giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 2019: la scheda dei Zen Circus – Tutto quello che c’è da sapere

Precedenti al Festival, giudizi della stampa, quote dei bookmakers, album, tracklist, autori e testo del brano

PARTECIPAZIONI A SANREMO:

Prima partecipazione in assoluto al Festival di Sanremo per i Zen Circus che, finora, non hanno mai calcato il palco dell’Ariston.

IL BRANO:

Per la loro partecipazione alla kermesse ligure i The Zen Circus puntano su un brano co-scritto da loro stessi ed intitolato L’amore è una dittatura.

COME NE PARLA LA STAMPA:

“miliardi di parole, alla Zen. Che poi ci pensi. Piaciuta che la mia memoria non potrà mai memorizzarla, ma che bella” [Carmen Guadalaxara, Il Tempo]

“dal frastagliato panorama contemporaneo degli Zen Circus” [Gino Castaldo, La Repubblica]

“Un crescendo interessante, in un ambiente di giostre e carillon. Esecuzione teatrale, che sfocia imprevedibilmente in un rock di grande trasporto” [Luca Dondoni, La Stampa]

“L’amore è una dittatura è uno dei testi più corposi e pieni di riferimenti. Senza ritornello, finisce in crescendo” [Paolo Giordano, Il giornale]

“Chi li conosce da tempo dirà «è il loro pezzo tipico». Chi non li conosce dirà «beh, forse un filo retorici ma bravi». Hanno qualcosa da dire. «Hai la democrazia dentro al cuore/Ma l’ amore è una dittatura»” [Libero]

“Lungo flusso di coscienza, verbosissimo e affaticante. Il senso c’è, ma è confuso” [Raffaella Serini, Vanity Fair]

“Per gli Zen Circus «L’amore è una dittatura» ma anche la sola speranza in un mondo che non accetta chi arriva da lontano o è diverso” [Andrea Laffranchi, Corriere della Sera]

“Orologio che dà il tempo e una marcetta che si appoggia sulla voce del cantante con un testo che incalza e incalza e incalza. Al primo ascolto annoia, al secondo la capisci, al terzo forse piace” [Christian Pradelli, Mitomorrow]

“The Zen Circus con “L’amore è una dittatura” fotografano la società moderna con un singolo che è un ritornello rindondante e incalzante “le porte aperte, i porti chiusi”” [Silvia Gianatti]

“«Le porte aperte / I porti chiusi» in realtà è il solo riferimento al tema dei migranti nel pezzo degli Zen Circus, L’amore è una dittatura. La loro è una delle canzoni più belle del prossimo Sanremo: una potente cavalcata “da film western”, che segue un climax trionfale. Nella serata dei duetti canteranno con Brunori Sas” [Laura Berlinghieri, Amica]

“Brano cadenzato da un ritmo che richiama, smaccatamente, il tic tac di un orologio. Gli Zen Circus vomitano tutto il male del mondo in questa canzone – praticamente senza ritornello, ma zeppa di ritmo – che è, soprattutto, un’accorata ricerca di speranza. Tra i pezzi migliori di questo festival. La serata di venerdì duettano con Brunori Sas” [Rolling Stone]

“Il brano più atipico del Festival. Una struttura / non struttura tipica di alcune produzioni passate della band, che arriverà sul palco dell’Ariston senza snaturarsi. Il ticchettio di un orologio è il filo conduttore di tutto il pezzo, ma nella prima e nell’ultima parte riesce a ritagliarsi una parte importante. Un continuo incalzare che, musicalmente, ben si sposa con un testo intenso e pregno di significati che ricorda il cantautorato degli anni ’70” [Simone Zani, All Music Italia]

“Appino è Dio. No, non lo è in assoluto. Ma qui, oggi, Appino e i suoi Zen Circus sono Dio e tutti gli dei minori. Perché portare una filastrocca sbilenca, con un testo verboso che dice cose scomode, è gesto o gesta degna di un Dio. Fuori contesto, se questo è il Festival che vincerà Ultimo, ma una canzone politica ci voleva. Grazie a Dio” [Michele Monina, Optima Italia]

“Un rock distopico, come certi «nightmare» dylaniani e dylaniati. Ci sono uomini in acque alte, topi, zanzare, porte aperte e porti chiusi. Roba da premio della critica, certo, più che da vittoria finale, ma almeno loro osano e, al primo ascolto, ci regalano la cosa più bella di questa edizione, poi vedremo dal vivo come andrà. Frase clou: «Hai la democrazia dentro il cuore, ma l’amore è una dittatura fatta di imperativi categorici, ma nessuna esecuzione, mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione»” [Federico Vacalebre, Il Mattino]

“L’inizio è subito uno schiaffo in faccia dato da una voce provocante. Bello e accattivante l’incedere ma molto oscuro il testo “Ma non hai paura di nessuno se non della tua statura”. Esplode di strofa in strofa anche se non fa capire bene la destinazione. Oscura” [Giuseppe Attardi, Pickline]

“È un vero e proprio poema “L’amore è una dittatura” degli Zen Circus. Il cantante Appino declama lunghe strofe quasi senza prender fiato. Fra porte aperte, porti chiusi, topi e zanzare descrive l’anarchia delle emozioni. C’è un orologio che scandisce tutta la canzone. Un drammatico crescendo denso di pathos, che sembra assumere atmosfere circensi, prima di dare fuoco alle chitarre rock nel finale. Una composizione scioccante, per nulla facile” [Paola Gallo, Onde Funky]

“Eccola qui, la prima canzone in ordine di ascolti che guarda fuori dall’Ariston e racconta l’Italia dei nostri giorni. Testo intensissimo, scritto e musicato a tre mani dagli Zen Circus, (che conta tra le sue fila l’algherese Karim Qqru). Sul palco il tema dei migranti: “Le porte aperte, i porti chiusi e sorrisi agli sconosciuti che ci guardano attoniti mentre ci baciamo da uomo a uomo, mano nella mano”. Una sola parola: grazie” [Angelica D’Errico, Unione Sarda]

VOTO MEDIO DELLA CRITICA:

7.13 / 10 (3° posizione generale)

QUOTE SNAI:

20.00 (16° posizione generale)

OSPITE DUETTANTE:

Brunori Sas

Zen Circus - Vivi si muoreIL NUOVO ALBUM:

Uscirà il prossimo 8 febbraio Vivi si muore 1999-2019, la raccolta di successi che celebra i primi vent’anni di carriera dei Zen Circus.

Tracklist:

  1. L’amore è una dittatura
  2. La festa
  3. Il fuoco in una stanza
  4. Catene
  5. Non voglio ballare
  6. L’anima non conta
  7. Ilenia
  8. Viva
  9. Postumia
  10. I qualunquisti
  11. L’amorale
  12. Andate tutti affanculo
  13. L’egoista
  14. Canzone di Natale
  15. Figlio di puttana
  16. Vent’anni
  17. Punk lulluby
  18. Fino a spaccarti due o tre denti
  19. Mexican Requiem

TESTO DEL BRANO:

L’AMORE E’ UNA DITTATURA
di Andrea Appino, Massimiliano Schiavelli, G.P. Cuccuru
Edizioni BMG Rights Management (Italy)/EMI Music Publishing Italia – Milano

Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia
Ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare
Il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree
Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
Da uomo a uomo, mano nella mano
Una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera
O una canzone non certo questa,
Altri maestri, altri genitori
Che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi
Quello che eri
Esistere è giusto un momento
Chi vive nel tempo muore contento
E sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto
Pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro
Pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare
Mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate
Scritte per caso in questa palestra dell’orrore
Ecco la pietra, ecco il peccato,
Un cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,
Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge
Siamo delle antenne, dei televisori
Emettiamo storie che fanno rumore
Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte
Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro
Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero
E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto
I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto
E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto
Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato
Quando arrivi tu se ne vanno gli altri
Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti
Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare
Ma che ci piace addomesticare a parole
Ero presente al momento dei fatti
Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura
Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione
Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione
Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza
Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi
Aperti o chiusi, non importa
Sono occhi quindi comunque una porta aperta
Il tempo passa lo senti da questo orologio
Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e…
E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,
Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,
Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro
Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo
Sei l’unica, sei il solo

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.