giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 2017: le pagelle delle canzoni della prima serata

E’ finalmente iniziata la 67° edizione del Festival di Sanremo ed ora, per una settimana, non si parlerà d’altro. Come se fino ad oggi non se ne fosse parlato… Comunque sia, la prima è andata tra un Carlo Conti ormai completamente mattatore della scena ed una Maria de Filippi regina assoluta capace di trasformare l’Ariston in casa sua sedendosi sul gradino e raccontando storie comuni come a “C’è posta per te”. La coppia insieme funziona alla grande nel loro procedere incalzante e senza imprevisti anche se di tanto in tanto si sente la mancanza di una vera spalla comica che faccia il lavoro sporco che si ritrova a fare la De Filippi saltuariamente inventandosi una trovata più geniale dell’alta per smorzare la scena. Esordio più che positivo dunque per “la coppia più bella” della televisione italiana che piazza uno share del 50,4% in una serata televisivamente difficile battendo ogni record degli ultimi 12 anni.

Ma passiamo alla musica e alle temutissime pagelle per ogni esibizione degli 11 big in gara (Foto: Ap/LaPresse):

  1. GIUSY FERRERI – FA TALMENTE MALE

Apre lei la seta e canta così così questo pezzo che la riporta in grande stile all’electropop d’origine. Casalino firma anche questo nuovo ritorno confermandosi l’autore più adatto alla sua voce che già è pronta ad impazzire in radio. Strofe potenti e ritornello da tormentone che non si può non canticchiare con quel gioco di parole “fa talmente” – “fatalmente”. Va a rischio eliminazione probabilmente a causa di un’esibizione con un po’ troppi passi falsi ma è già una delle regine. La canzone c’è e la sentiremo risuonare per mesi. VOTO: 7.5 (8 alla canzone)

  1. FABRIZIO MORO – PORTAMI VIA

Non ce n’è per nessuno Moro ritorna al Festival dopo anni di lotta al sistema e lo tornando con una delle sue cose migliori di sempre. Una partenza perfettamente orchestrale, all’insegna de “La cura” di Battiato, che ci fa assaporare finalmente l’orchestra dell’Ariston provocando il primo brivido. Lentamente il pezzo cresce con la voce del suo interprete che mantiene quel suo graffiato che da quel sentore di un’interpretazione sentita dedicata alla figlia. Moro ora c’è e c’è con un pezzo fantastico degno del suo talento autorale, della sua profondità interpretativa e della sua capacità di sapersi collocare a metà tra il mainstream radiofonico e il cantautorato più puro. Un pezzo di cuore che dal vivo suona persino meglio che registrato. VOTO: 9

  1. ELODIE – TUTTA COLPA MIA

Nel momento in cui l’ho sentito cantato dal vivo ho pensato: lei bella voce e grande interpretazione ma forse il brano non è abbastanza per lei. Lo confermo nel senso che Elodie ha dentro sé stessa quelle capacità interpretative degne delle più grandi e sul palco si vede quel suo spirito sentito e sofferente nell’interpretazione che ai più audaci ricorda Mia Martini a cui s’ispira senza troppi misteri. La canzone nella sua semplicità e classicità sanremese, però, funzione e cresce all’infinito entrando in testa con quel suo ritornello martellante. “Amore, amore, amore, amore andiamo via” già la canto. VOTO: 8+

  1. LODOVICA COMELLO – IL CIELO NON MI BASTA

Avevo promesso che quest’anno sarei stato buono ma poi è più forte di me essere cattivo quando sento certe cose. Partiamo dal presupposto che sono stato contrario alla sua partecipazione fin da subito perché fare televisione non significa fare la cantante né tantomeno essere big. Comunque sia la canzone non l’aiuta di certo malgrado lei canti effettivamente bene: troppo bambinesca, troppo adolescenziale, troppo troppo… Autori di primo calibro a volte non bastano e questo è il caso nonostante la costruzione melodica sia interessante. Registrata migliora ma dal vivo mi sembrava di essere finito allo Zecchino d’oro a giudicare dal suo timbro fanciullesco. VOTO: 4.5

  1. FIORELLA MANNOIA – CHE SIA BENEDETTA

Basta che si dica il suo nome e la sala già applaude sentitamente, canta e l’Ariston è già pronto a venir giù. Che cosa canta non importa, basta lei: una vera big dopo anni e anni di assenza torna in gara e non può che vincere, si sa. Amara le firma con coraggio un pezzo sulla bellezza della vita che dal vivo fa un gran effetto nell’apertura dell’inciso in grado di far tenere il fiato sospeso.

Il pezzo non è di certo paragonabile alle sue migliori cose ma non occorre, non occorre nemmeno una radiofonicità importante come era stato per i suoi ultimi singoli. Perlomeno non serve all’Ariston, fuori si vedrà. Lei interpreta come nessun altro e, di questi tempi, non è affatto poco. Stravincerà forse più per la carriera che per la canzone. VOTO: 8.5 (a lei, alla canzone meno)

  1. ALESSIO BERNABEI – NEL MEZZO DI UN APPLAUSO

La strada indicata è quella del successone “Noi siamo infinito” di cui si cerca la naturale evoluzione elevando il testo e inserendo un’orchestrazione più sanremese. Cambiamenti lodevoli e, fin tanto che il brano cresce nelle strofe, sembra che possano davvero lanciare la bomba che però non esplode fino in fondo nel ritornello. Registrata, ovviamente, ha un altro effetto e funziona decisamente di più a Sanremo si canta dal vivo e ieri sera Bernabei è apparso spento non lanciando la canzone con l’energia di cui aveva bisogno. Manca una marcia d’energia sia a lui che al ritornello. VOTO: 7

  1. AL BANO – DI ROSE E DI SPINE

Ampissima nel suo classico respiro orchestrale che solo Al Bano può avere la forza di riproporre. Alla sua età e nelle sue condizioni di salute rimane un grandissimo ma non siamo qui a giudicare la carriera quanto piuttosto la canzone ecco quindi che bisogna dire che, malgrado le grandi qualità canore di mister Carrisi, qualcosa traballa. Il vocione ieri sera non è poi uscito al meglio delle sue potenzialità e il brano ne ha risentito. Classico, fin troppo classico. Al Bano ha già dimostrato di poter essere più attuale di così. VOTO: 5

  1. SAMUEL – VEDRAI

E’ senza ombra di dubbio il più attuale musicalmente e l’unico che è riuscito a spezzare l’ombra glaciale di questa serata serrata. Il fortissimo marchio dei suoi Subsonica si sente ben presente e coniugato con l’impronta di Michele Canova Iorfida, che ora lo produce, è portato alla massima potenza. Il pezzo c’è e funziona malgrado sia esplicitamente piuttosto simile alle ultime sue cose da solista che hanno anticipato l’album (non ditemi che melodicamente “La risposta” è così lontana da questo brano). Andrà forte in radio anche se manca il guizzo. VOTO: 7-

  1. RON – L’OTTAVA MERAVIGLIA

Ron propone un pezzo gradevolmente sanremese e piacevolmente intriso della sua completa essenza nella melodia così orchestrale sulla quale s’inserisce perfettamente un testo delicato e romantico che ben gli è stato cucito addosso. La voce è quella profonda di sempre capace di raccontare. Avrebbe funzionato qualche anno fa quando l’apertura dell’inciso avrebbe fatto proseliti, nel 2017 è molto più complicato considerando anche il fatto che ormai la sua carriera l’ha fatta. Magicamente romantica. VOTO: 7+

  1. CLEMENTINO – RAGAZZI FUORI

Anche lui fa peggio dello scorso anno con un pezzo non alla sua altezza. L’intento è buono: è apprezzabile anche il fatto di creare un ritornello in italiano rendendo più facile canticchiarlo grazie ad una costruzione tipicamente pop. Il tema richiedeva, però, una durezza maggiore che il suo rap poteva essere in grado di dare rispetto a quest’arrangiamento così troppo melodico e misurato. Piacevole ma è troppo poco incisiva e troppo soft. VOTO: 6.5

  1. ERMAL META – VIETATO MORIRE

Ha il testo più bello e questo è fuori discussione. Vince sul piano dell’emozione grazie ad un racconto intenso, fitto di parole e personale in cui parla apertamente di se stesso e della sua esperienza. E’ la canzone della vita non solo perché è senza ombra di dubbi la sua opera migliore di sempre ma anche perché parla di tutta la sua vita. Ad un tema così importante come quello della violenza domestica ci si poteva accostare più facilmente una melodia intima ed un arrangiamento essenziale piuttosto che questa costruzione pop e radiofonica ma ricordiamoci che è ancora un ragazzo giovane che delle radio ha un gran bisogno per farsi conoscere il più possibile. La resa comunque è importante e non può che crescere grazie ad un ritornello capace di coniugare la canticchiabilità al messaggio. Profondo ed immediato contemporaneamente: un’impresa riuscita. VOTO: 8

 

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.