Si parla solo di vallette o ospiti ma la musica dov’è?
La nomina di Amadeus come conduttore e direttore artistico della prossima edizione del Festival di Sanremo 2020 è arrivata già da qualche tempo ed ora che le vacanze estive sono definitivamente archiviate anche per il mondo della televisione si può iniziare a lavorare seriamente alla 70° edizione della kermesse canora ligure.
In effetti le chiacchiere intorno al Festival hanno già iniziato a circolare ed i titoli suoi siti ed i giornali di settore iniziano sensibilmente ad aumentare peccato che nessuno di questi, o quasi, parli realmente di musica.
Mai come quest’anno tutti i rumors sanremesi sono incentrati sul contorno della manifestazione piuttosto che sulla sua vera protagonista: la musica. Musica che, con i suoi lati positivi o negativi, Claudio Baglioni, in quanto direttore artistico delle ultime due edizioni, aveva sensibilmente contribuito a rimettere al centro della cinque giorni sanremese.
Quest’anno, invece, non pare essere così. Se su di un qualsiasi motore di ricerca si sceglie di andare a scovare le ultime notizie con parola chiave ‘Sanremo 2020’ i titoli più blasonati vanno a riguardare la presenza di ospiti, vallette o superospiti internazionali. Si parla del fatto che Fiorello o Jovanotti potrebbero far da spalla in una qualche veste ad Amadeus, della presenza o meno di ex-conduttori storici della kermesse, di nuovi sospetti di “inciuci” o raccomandazioni o di superospiti internazionali come Madonna o Lady Gaga con cui sarebbero già state avviate silenziose trattative ancora non ufficiali. Niente musica.
Ad alimentare le chiacchiere, poi, è soprattutto Amadeus che sui quotidiani o sui settimanali rilascia dichiarazioni o interviste programmatiche che ben poco hanno a che fare con il suo ruolo di direttore artistico e di massimo responsabile delle scelte musicali che in quei cinque giorni l’Italia intera sarà interessata ad ascoltare e valutare. Eppure di nodi al pettine ce ne sarebbero numerosi da sciogliere…
Vogliamo concludere con un suggerimento: si pensi alle canzoni, a come difendere la musica e a come metterla al centro della manifestazione televisiva non solo per incrementare gli ascolti e vantare uno 0,1% di share maggiore rispetto allo scorso anno ma per poter davvero lanciare dal palco dell’Ariston delle proposte meritevoli e durature. Le canzoni non nascono improvvisamente, vanno curate, direzionate e corrette da chi ha il ruolo di selezionarle mettendole insieme in un quadro quanto più armonico e coerente possibile pur rispettandone l’eterogeneità. Si pensi a ricercare quelle canzoni e quella qualità necessaria che ha bisogno di tempo per essere scovata ed apprezzata. Per gli ospiti c’è sempre tempo e se proprio non sarà possibile avere Madonna, Lady Gaga o quella sfilza di italiani “codardi” che pur di non scendere in gara ci vengono riciclati ciclicamente ogni due anni come super-ospiti ce ne faremo una ragione.
Nel frattempo c’è un Sanremo Giovani tutto da ricostruire e magari da rilanciare per riuscire davvero a consolidare e lanciare qualche nuovo talento discografico, c’è Area Sanremo che ancora attende un regolamento e poi ci sono decine e decine di Big, o presunti tali, che attendono di poter inviare i propri brani e di essere, in caso, indirizzati dal direttore artistico nelle proprie scelte e proposte con dei tempi ragionevoli. Per ora solo tanto fumo mentre l’arrosto non si vede. L’edizione che dovrebbe essere della coralità rischia davvero di esserlo solo per quanto riguarda l’aspetto televisivo…
Ilario Luisetto
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