giovedì, Marzo 28, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

Sanremo 2020: le pagelle delle quinta serata

Tutti i nostri voti delle esibizioni della finalissima

Eccoci giunti alla serata conclusiva del Festival di Sanremo 2020 e, cioè, alla puntata che determinerà la classifica conclusiva di quest’edizione della kermesse ed il rispettivo brano vincitrice.

Per questa speciale serata abbiamo pensato di concentrarci con delle specialissime pagelle che diano voce a tutta la nostra redazione inviata in questi giorni proprio a Sanremo per seguire da vicino il Festival. Troverete, dunque, per ciascuna canzone i giudizi di:

  • Donato Cappiello (responsabile spazio indie)
  • Francesco Cavalli (responsabile spazio rap/cantautorato)
  • Nico Donvito (responsabile spazio interviste)
  • Niccolò Giusti (responsabile spazio talent)
  • Ilario Luisetto (direttore)
  • Giulia Mezzolla (responsabile spazio TV)

Pagelle:

1.Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango

  • Per la prima volta pezzo uptempo che prova a svecchiare un repertorio tipicamente classico. VOTO: 6,5 [Donato Cappiello]
  • Un bel pezzo che spicca per il ritornello orecchiabile, con un arrangiamento moderno per gli standard di Zarrillo. VOTO: 6,5 [Francesco Cavalli]
  • Voce che con il tempo non perde la propria lucentezza. Il pezzo funziona, ma non è all’altezza della storia del cantautore romano. VOTO: 6,5 [Nico Donvito]
  • Pezzo energico con sfumature manghiane, sveglia la platea, ascoltabile. VOTO: 7 [Niccolò Giusti]
  • Una canzone che rivede lo schema musicale zarrilliano per spostarlo verso un più attento universo radiofonico, digitale e da classifica contemporanea. Funziona nella sua musicalità. VOTO: 7 [Ilario Luisetto]
  • Ritroviamo uno Zarrillo più moderno con un brano ritmato e che esalta la sua duttilità vocale. VOTO: 7 [Giulia Mezzolla]

2. Elodie – Andromeda

  • Il pezzo è di Mahmood e si sente tutto. Lei bellissima, moderna e a suo agio. VOTO: 7 [Donato Cappiello]
  • Elegante e ritmata, in pieno stile Elodie 2.0. Funziona di più ascolto dopo ascolto. VOTO: 7 [Francesco Cavalli]
  • Privo di sovrastrutture sanremesi, il pezzo potrebbe fare sfracelli all’Eurovision, funziona anche al Festival ma la concorrenza è decisamente più agguerrita. VOTO: 8 [Nico Donvito]
  • Mahmood al femminile per un pezzo dance fresco e moderno. VOTO: 8 [Niccolò Giusti]
  • E’ il brano più attuale e contemporaneo tra quelli in gara oltre che uno dei più complicati vocalmente di questo Festival. Lei piace e sarà una grande protagonista del post-Festival. VOTO: 8 [Ilario Luisetto]
  • Brano dance ritmato in cui é ben visibile l’influenza di Mahmood. Moderno. VOTO: 8 [Giulia Mezzolla]

3. Enrico Nigiotti – Baciami adesso

  • Brano nello stile classico del cantautore. Sanremo in sordina, senza infamia e senza lode. VOTO: 6 [Donato Cappiello]
  • Passa senza lasciare troppe tracce questo pezzo ben interpretato ma certamente sotto gli standard del Nigiotti che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. VOTO: 5,5 [Francesco Cavalli]
  • Non è “Nonno Hollywood” e nemmeno “L’amore è”, non eccelle ma la sufficienza se la merita tutta. VOTO: 6 [Nico Donvito]
  • Brano insipido, la chitarra è praticamente solo una Skin di Fortnite, un orpello estetico. Un Sanremo fallimentare. VOTO: 5 [Niccolò Giusti]
  • Nigiotti ha scritto e cantato di meglio motivo per cui era legittimo aspettarsi qualcosa di più rispetto a questa ‘L’amore è 2.0’ uscita male. VOTO: 6,5 [Ilario Luisetto]
  • Insipido, brano che tarda a trasmettere qualcosa perché in realtà non ha molto da dire, né dal punto di vista melodico che da quello testuale. VOTO: 5 [Giulia Mezzolla]

4. Irene Grandi – Finalmente io

  • 20 anni dopo, Irene torna nuovamente con un brano di Vasco Rossi e lo fa in grande stile. Meritava di più da questo festival. VOTO: 7,5 [Donato Cappiello]
  • Canzone molto forte ed interpretazione convincente. Un graffio rock che esce tutto nel crescendo finale. Merita di più rispetto a ciò che sta raccogliendo nella gara. Vasco – Curreri (da sempre) coppia sinonimo di qualità. VOTO: 7,5 [Francesco Cavalli]
  • Finalmente lei. L’artista toscana torna con gioia e grinta, così come non la ricordavamo da tempo. Che sia di buon auspicio per il prossimo futuro. VOTO: 7 [Nico Donvito]
  • Vasco in gonnella. Lei mostra tutta la sua anima rock ma il risultato è il classico brano dallo stile stereotipato del rocker di Zocca. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • La potenza di Irene esce bene allo scoperto con questo brano totalmente ‘Vasco style’ che in questo Festival ha faticato ad emergere davvero ma che merita davvero un buon riscontro radiofonico per rilanciare un’artista meritevole. VOTO: 7,5 [Ilario Luisetto]
  • Un pezzo che si apprezza ad ogni ascolto di più. Rock e grintoso al punto giusto. VOTO: 7,5 [Giulia Mezzolla]

5. Alberto Urso – Il sole ad est

  • Canzone classica, cantata in modo classico. Alberto ce la mette tutta per fa decollare la sua esibizione ma la sensazione rimane che anche il vocione, in questo caso, non basti. VOTO: 5 [Francesco Cavalli]
  • Anche ascoltata in un’orario più decente, la canzone non decolla, nonostante l’evidente talento del suo interprete. La voce c’è, la canzone boh. VOTO: 5 [Nico Donvito]
  • Il Volo dell’Eurospin. Tutta tecnica e zero emozione. Unica sensazione, la noia. VOTO: 4 [Niccolò Giusti]
  • La sua voce è sempre sinuosa e potente ma, come spesso accade, la vocalità non può salvare una canzone che, in questo caso, è davvero troppo insipida e scontate nelle sua direzioni. VOTO: 4,5 [Ilario Luisetto]
  • Canzone sanremese fin troppo classica. Manca un guizzo di emozione, un qualcosa che faccia venir voglia di riascoltarla una seconda volta. VOTO: 4 [Giulia Mezzolla]

6. Diodato – Fai rumore

  • Il pop fatto bene. Scrittura sublime ed interpretazione perfetta, con un ritornello che emoziona. Merita, tanto. VOTO: 8/9 [Francesco Cavalli]
  • Un pugno nello stomaco, una sberla nell’anima. Un brano che merita la vittoria e tutte le platee del mondo. VOTO: 10 [Nico Donvito]
  • Bravissimo, emozionante, una voce meravigliosa per un brano intenso ma che ha comunque le velleità del tormentone. VOTO: 9 [Niccolò Giusti]
  • Una classica canzone alla Diodato che sfrutta a meraviglia l’orchestrazione per comunicare la forza del sentimento che, stavolta, può essere letto anche a livello sociale. VOTO: 9 [Ilario Luisetto]
  • Brano azzeccatissimo per il giovane cantautore. Davvero emozionante, melodia da dieci e lode. VOTO: 10 [Giulia Mezzolla]

7. Marco Masini – Il confronto

  • Il testo è bello e l’interpretazione è intensa. L’impressione, anche al terzo ascolto, è che comunque manchi qualcosa per spiccare. VOTO: 7 [Francesco Cavalli]
  • Un bilancio in musica, al suo nono Festival il cantautore toscano dimostra di poter concedersi il lusso di puntare più sullo stile che sulla canzone. VOTO: 7 [Nico Donvito]
  • Una canzone masiniana, intesa, sofferta, matura. Non la hit della vita ma un bel ritornello ed un’ottima interpretazione. VOTO: 7,5 [Niccolò Giusti]
  • Una “masinata” senza troppe sorprese nello sviluppo musicale, melodico e vocale. Il suo timbro riconoscibile e graffiante ed il senso di riflessione a proposito della vita caratterizzano un brano rassicurante. VOTO: 7- [Ilario Luisetto]
  • Tipico pezzo alla Masini convincente e di impatto. VOTO: 7 [Giulia Mezzolla]

8. Piero Pelù – Gigante

  • Grinta, forza e rock. Piero Pelù fa il Piero Pelù ma lo fa convincendo e portando sul palco tutta l’esperienza accumulata in carriera. Animale da palco. VOTO: 6/7 [Francesco Cavalli]
  • Debutto col piede giusto, un pezzo che funziona anche e soprattutto grazie all’esecuzione dal vivo. VOTO: 7,5 [Nico Donvito]
  • Lui grinta immensa e canzone che si fa ricordare anche per le classiche smorfie del rocker toscano. Ma l’effetto Ok Boomer è dietro l’angolo. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • E’ il grande nome rock made in Sanremo 2020. La sua presenza sul palcoscenico, però, è molto più forte della canzone che, rispetto, al suo repertorio non è davvero nulla di che. VOTO: 6,5 [Ilario Luisetto]
  • Pezzo rock grintoso ed esplosivo, molto convincente come la performance sul palco di Pelú che trasmette una carica straordinaria. VOTO: 7/8 [Giulia Mezzolla]

9. Levante – Tikibombom

  • Bella presenza e ottima interpretazione. Con questa proposta Levante si dimostra ancora una volta una cantautrice dal gusto raffinato e dal grande talento. VOTO: 8 [Francesco Cavalli]
  • Fedele a se stessa e al proprio mondo musicale, la scrittura della cantautrice siciliana appare meno pragmatica del solito, fruibile anche da un pubblico distratto come quello sanremese. VOTO: 7,5 [Nico Donvito]
  • Pezzo consapevole e trascinante per la cantautrice, che non tradisce la sua identitá artistica e parla di temi sociali col suo stile originale. VOTO: 8,5 [Niccolò Giusti]
  • Un brano che dimostra la complessità testuale dei brani di Levante che difficilmente d’intendono al primo ascolto superficiale. Potente e radiofonica ma contemporaneamente anche profonda. VOTO: 7/8 [Ilario Luisetto]
  • Ottimo arrangiamento per un testo coraggioso e ricco di significato che fa molto riflettere. VOTO: 8 [Giulia Mezzolla]

10. Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr

  • Entrano al Festival in punta di piedi e ne escono da giganti. La canzone giusta, al momento giusto, nel posto giusto. I Pinguini Tattici Nucleari rappresentano certamente la sorpresa di quest’anno. VOTO: 8,5 [Francesco Cavalli]
  • Un tormentone. Il gruppo bergamasco riesce nel complicato intento di divertire strappando un sorriso e un pensiero. VOTO: 8 [Nico Donvito]
  • I veri eroi del Festival. Un testo ricco di easter eggs, una performance allegra e sorprendente che ha tutti gli ingredienti per un tormentone che potrebbe sorprenderci tutti. VOTO: 9,5 [Niccolò Giusti]
  • Brano che va a ricoprire la casella del tormentone sanremese dell’anno grazie alla loro immediatezza ed orecchiabilità. Il ritornello lo fischietteremo fino all’estate. VOTO: 7+ [Ilario Luisetto]
  • Rivelazione del Festival. Brano dal bel significato e allo stesso tempo divertente colmo di citazioni e rimandi di vario genere. Forte ed orecchiabile. VOTO: 8,5[Giulia Mezzolla]

11. Achille Lauro – Me ne frego

  • Seppur con una canzone meno sorprendente rispetto a quella dello scorso Festival, certifica il suo status di artista versatile e in continua evoluzione, nella musica così come nel look. VOTO: 7,5 [Francesco Cavalli]
  • Provoca sia nel look che nelle intenzioni, in questa sua seconda partecipazione consecutiva al Festival. Meno wow di “Rolls Royce”, ma allo stesso tempo molto ullallà. VOTO: 7 [Nico Donvito]
  • Le sue performance son meglio della sua canzone, che è meno forte di Rolls Royce e a volte è un po’ more of the same. Resta però iconico a modo suo. VOTO: 7,5 [Niccolò Giusti]
  • Genio e sregolatezza s’incarnano nel corpo della provocazione e di una canzone che unisce alle note la forza di un abbinamento con l’immagine. La sentiremo suonare per un bel po’. VOTO: 7,5 [Ilario Luisetto]
  • Il livello della canzone è indiscutibilmente più basso rispetto a Rolls Royce. La canzone viene salvata dalle sue esibizioni sul palco sempre sopra le righe come nel suo stile. VOTO: 6,5 [Giulia Mezzolla]

12. Junior Cally – No grazie

  • Partito con mille difficoltà, il buon Junior Cally ha dalla sua un testo che provoca e lo fa in modo molto diretto. C’è ritmo e il ritornello che entra in testa. Manca la sorpresa che probabilmente avrebbe fatto decollare il brano. VOTO: 6/7 [Francesco Cavalli]
  • Genio incompreso di questa edizione, paga ingiustamente lo scotto delle polemiche. VOTO: 7 [Nico Donvito]
  • Brano molto provocatorio, sul filo dell’hardcore con il beat molto martellante. Non è Stupido Gioco del Rap ma si fa ascoltare piacevolmente. Sorpresa. VOTO: 7 [Niccolò Giusti]
  • Prima centro di polemiche, poi condannato ad una sorta di ripicca e vendetta da diversi fronti. Il suo pezzo non è male e testimonia quella disaffezione da un certo tipo di politica che è sempre più comune. VOTO: 6,5 [Ilario Luisetto]
  • L’intento era quello di stupire con un brano più rock che pop e pieno di riferimenti a temi attualissimi. Ma, nonostante la grande esposizione mediatica precedente il Festival, non convince per niente causa esecuzione e ritmo piatti. VOTO: 5 [Giulia Mezzolla]

13. Raphael Gualazzi – Carioca

  • Ti aspetti una cosa e poi arriva tutt’altro. Raphael Gualazzi ha stupito senza dover ricorrere per forza a grossi effetti speciali. Fa muovere il collo e già questo, soprattutto in quest’edizione, non è assolutamente poco. VOTO: 7+ [Francesco Cavalli]
  • Una ventata d’aria fresca, sia tra le note che tra le righe del testo. Energia allo stato brado. C’è del sudamerichismo. VOTO: 7,5 [Nico Donvito]
  • Il brano più sottovalutato del festival, un bellissimo pezzo dalle atmosfere funky che mette allegria e ricorda un po’ le atmosfere già viste nell’Estate di John Wayne. VOTO: 8 [Niccolò Giusti]
  • Uno di quei brani per cui ci si aspettava un riscontro diverso e più caloroso sia da parte del pubblico che del mondo radiofonico che dovrebbe aver amato una canzone così latina e trascinante. VOTO: 6/7 [Ilario Luisetto]
  • Elettronica e pianoforte di fondono bene in questo pezzo divertente e curioso del talentuoso cantautore. Molto creativo con influenze dal mondo jazz e sudamericane. VOTO: 7,5 [Giulia Mezzolla]

14. Tosca – Ho amato tutto

  • La canzone è una delle più belle in gara e l’interpretazione è convincente. Tosca non aveva certamente bisogno di dimostrare il suo valore, ma questa partecipazione ci ricorda ancora una volta la bellezza della sua voce. VOTO: 8 [Francesco Cavalli]
  • Suggestioni d’altri tempi per un brano intimo e delicato, che ci restituisce una delle interpreti più raffinate e preparate del firmamento musicale italiano. Il pezzo si lascia apprezzare, la sua voce fa il resto. VOTO: 8 [Nico Donvito]
  • Lei è una delle voci migliori del festival ma il brano è una mattonata sullo stomaco, il rischio di sonno è dietro l’angolo. Capisco la vocalitá e l’eleganza ma a volte cercare la modernitá non sarebbe un male. VOTO: 4 [Niccolò Giusti]
  • Delicata, teatrale e di classe Tosca porta sul palco una canzone che si fatica ad apprezzare in un concorso ‘commerciale’ e ‘commercializzato’. Uscendo dall’ambientazione è un gran brano, dentro perde di forza. VOTO: 7 [Ilario Luisetto]
  • Lo stile di Tosca è impeccabile ed il brano innegabilmente elegante e di altri tempi. Ció che più lo danneggia é proprio il fatto di essere esageratamente classico e l’assenza totale di modernità. Nonostante la bellezza del testo, si fa fatica a riascoltarlo nuovamente. VOTO: 5,5 [Giulia Mezzolla]

15. Francesco Gabbani – Viceversa

  • La versione romantica di Gabbani arriva con un pezzo che si fa apprezzare senza tuttavia stupire un granché. La scimmia nuda che ballava oggi è un uomo che ci dona il suo punto di vista sull’amore. Nel complesso funziona anche e soprattutto grazie alla sua orecchiabilità. VOTO: 7 [Francesco Cavalli]
  • Torna a Sanremo per la terza volta senza scimmiottare né se stesso né la scimmia. Tocca il cuore e smuove più di un pensiero. VOTO: 9 [Nico Donvito]
  • Torna a Sanremo per il triplete, la canzone è una bella ballad fischiettabile, ma è debole rispetto a tante altre sue produzioni, anche pezzi come Foglie Al Vento. Ritornello a volte quasi fastidioso. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • Cresce nel corso dello stesso brano sfruttando un fischiettio orecchiabile, un certo sound retrò che, poi, invece, si trasforma in delicatezza e romanticismo. VOTO: 7+ [Ilario Luisetto]
  • Dopo il ritmo esplosivo di Amen e Occidentali’s Karma, il suo brano ha spiazzato tutti. Si scopre un Gabbani intimo e delicato. Estremamente piacevole all’ascolto e l’artificio del fischio la rende anche facilmente canticchiabile. VOTO: 9,5 [Giulia Mezzolla]

16. Rita Pavone – Niente (resilienza 74)

  • Da apprezzare la volontà di rimettersi in gioco, quasi commovente l’energia che mette sul palco. Un esempio di costanza e carica. La canzone non sarà un capolavoro è vero, ma l’interpretazione è convincente. VOTO: 6 [Francesco Cavalli]
  • Ha fatto la storia e vuole provarci ancora, la sua presenza nobilita la gara, nonostante il pezzo non sia da 10 e lode, il suo talento e la sua grinta sono mille volte superiori a tutto il resto. VOTO: 7,5 [Nico Donvito]
  • Tanta grinta e voglia di cantare al servizio di un pezzo che risulterebbe bello forse negli anni ’90 al massimo. VOTO: 4 [Niccolò Giusti]
  • Partita in grande spolvero la nuova avventura sanremese di Rita si conclude in salita probabilmente anche a causa di un brano che, sulla distanza, si rivela immensamente più debole della sua interprete. VOTO: 6/7 [Ilario Luisetto]
  • Lei un uragano come sempre, ma stavolta porta sul palco un brano che si salva solo per l’inciso abbastanza orecchiabile. Ma si tratta solo di una copertura, testo e ritmo sono infatti troppo carenti per un brano già datato di suo. VOTO: 5 [Giulia Mezzolla]

17. Le Vibrazioni – Dov’è

  • Melodia e testo di altissimo livello. Il talento della band non è mai stato in discussione e questo brano sembra poter fungere da nuovo trampolino di (ri)lancio verso il grande pubblico. Ricorda alcuni grandi successi passati della band, è questo è un bene. VOTO: 8 [Francesco Cavalli]
  • Una canzone immediata, comprensibile, fortemente evocativa nel sound e nelle intenzioni. riabbracciando le sonorità che hanno contraddistinto i loro esordi, quel pop melodico che, se fatto bene, riesce sempre a fare centro. VOTO: 8 [Nico Donvito]
  • Canzone amata follemente da tutti, è una produzione rock basata su un testo quasi ossessivo. Sarcina sempre bravo nel suo ma la canzone non è da best of della band milanese. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • La sorpresa di questo Festival è questa bella ballata tutta pop-rock che si trova a riflettere sul senso dell’esistenza e dei suoi valori fondanti. VOTO: 7 [Ilario Luisetto]
  • Rock immediato e incalzante per un brano che si pianta in testa e si inizia a cantare già dopo il primissimo ascolto. VOTO: 8,5 [Giulia Mezzolla]

18. Anastasio – Rosso di rabbia

  • Anastasio è bravo, su questo nessuno ha da dire. Il problema che, seppur valida, questa canzone non sembra la proposta adatta per spiccare sul palco dell’Ariston. Peccato perché questo Festival sa di mezza occasione sprecata… VOTO: 6,5 [Francesco Cavalli]
  • Niente di più e niente di meno da quello che ci si può aspettare dal vincitore della dodicesima edizione di X Factor, favorito della vigilia che ha un po’ disatteso le aspettative. VOTO: 6,5 [Nico Donvito]
  • Un brano arrabbiato che non tradisce lo stile del rapper campano, come produzione peró è una delle sue peggiori canzoni, bella base ma non entra troppo in testa e non ti fa venire voglia di condividere la sua ira. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • Un brano difficile da comprendere e da assimilare vista la scrittura dinamica e non sempre immediata di Anastasio. Lui canta con decisione e fermezza una canzone che ricorda Salmo in tanti punti. VOTO: 7- [Ilario Luisetto]
  • La rabbia é come sempre al centro dei suoi testi. Un brano rap ma dal carattere rock e arrabbiato che vuol far riflettere, ma il cui sound non convince fino in fondo. VOTO: 4 [Giulia Mezzolla]

19. Riki – Lo sappiamo entrambi

  • Canzone classica con struttura standard e testo semplice e diretto. L’interpretazione non è male ma il problema alla fine è sempre lo stesso: cosa resta dopo l’ascolto? Pochino. VOTO: 4,5 [Francesco Cavalli]
  • Sviscera emozioni e situazioni che almeno una volta abbiamo provato un po’ tutti. Musicalmente parlando, cantato dagli Spandau Ballet negli anni ’80 avrebbe raccolto sicuramente maggiori consensi. VOTO: 6 [Nico Donvito]
  • Ha fatto testi peggiori ma anche questo è pieno di errori sintattici. Certe cose non son licenze poetiche! Lui canta al meglio che può ma il suo meglio non è comunque abbastanza. Le parti con il voocoder poi… VOTO: 3 [Niccolò Giusti]
  • Una proposta semplice, diretta ed immediata per il pubblico più giovane a cui Riki fa riferimento da sempre. Il brano ha la sua credibilità pop trovando ragione d’essere nella sua semplicità. VOTO: 6/7 [Ilario Luisetto]
  • Il brano sorprende in positivo, dato il suo repertorio composto piú che altro da pezzi banalotti e scontati che rendeva già in partenza le aspettative molto basse. La sua voce nasale rovina però ogni brano in cui si esibisce. VOTO: 5 [Giulia Mezzolla]

20. Giordana Angi – Come mia madre

  • Giordana Angi ha le capacità e la voce per emozionare. Questo brano ci prova in tutti i modi, anche se i risultati non sono così incredibili. L’idea c’è, il risultato un po’ meno. VOTO: 6,5 [Francesco Cavalli]
  • Un amore universale, quello di una figlia nei confronti della propria madre. Un brano forte, forse più nelle intenzioni testuali piuttosto che dal punto vista musicale. Forte il messaggio, nel suo piccolo ha vinto. VOTO: 7 [Nico Donvito]
  • Intensa, forte, una bella interprete, che punta al cuore e all’emozione, seppur risultando molto “facilona” come Barbarossa nel 1992, non è male, ma quanto potremo differenziarla dal suo repertorio o da quello di cantanti come Noemi? Ai posteri l’ardua sentenza. VOTO: 6,5 [Niccolò Giusti]
  • Mai davvero dentro a questo Festival, Giordana paga, forse, lo scotto di una canzone che non è la sua migliore. Peccato perchè avremmo goduto volentieri della sua miglior penna su questo palco. VOTO: 7,5 [Ilario Luisetto]
  • Bravissima cantautrice, Giordana sbaglia totalmente brano da portare sul palco. Canzone urlatissima e gridata di cui Giordana, che possiede invece un’innata capacità interpretativa di altissimo livello, non aveva affatto bisogno. VOTO: 5 [Giulia Mezzolla]

21. Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso

  • Musicalmente è uno dei pezzi migliori del Festival di quest’anno, l’interpretazione però non è sempre al top. Nel complesso passa senza lasciare troppe tracce ed è un peccato perché le premesse per fare meglio c’erano tutte. La sufficienza c’è. VOTO: 6 [Francesco Cavalli]
  • Classico ma non troppo, musicalmente parlando una delle canzoni stilisticamente più riuscite di questo Festival. Il ragazzo possiede sia la voce che il cuore. VOTO: 6,5 [Nico Donvito]
  • Un pezzo dagli stilemi jazz molto eleganti che però non è né carne né pesce, non è un brano da crooner né sarcastico e teatrale come i pezzi del padre. Appare come uno scarto della discografia metamoriana. VOTO: 5 [Niccolò Giusti]
  • L’amore di un padre raccontato ad una figlia è un tema sensibile e toccante per ogni genitore. Lui è nuovo nel mestiere di cantante ma la sua delicatezza arriva. VOTO: 5 [Ilario Luisetto]
  • Pezzo delicato suonato al pianoforte. Classico, forse troppo ma il testo, il messaggio di un padre a una figlia, é davvero commovente. VOTO: 7 [Giulia Mezzolla]

22. Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare)

  • Chiaramente non è un pezzo che finirà sui libri di scuola. Nasce con intenti ed ambizioni ben precisi che alla fine vengono rispettati. Il ritornello rimane in testa, il problema è la voce che è quel che è. Con tutto l’amore del mondo, poco adatta per questo palco. VOTO: 4 [Francesco Cavalli]
  • Difficile scindere questo pezzo dal personaggio. Il risultato? Un brano dichiaratamente summer friendly. Il suo è un campionato a parte. Comunque vada è un tormentone. VOTO: 4 [Nico Donvito]
  • La canzone è una hit assurda, per il fattore tormentone sarebbe un 10 ma non si puó prescindere dal fatto che non sappia cantare. VOTO: 6 [Niccolò Giusti]
  • Suoni estivi e testo sufficientemente elementare per entrare in testa fin dal primo ascolto. So farà cantare a tutta gola ma, probabilmente, l’errore è averla portata proprio a Sanremo. VOTO: 4 [Ilario Luisetto]
  • esto superficiale. Impossibile che il ritornello martellante di questo tormentone non rimanga nella testa. La vocalità della Lamborghini però é scarsissima. Che a volte sia in seria difficoltà é ben visibile. VOTO: 3 [Giulia Mezzolla]

23. Rancore – Eden

  • La speranza è che con questo brano il grande pubblico impari ad andare a conoscere uno dei migliori interpreti della scena hip hop italiana che da oltre 10 anni tiene in alta la bandiera del rap poetico. Eden è un pezzo convincente, che mischia un ritornello orecchiabile alla raffica di parole delle strofe. Conferma. VOTO: 8/9 [Francesco Cavalli]
  • Porta se stesso, tutto il suo genio creativo in un brano che forse paga lo scotto del “ta-ta-ta”, un anno dopo il “clap clap clap” di Mahmood. Una canzone di forte impatto, con le parole che suonano taglienti proprio come i colpi di una mitragliatrice. VOTO: 8,5 [Nico Donvito]
  • Una grower micidiale, un rap sfrontato, potente, con un testo che va ben oltre il geniale, una melodia martellantissima ed un flow apocalittico. VOTO: 9 [Niccolò Giusti]
  • Uno dei brani più sottovalutati all’inizio del Festival è proprio questa canzone di Rancore che ha dalla sua una fortissima musicalità ed un uso della parola davvero notevole. Da ascoltare più volte per comprenderla. VOTO: 7,5 [Ilario Luisetto]
  • Per lui un sound originale e un testo dal significato allegorico con riferimenti anche mitici. L’exploit che ci voleva dopo l’ingresso a Sanremo in sordina dello scorso anno. VOTO: 7,5 [Giulia Mezzolla]
The following two tabs change content below.

Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.