martedì, Aprile 16, 2024

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Sanremo 2020: le pagelle della seconda serata

Tutti i voti alla seconda serata del Festival

Seguiamo in diretta la seconda puntata di questo Festival di Sanremo 2020 con i nostri voti alle singole esibizioni dei cantanti in gara oltre che alla cornice e allo show proposto dai suoi protagonisti.

Canzoni in gara:

Nuove Proposte:

  • Gabriella Martinelli e Lula – Il gigante d’acciaio: la canzone più sociale ed impegnata della gara dei giovani la portano proprio loro che guardano alla questione di Taranto e dell’ex Ilva adottando una dimensione da vere musiciste come testimonia la loro performance impegnata anche da questo punto di vista. La canzone con l’orchestra acquista di potenza e graffio ma rimane una canzone difficile per il largo pubblico pur meritando una menzione per il suo coraggio. VOTO: 5,5
  • Fasma – Per sentirmi vivo: non perfetta la sua esibizione ma la canzone è decisamente quello che il mercato d’oggi chiede dalla musica italiana. La ricetta che unisce rock, rap e trap funziona e rende onore alla contemporaneità di questa sua proposta. Attenzione perchè lui è il più serio pretendente alla vittoria finale malgrado strizzi l’occhio senza troppi misteri alla proposta musicale di Salmo che, in un modo o in un’altro, è piuttosto presente artisticamente in questo Festival. VOTO; 8
  • Marco Sentieri – Billy Blu: molto teatrale ed intensa la sua esibizione che porta nuovamente la firma di Giampietro Artegiani sul palco del Teatro Ariston e che racconta il delicato tema del bullismo. Un piccolo gioiellino narrativo ma che si fa fatica ad immaginare in un futuro discografico di spessore sul piano del consenso popolare e delle vendite. A volte, però, è semplicemente bello dare un messaggio ed usare la musica per parlare per davvero. VOTO: 6,5
  • Matteo Faustini – Nel bene e nel male: una bella, bellissima canzone d’amore sul palco che più di tutti ha bisogno di canzoni di questo genere. L’emozione e l’emotività del suo interprete sono trascinanti e conquistano senza difficoltà trasmettendo verità e coraggio. Lui merita tanto e la canzone merita di trionfare sul palco di Sanremo proprio nell’anno in cui si festeggia la sua storia. Brividi dall’inizio alla fine pur non cantando al suo meglio. VOTO: 8+

Big:

  • Piero Pelù – Gigante: è un rock alla Piero Pelù che, comunque, affidandosi alla produzione di Luca Chiaravalli riesce a risultare più attuale di quanto si avrebbe potuto immaginare. Ad ogni modo il pezzo non regala troppi scossoni o sorprese ad eccezioni del bel special conclusivo che utilizza in modo interessante la parte ritmica e che costringe l’orchestra a battere le mani in un’esplosione di gioia e cori da stadio. Il ritornello si lascia cantare con forza e animo spigliato. Da risentire perchè le sensazioni sono contrastanti. VOTO: 6
  • Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare): punta ovviamente sulla propria immagine e sulla propria dose di provocazione tirando fuori un sound latino che le appartiene da sempre e che ci resterà in testa (ed in radio) fino all’estate. C’è da giurarci. Lei, però, è talmente debole vocalmente che il resto scompare davvero. Anche una canzone che, di per sè, non sarebbe nemmeno così pessima. Impossibile prenderla sul serio. VOTO: 4
  • Enrico Nigiotti – Baciami addesso: la sua confermata presenza al Festival di Sanremo sceglie di adottare e abbracciare totalmente la forza della tradizione sanremese che da sempre punta sulla forza dei sentimenti e di un amore da raccontare in modo travolgente. Pur essendo classica la canzone non perde l’occhio attento verso la contemporaneità che si manifesta con un arrangiamento attento e curato. Potente nella sua semplicità. VOTO: 7
  • Levante – Tikibombom: la ragazza ci crede davvero nella sua proposta musicale e nella sua canzone che risulta essere difficile da assimilare al primo ascolto ma che ha tutte le carte in regola per convincere sulla lunga distanza. Performance sentita ed autentica e canto misurato ed efficace. Un debutto che abbiamo aspettato per tanto e che quest’anno si realizza con una bella canzone alla Levante che può conquistare l’Ariston. VOTO: 8
  • Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr: i ragazzi che arrivano dalla provincia di Bergamo fanno ballare tutti dall’inizio alla fine della canzone con una trascinabile tormentone che esplode in un inciso potente e fischiettabile che si fa canticchiare già dopo un solo ascolto. In radio, statene certi, spopoleranno sicuramente ma l’Ariston sarà pronto ad acclamarli dopo aver già visto Lo Stato Sociale e i Boomdabash collocarsi su quella stessa scia? Vedremo… VOTO: 7-
  • Tosca – Ho amato tutto: lei va in scena nel vero senso della parola. La sua voce si appoggia su di un timido pianoforte che accoglie i versi di una canzone che dipinge con classe un quadro che si va a comporre piano piano. Classica, classica, classica. Troppo per essere del 2020. Si apre nel finale ma ormai è troppo tardi per salvare il tutto dal punto di vista commerciale. Peccato perchè poteva regalarci qualcosa più degno della sua voce. Emozionante ma senza futuro fuori di qui.  Purtroppo. VOTO: 6-
  • Francesco Gabbani – Viceversa: Francesco cambia e stravolge se stesso sedendosi al pianoforte e proponendosi con una bella ballata d’amore che, però, trova un inciso fresco e che in radio funzionerà ugualmente grazie ad un ottimo ed azzeccato arrangiamento. Meglio, comunque, le strofe che si dimostrano coraggiose rispetto ad un inciso che ha troppo bisogno di farsi canticchiare. Vincere ancora sarà difficile ma arriverà in alto. Cresce nel corso del pezzo. VOTO: 7,5
  • Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso: debutto sul palco dell’Ariston per un musicista di classe che deve tanto alla sua tradizione e ai suoi studi. Qui porta in scena tutta la sua fragilità ed il suo senso di paternità rivolgendosi ad una figlia che vede crescere davanti ad i suoi occhi. Non sarà un tema originale ma è pur sempre un qualcosa che per ogni genitore può risultare un pugno al cuore. Sanremese nella melodia, sincero nelle parole. VOTO: 7
  • Rancore – Eden: porta sul palco dell’Ariston una proposta tutta sua e che gli consente di esprimere il proprio rap che, finora, è ampiamente il migliore di questo Sanremo 2020. Le strofe sono intense, ricchissime di parole e di immagini che andranno comprese e assimilate ma l’inciso è potente, trascinante ed orecchiabile grazie alla produzione di Dardust che si ispira chiaramente a Mahmood e a quel clap-clap che stavolta diventa ta-ta-tac. Funzionerà e crescerà con il tempo. VOTO: 7+
  • Junior Cally – No grazie: è il momento delle polemiche da spegnere e da affrontare a muso duro mettendoci la faccia (non è un caso che la maschera sia sparita). Le parole che sputa con determinazione in faccia al pubblico sono importanti e coraggiose ma attenzione al ritornello che si fa canticchiare con facilità sfruttando anche uno dei migliori arrangiamenti d’orchestra e coro presenti in questo Festival. Vince la sfida grazie ad una canzone che parla per lui. VOTO: 7++
  • Giordana Angi – Come mia madre: punta a commuovere e a raccontare un tema che piace a tutti da sempre perchè la mamma è sempre la mamma. La sua voce è penetrante ed entra dentro tirando fuori la verità e l’intensità di cui è da sempre capace. Brava, emozionante e decisamente una penna da tenere d’occhio per la sua capacità di usare le parole. Brava brava. Brividino sul finale di serata ma merita più ascolti per apprezzarla davvero testualmente. VOTO: 8
  • Michele Zarrillo – Nell’estasi e nel fango: E’ il veterano di quest’anno ma risulta molto più giovane, fresco e a fuoco di tanti altri. La sua canzone suona molto electropop e poco zarrilliana ma convince, come sempre, per le sue indiscutibili qualità di musicista di classe che gli consentono anche di usare un azzardatissimo falsetto continuo nel ritornello che sarà impossibile non canticchiare con convinzione. VOTO: 7

Spettacolo ed ospiti:

  • Fiorello. E’ uno showman senza eguali da sempre. Lo dimostra anche questa sera scendendo le scale vestito da Maria de Filippi. Cinque minuti gli bastano per conquistarsi gli onori della gloria di una serata che rimarrà nella storia. Un vero signore ed una vera signora della televisione italiana. Ancora meglio (molto meglio) di ieri  sera ed oggi è davvero Fiorello show dal’inizio alla fine della serata televisiva che rende gloria ed onore alla sua enorme capacità di stare sul palco in un modo sempre nuovo ed iconico. VOTO: 9
  • Massimo Ranieri e Tiziano Ferro – Perdere l’amore. La sua ugola l’abbiamo amata tutti e ancora oggi rimane limpida, potente e sincera come quando trionfò a Sanremo. Tiziano Ferro in Perdere l’amore gli rende il giusto onore e merito sorreggendo una canzone storica che ha sempre il proprio fascino e la propria aurea di canzone senza tempo. Chi non ha cantato questa canzone almeno una volta nel corso della propria vita? Stasera l’abbiamo fatto tutti.
  • Io sto con Paolo. Anche nel corso di questa serata viene dato spazio ad una di quelle canzoni che non hanno passato le selezioni necessarie per entrare a fare parte del cast del Festival di Sanremo. Questa volta è il momento di una proposta che non è entrata nella sezione delle Nuove Proposte ma che commuove per la propria storia. Un bel momento che testimonia come la musica, in realtà, sia sempre inclusiva. Un mento da pelle d’oca e di vera emozione.
  • Ricchi e poveri. Cominciano cantando in playback il che non rende giustizia alla storia e al motivo per cui si trovano qui questa sera. Dopo quarant’anni ci meritiamo un’esibizione che ci faccia cantare anche se con qualche stonatura di più. Poi, fortunatamente, ci mettono la voce reale e ci regalano le soddisfazioni che ci meritavamo. Un evento. Una storia senza eguali. Trascinanti.
  • Zucchero. Torna all’Ariston dopo 3 anni dalla sua ultima ospitata e c’è da dire che, forse, la scorsa volta si era dimostrato meglio inserito all’interno dello show e musicalmente più coinvolgente. Il suo soul è sempre magistrale ed interessante ma, forse, qualche cavallo di battaglia avrebbe ravvivato la sua performance che, invece, si è concentrata su di alcune scelte difficili da spendere. Lui, però, rimane un fuoriclasse sempre ed assoluto. VOTO: 7,5
  • Gigi d’Alessio – Non dirgli mai: arriva a cantare quando ormai già non ne possiamo più di un ritardo imbarazzante e di uno show troppo ricco di ospiti e di sfilate. Lo apprezziamo perchè lui è un grande musicista e questa è una canzone che ha fatto la storia della sua discografia e della musica italiana in generale. Vent’anni di una canzone ha rivoluzionato la musica popolare di questo Paese anche se oggi fatichiamo a riconsigliarglielo. VOTO: 7/8
  • Massimo Ranieri – Mia ragione. E’ l’inedito che riporta Ranieri a cantare dopo anni di grandi classici e teatro. La sua vocalità impreziosisce ancora e fa la differenza anche per questa canzone che ha dalla sua anche una bellissima e classica orchestrazione. Finalmente un inedito di un big che non risulta vomitevole dopo anni e anni di onorata carriera. Almeno è carina, ascoltabile ed intensa. VOTO: 7
  • Emma d’Aquino e Laura Chimenti. Loro sono due numeri uno del giornalismo italiano grazie alla loro poltroncina al Tg1 che da anni ce le ripropongono sera dopo sera rendendole famigliari. Sul palco dell’Ariston risultano professionali (tanti) e giocano con la loro impostazione poi, però, alla lunga risultano limitate da questa loro capacità di raccontare e presentare in un solo modo. Brave, ma per il TG. E all’una e mezza di notte, fidatevi, i loro monologhi li avremmo voluti evitare. VOTO: 6
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.