pieri, Luca Manca, Luca Virago, Emanuela, Gabriele Fersini, Marco Conidi, Rosario Di Bella, Tony Blescia, Antonella Bucci e la trionfante Laura Pausini, al suo esordio discografico con “La solitudine”, considerato ancora oggi uno dei brani cult degli anni ’90. Tra gli ospiti internazionali, invece, ricordiamo le presenze di Rod Stewart e Diana Ross.
https://www.youtube.com/watch?v=xF9-2yZi-y8
Top e Flop di Sanremo 1993
Top
1. Laura Pausini – “La solitudine”
2. Enrico Ruggeri – “Mistero”
3. Mia Martini e Loredana Bertè – “Stiamo come stiamo”
Flop
1. Leo Leandro – “Caramella”
2. Francesco Salvi – “Dammi 1 bacio”
3. Jo Squillo – “Balla italiano”

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
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Quello del 1993 è il Festival dei giovani e della malinconia. Dei giovani perchè è in quest’edizione che debutta e prende il volo la più grande interprete italiana nel mondo degli ultimi 25 anni: Laura Pausini. La ragazza di Solarolo che sbarca e conquista Sanremo non ha ancora 19 anni ma già conquista il pubblico con l’intensa, quanto potente, “La solitudine”. Ma affianco a lei il sempre lungimirante e attento Pippo Baudo fa debuttare all’Ariston anche il giovane Nek che, poi, vi farà ritorno altre 4 volte conquistando lentamente il pubblico e la scena discografica italiana. E’, però, anche il Festival della malinconia perchè tra i big si registra l’ultima partecipazione a Sanremo di Mia Martini, regina della canzone italiana che in duetto con la sorella Loredana Bertè non viene apprezzata e capita, e i fischi di parte del pubblico alla lettura della classifica finale che incorona Enrico Ruggieri ai danni, ancora una volta, dell’immenso Renato Zero (soltanto quinto con la sua “Ave Maria”) che, da allora, sceglierà di non tornare più in gara al Festival. L’Ariston lo osanna e gli tributa un applauso di oltre 4 minuti incoronandolo vincitore morale dell’edizione (proprio come avvenne nel 1991 con l’altrettanto celebre “Spalle al muro”. |