venerdì, Aprile 19, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

Sanremo 2017: la scheda di Ermal Meta, tutto quello che c’è da sapere

Ermal Meta a Sanremo 2016 in gara con il brano “Odio le favole” tra le nuove proposte

PARTECIPAZIONI A SANREMO:

Per il giovane cantautore di origini albanesi questo è il terzo Festival di Sanremo in carriera: dopo le due esperienze nella categoria dei giovani (la prima con la sua band “La fame dei Camilla”, la seconda lo scorso anno da solista) quest’anno sarà il suo esordio nel gruppo dei big.

IL BRANO:

Per l’approdo tra i big Ermal ha scelto di portare in gara Vietato morire che si presenta dai primi giudizi e ascolti della stampa come un potente ballata incentrata sul tema della violenza domestica al quale il cantautore presta la propria esperienza.

COME NE PARLA LA STAMPA:

“Un brano dedicato alla mamma ma in chiave diversa, denuncia la violenza sulle donne. “Ricorda che l’amore non colpisce”. Arriva dritto al cuore, da premio della critica. 7,5” [Gabriella Mancini, Gazzetta.it]

“La mamma è anche al centro di “Vietato morire”: Meta dà voce a Ermal ragazzo che vede la madre vittima della violenza paterna (il sequel di “Lettera a mio padre”), autobiografia nuda” [Marco Mangiarotti, QN]

“Il cantautore albanese, che l’anno scorso si guadagnò la terza posizione fra le Nuove Proposte con Odio le favole, dedica la sua Vietato morire alla mamma. Come Gigi D’ Alessio. Ma la consistenza del brano è di tutt’altra pasta. Voto: 8” [Simona Voglino Levy, Libero]

“Sempre di mamma si tratta, ma all’estremo opposto di D’Alessio, una mamma eroica che subisce violenza e cerca di difendere il figlio da un padre violento, convincendolo che la vita si può misurare con altro. Da applauso” [Gino Castaldo, La Repubblica]

“Ermal Meta dedica «Vietato morire» alla mamma che lo portò via dall’Albania: chitarre pop e allegre contrastano con la storia (il testo migliore) di una famiglia dove il padre alza le mani” [Andrea Lanfranchi, Il Corriere della Sera]

 “Ermal Meta, che parla di violenza domestica (e autobiografica) ai danni di un bambino e di sua madre tocca picchi di assoluta eccellenza, non solo emotiva” [Paolo Giordano, Il giornale]

“Se la gioca con la Mannoia e Masini per la canzone più bella del festival. Autore pluripremiato e fattosi notare l’anno scorso fra i giovani, Meta racconta, su un ritmo contemporaneo, storie di vita vissuta, un omaggio alla madre, difesa dalla violenza familiare da un bambino coi pantaloncini corti. Una donna capace di insegnare al figlio a reagire con l’amore. Una botta di verità” [Angela Calvini, Avvenire]

 “Scuote con <<Vietato morire>> dove racconta il primo giorno di scuola e «Il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia», e il ricordo della mamma percossa si trascina nella crescita. Un inno accorato contro la violenza domestica, già candidato al premio della Critica” [Marinella Venegoni, La Stampa]

“Ermal è in carriera, ha già fatto una canzone sul padre violento, ora riconosce alla madre di avergli insegnato la libertà subendo troppo dal consorte. Piacerà, ma attenti a non far diventare di moda anche le tragedie domestiche. Ermal invece dovrà sopportare il peso della sua scelta” [Renato Tortarolo, Il secolo XIX]

“Una rara incursione nella realtà, un ricordo della madre ma come vittima della violenza di un uomo. Il testo migliore del festival e uno dei brani più interessanti” [Paolo Biamonte, Il secoo XIX]

“Ermal Meta è uno dei miei preferito in assoluto. Autore stimatissimo da anni, italiano di origini albanesi (è arrivato nel nostro paese da bambino su un traghetto, come Ermal ha precisato), l’anno scorso aveva spaccato le radio con il suo singolo Odio le favole, che parlava d’amore. Quest’anno torna con un pezzo dedicato a sua madre in cui racconta di violenze domestiche, e lo fa con una poesia e una delicatezza tali che mi è scesa la lacrimuccia (pure a Conti è scesa la lacrimuccia). Il brano ha un arrangiamento bellissimo, un suono pieno. Alla fine, abbiamo tutti applaudito, tutti abbiamo detto bravo. Ermal Meta ha già vinto il premio della critica. Indice karaoke: 8” [Maria Elena Barnabi, Cosmopolitan]

“Mentre Ermal Meta, in ‘Vietato morire’, uno dei testi più forti del festival, ricorda gli insegnamenti della mamma che è fuggita con lui da un uomo che alzava le mani e offre una sorta di mantra contro la violenza sulle donne: <<Ricorda che l’amore non è violenza mai>>” [Adnkronos]

“Con la sua Vietato morire, Ermal Meta porta con sé un brano di forte impatto emotivo che si conclude con un messaggio di speranza per tutti coloro che nella vita si sentono soli e abbandonati. Una canzone, allo stesso tempo, profonda e ritmata che sicuramente farà parlare di sé. Voto: 7” [Lorenzo Cappiello, Tanto di Cappiello]

“Un brano delicato e decisamente commovente. Ermal Meta ha voluto dedicare Vietato morire a sua madre e parla – con originalità e trasporto – della violenza. Che non è mai amore. Applausi da parte dei giornalisti presenti all’ascolto. VOTO: 8” [Giovanni Ferrari, Panorama]

“Il mondo radio non ha segreti per “Il Lupo” che anche stavolta non si smentisce e trova la strada giusta per proporre in modalità easy questa lettera alla madre. Le strofe suonano un po’ troppo Odio le favole o forse, probabilmente, sono troppo Meta D.O.C. ma questa continuità potrebbe farlo amare da chi ancora non lo ha ben a fuoco. FRASE: <<La paura frantuma i pensieri che alle ossa ci pensano gli altri…>> VOTO: 7“ [Fabio Fiume, All Music Italia]

“Dedicata alla mamma. E scrivere una canzone per la propria madre e non fare un tonfo nell’acqua è spesso più che un’impresa. Ermal Meta scrive bene, scrive di violenza, violenza contro le donne e della possibilità di ricominciare. Il pezzo però, nei suoi trucchetti, nelle voci raddoppiate, nella melodia, non porta nulla che non sia già stato sentito e digerito. Anche se strappa applausi dalla sala stampa. Potrebbe essere una delle sorprese del Festival. Voto 6” [Marco Castrovinci, L’unione sarda]

“Canzone autobiografica dedicata alla madre vittima di violenza domestica e difesa dal figlio bambino. Canzone importante sulla vita da prendere a morsi a dalla necessità di fuggire dalla violenza perché “l’amore non è violenza” e “l’uomo che tu diventerai non sarà mai più grande dell’amore che dai”. Potrebbe andare lontano e candidarsi almeno al premio della critica” [Giò Alajmo, Spettakolo]

“Anche Ermal Meta, come D’Alessio dedica una canzone alla madre. Ma siamo da un’altra parte. Storia dura, questa, dura e emotivamente in overdrive. Un brano moderno, contemporaneo. Uno dei pochi qui a riuscirci senza giocare con l’elettronica. Bel testo, l’impressione che per lui si tratti della canzone della vita” [Michele Monina, Il fatto quotidiano]

“Parole toste: la storia delle violenze domestiche su un bambino e la conseguente fatica di crescere, dal punto di vista della madre: “Ricorda figlio mio l’uomo che diventerai”, dice. Il tutto sostenuto da un bell’arrangiamento basato sulle chitarre. L’unica canzone applaudita dai giornalisti agli ascolti. Di cosa parla la canzone: violenza domestica. In breve: una canzone coraggiosa” [Gianni Sibilla, Rockol]

“Storie di vita vissuta, l’omaggio alla madre che gli raccomandava di imparare a disubbidire e che lui ha imparato a difendere da mani violente quando ancora portava i pantaloncini. Furba, contemporanea, a tratti intensa, altre volte buttata via. Voto: 5 e mezzo” [Federico Vacalebre, Il Mattino]

“Il testo è la dimostrazione della bravura nello scrivere di Ermal Meta: concetti tanto facili e comprensibili, quanto profondi e intelligenti. Messaggio positivo ed educativo. Il ritornello funziona. Si giocherà il premio della critica e un posto sul podio?” [TV Blog]

“Il durissimo tema della violenza domestica raccontata da uno dei migliori cantautori che ci sono in giro. Arrangiamento rock pop potente, testo duro, autobiografico. Ha fatto centro” [Andrea Conti, RTL 102.5]

“E’ l’unico per cui i giornalisti applaudono spontaneamente e senza ironia. Canzone autobiografica che si esprime contro la violenza sulle donne a tutti i livelli. Immagini strazianti e coraggiose. Importantissima. Ottimo” [Paola Gallo, Radio Italia]

“Quella di Ermal Meta, perché, oltre al fatto che è un brano autobiografico, tratta il tema della violenza sulle donne. Premio della critica, fossi io, lo darei ad Ermal Meta. Voto: 7” [Mela Giannini, Fare Musica]

“Ok adoro Ermal Meta. Ok ha scritto tra le mie canzoni preferite. Ok è anche tra i preferiti di Stella. Ma. Qui mi sono venuti i brividi. Dopo poche righe di parole. Quando sono arrivati i pantaloncini corti ho messo il mio 10. Che lascio qui. Spero nel podio. Oppur nella critica.  Premiate ‘sto lupo, che è ora” [Silvia Gianatti]

VOTO MEDIO DELLA CRITICA AL PRIMO ASCOLTO: 8.01/10 (3° posizione generale)

POSSIBILITA’ DI VITTORIA PER I BOOKMAKERS: 6.25% (13° posizione generale)

IL NUOVO ALBUM:

Il 10 febbraio uscirà per l’etichetta discografica Mescal il suo nuovo album dal titolo Vietato morire che conterrà anche le 9 tracce del precedente album, Umano, uscito lo scorso febbraio in occasione del suo esordio da solista al Festival.

Tracklist con [autore testo – compositore musica]:

CD1

  1. Odio le favole [Ermal Meta]
  2. Gravita con me [Ermal Meta]
  3. Pezzi di paradiso [Ermal Meta]
  4. A parte te [Ermal Meta e Dario Faini]
  5. Umano [Ermal Meta]
  6. Volevo dirti [Ermal Meta]
  7. Bionda [Ermal Meta]
  8. Lettera a mio padre
  9. Schegge [Ermal Meta]

CD 2

  1. Vietato morire [Ermal Meta]
  2. Ragazzo paradiso
  3. Piccola anima (feat. Elisa)
  4. Bob Marley
  5. La vita migliore (feat. Vicio)
  6. New York
  7. Vodoo Love
  8. Rien ne va plus
  9. Voce del verbo

TESTO DEL BRANO:

VIETATO MORIRE

di E. Meta

Ed. Tetoyoshi Music Italia – Nizza Monferrato (AT)

Ricordo quegli occhi pieni di vita

E il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia

Ricordo la notte con poche luci

Ma almeno là fuori non c’erano i lupi

Ricordo il primo giorno di scuola

29 bambini e la maestra Margherita

Tutti mi chiedevano in coro

Come mai avessi un occhio nero

La tua collana con la pietra magica

Io la stringevo per portarti via di là

E la paura frantumava i pensieri

Che alle ossa ci pensavano gli altri

E la fatica che hai dovuto fare

Da un libro di odio ad insegnarmi l’amore

Hai smesso di sognare per farmi sognare

Le tue parole sono adesso una canzone

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai

E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai

Figlio mio ricorda

L’uomo che tu diventerai

Non sarà mai più grande dell’amore che dai

Non ho dimenticato l’istante

In cui mi sono fatto grande

Per difenderti da quelle mani

Anche se portavo i pantaloncini

La tua collana con la pietra magica

Io la stringevo per portarti via di là

Ma la magia era finita

Restava solo da prendere a morsi la vita

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai

E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai

Figlio mio ricorda

L’uomo che tu diventerai

Non sarà mai più grande dell’amore che dai

Lo sai che una ferita si chiude e dentro non si vede

Che cosa ti aspettavi da grande, non è tardi per ricominciare

E scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non è violenza

Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, vietato morire

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai

E ricorda che l’amore non ti spara in faccia mai

Figlio mio ricorda bene che

La vita che avrai

Non sarà mai distante dell’amore che dai.

Ricorda di disobbedire

Perché è vietato morire.

Ricorda di disobbedire

Perché è vietato morire.

Perché è vietato morire.

Vietato morire

The following two tabs change content below.

Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.