venerdì 4 Ottobre 2024

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Sanremo 2018: “Aridatece Pippo Baudo!”

Giornata importante quella di oggi, 15 giugno 2017, per l’azienda di Stato Rai dove sono state prese decisioni importanti all’interno del CDA di Viale Mazzini per quanto riguarda i palinsesti per la stagione 2017/2018 che saranno presentati alla stampa il prossimo 28 giugno 2017. Proprio oggi sono arrivate anche le dichiarazioni di due noti critici musicali a favore del ritorno di Pippo Baudo alla conduzione di Sanremo 2018.

La Rai faccia per una volta una scelta coraggiosa, puntando sul padre nobile di tutti i presentatori. Con Baudo al timone dell’Ariston per la quattordicesima volta, dopo tanti anni, si concretizzerebbe la possibilità di rivedere in gara tanti artisti che da tempo mancano al Festival, e che da sempre sono quelli più amati dal pubblico e seguiti dal vivo, tanto nelle piazze che nei teatri italiani. Pippo, che sa bene il fatto suo, saprebbe creare un Sanremo inedito, esplosivo, convincente e a misura di tutti, fra grandi ritorni, duetti azzeccati e una categoria a parte per gli artisti dei talent, la quota rap e quelli che vengono dal web, ovviamente favoriti a rigor di logica al televoto“. Sono queste le parole di Maurizio Scandurra, giornalista e critico musicale.

Gli fa eco Lele Boccardo, critico musicale fra i più noti, che aggiunge: “nell’ottobre del 2014, a ‘Un giorno da pecora’ su RadioRai Uno, Pippo Baudo fu quasi costretto ad ammettere, con la sua solita, ironica verve, che non sarebbe mai passato a miglior vita prima di aver fatto ancora un Sanremo. E’ lucido, brillante e acuto come pochi. La Rai e Andrea Fabiano, Direttore di Raiuno, dimostrino lungimiranza e riconoscenza nei suoi riguardi. Il conduttore siciliano è sinonimo di qualità, tanto per la musica che per la tv. Scommettere ancora una volta su di lui vuol dire risultati certi, e giusta gratitudine per il lavoro di una vita. Come dire, due piccioni con una fava“, conclude Boccardo, autore fra l’altro per ‘Sillabe di Sale Editore’ del fortunato noir musicale ‘Il rullante insanguinato‘, con la doppia prefazione di Andrea Mingardi e dello stesso Maurizio Scandurra.

Alla lettura di queste decise ed importanti dichiarazioni ho deciso di raggiungere telefonicamente il caro amico Maurizio Scandurra per rivolgergli qualche ulteriore domanda in merito alla questione ponendomi (volontariamente) in contrapposizione alla sua tesi cercando di prevedere le possibili obbiezioni che avrebbe sicuramente mosso in parte della pubblica opinione.

L’ultimo Festival di Sanremo condotto da Pippo Baudo (quello del 2008) raccolse il peggior risultato auditel della storia televisiva della kermesse raggiungendo appena una media di 6.810.000 spettatori ed uno share del 36,56% (l’ultimo Festival di Carlo Conti ha registrato, invece, ben 10.848.239 ascoltatori e lo share del 50,7%). Non pensi che un qualsiasi direttore generale avrebbe delle perplessità ad affidare a Baudo un nuovo Festival con quest’ultimo precedente quando è chiaro che, invece, per l’azienda di Stato conta decisamente di più il dato d’ascolto rispetto alla proposta musicale?

<<Il Festival del 2008 va contestualizzato in un’epoca di grande cambiamento storico dal punto di vista televisivo e musicale: i talent si stavano inverosimilmente consolidando (Giusy Ferreri vinceva X-Factor proprio quell’anno sfondando il mercato delle vendite ndr), il web prendeva sempre più quota ed il cambiamento di gusto nella musica diventava un fatto evidente. Quella fu l’ultima edizione di un Sanremo “classico” ed, infatti, l’anno dopo arrivò Bonolis con un grande stravolgimento. Logico che, in un’epoca di transizione, anche i risultati ne abbiano risentito. Sarebbe da coglioni, oltre che da gente di poco conto, giudicare un monumento di qualità televisiva e musicale come Baudo per un solo risultato negativo. Solo Gesù Cristo non sbaglia mai>>.

Se tornasse davvero alla conduzione (e alla direzione artistica, naturalmente) Pippo Baudo, come tu ti auguri alla luce delle tue osservazioni, sarebbe, però, necessario un cambio di rotta: inutile pensare ad un ritorno ai Festival baudiani che tu stesso hai appena definito “classici”. Non credi che la più grande perplessità (e una verosimile concretezza per chiunque) sia un gran tonfo dopo gli straordinari risultati televisivi ottenuti dall’ultimo Festival di Carlo Conti?

<<Gli ascolti, come il denaro, non sono tutto nella vita. Anche per un’azienda come la Rai, sia chiaro, di cui noi tutti contribuenti siamo i primi e i soli veri azionisti. Preferisco un milione di ascolti di media in meno ma un format elegante e fine nonché 15 belle canzoni che passino per radio e che riascolteremo ancora tra vent’anni. Solo Pippo Baudo è capace di fare e garantire tutto questo>>.

Molto più plausibile sembra, però, un ritorno di Paolo Bonolis al timone del Festival anche se il conduttore di casa Mediaset ha più volte ribadito che per tornare al Festival vorrebbe carta bianca per uno stravolgimento totale con tanto di cambio di sede

<<Di onnipotente ne conosco solo uno, e si chiama Dio. L’atteggiamento di padre-padrone di Paolo Bonolis mi infastidisce in quanto lo trovo assolutamente fuori luogo. Spostare il Festival equivarrebbe al chiedere a Papa Francesco di celebrare la messa domenicale in una vasca di ippopotami. Ho reso il concetto?>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.