Precedenti al Festival, giudizi della stampa, quote dei bookmakers, album, tracklist, autori e testo del brano
PARTECIPAZIONI A SANREMO:
Prima partecipazione in assoluto al Festival di Sanremo per Gio Evan che, finora, non aveva mai calcato il palco del Teatro Ariston nè come artista in gara nè come ospite nel corso della kermesse canora.
IL BRANO:
Per la sua prima partecipazione alla kermesse ligure Gio Evan punta su un brano scritto completamente, sia per il testo che per la musica, da lui stesso (e da Francesco Cattiti nella parte musicale) ed intitolato Arnica.
COME NE PARLA LA STAMPA:
““E portami una primavera prima che appassisca”, una strofa che vale. Vorrei riascoltarlo: 6,5” [Gabriella Mancini, Gazzetta]
“Il nome d’arte Gio Evan sembra uscito dal tempio jazz newyorkese del Village Vanguard, mentre si tratta di Giovanni Gian Caspro da Molfetta, professione: scrittore e cantautore. Il mix genera un pezzo nostalgico, a tratti forte e terapeutico, appunto, come l’arnica” [Massimiliano Castellani, Avvenire]
“«Sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione, prendere in tempo il treno e poi sbagliare le persone». RIFLESSIVO” [DomaniPress]
“Ho intervistato Gio anni fa, è un poeta che lascia in giro le poesie minime sui post, ha girato il mondo a piedi e ha vissuto per strada in India. È un ragazzo insolito e geniale. Questa canzone non mi è arrivata, ma è di certo colpa mia” [Maria Elena Barnabi, Cosmopolitan]
“Anche per Giovanni Giancaspro è un debutto all’Ariston. Più scrittore o più cantante? Giusto che sia in gara nei Big o, numeri alla mano, doveva fare un passaggio prima nei Giovani? Ai posteri le ardue sentenze. Noi valutiamo quello che c’è nel piatto, ossia un brano che introspettivo che parte subito con una forte emotività, arioso e malinconico, dando anche una buona prova vocale; il testo è effettivamente una spanna sopra gli altri. Per nulla snob, immediato e intenso, questo brano può essere per più di un ascoltatore quella “pomata” per alleviare le sofferenze che racconta fra le righe. Voto: 6/7” [Andrea Grandi, Newsic.it]
“Per chi sa che Gio Evan è anche e soprattutto un poeta in grado di trasmettere emozioni con parole molto semplici e scarne, questo brano non sarà una sorpresa. Per tutti gli altri sì. Arnica di Gio Evan si inserisce molto bene però nel solco della tradizione dei brani classici sanremesi” [Silvia Danielli, Billboard]
“Spiazzante. Poesia a km zero 0. Voto: 7.5” [Carmen Guadalaxara, Il Tempo]
“Bizzarra, curiosa presenza invece quella di Gio Evan, il cui pseudonimo suona certamente meglio di Giovanni Giancastro. Scrittore, umorista e cantautore dalla capigliatura e dallo stile che ricorda il suo concittadino più famoso Caparezza, canta Arnica che è una pomata per lenire “le prime cicatrici, gli amori mai finiti, le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici”. Testi evocativi, debole musicalmente. Voto: 5” [Giuseppe Attardi, Pickline]
“Cuore, cicatrici, amori. “E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione”. Ci pensa l’arnica a curare tutto con una ballad romantica che corre senza interruzioni dalla prima strofa all’ultima. Si fa ascoltare” [Rita Vecchio, Leggo]
“Scrittore, cantante, poeta. Il poliedrico cantautore pugliese porta sull’Ariston Arnica. Un viaggio nella memoria in stile Simone Cristicchi, il cui tema è il sogno di rivedere la madre e il padre” [Elsa Ungari, Io Donna]
“Non solo cantante ma anche scrittore, poeta e “condivisore” compulsivo di aforismi dei suoi brani. E la canzone è proprio questo: un susseguirsi di aforismi. Segnatevi: “L’amore si scopre solo in mezzo al temporale”. Voto 5,5″ [Unione Sarda]
“Un titolo che spiega tutto. E racconta tutte le volte in cui Gio Evan si è fatto male, aspettando che si formassero le cicatrici. Un crescendo interessante, sostenuto da una voce molto particolare. Si fa piacere. Voto: 6.5” [Christian Pradelli, Mitomorrow]
“Una poesia che è una pomata carezzevole al cuore e agli urti della vita quotidiana” [Claudia Fascia, La Sicilia]
“Racconta con il tocco poetico che gli è caratteristico un passato doloroso ma di cui non rinnega nulla. Però il brano non decolla, bloccato in un andamento costante senza picchi” [Tgcom24]
“La cadenza di un distico elegiaco per raccontare una pagina di quotidianità col cuore che vola oltre le nuvole. E’ un certe notti 2.0 che ti lascia con in bocca un bel gusto anche se c’è un goccia di fiele “eppure lo voglio rifare”. Voto: 7+” [Fabrizio Basso, SkyTG24]
“Canzone da scrittore di buoni sentimenti. Testo intriso di immagini anche malinconiche. Un’interpretazione che a tratti disegna immagini riuscite come Amo i punti fermi ma ho bisogno di viaggiare” (tra Aiello e Paradiso). Voto: 6+” [Paola Gallo, Ondefunky]
“Gio Evan è molto amareggiato perché lui si fida e gli altri se ne approfittano. È un Bacio Perugina vivente, di quelli che ti fanno venire una punta di diabete. “Le partite sulla strada/ fare i pali con la maglia”. Almeno lo zaino. Voto: 6” [Fabrizio Biasin, Libero]
“Premessa l’Arnica è una pianta della famiglia delle Asteraceae. Qui Gio Evan evoca una guarigione: “Cerco un amico per un buon tramonto insieme voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo”. Dopo un periodo buio (pandemia?) è tanta la voglia di volare con la testa tra le nuvole, le corse al lungomare, le partite sulla strada. Giudizio: In cerca della normalità” [Andrea Conti, Il fatto quotidiano]
“Un brano pop nella norma, un insieme di fotografie di vita e di sentimenti: “Le corse in lungomare, nuotare fino a non toccare, l’ansia di non fare in tempo coi regali di Natale”, canta Gio Evan” [Claudio Cabona, Rockol]
““Arnica” è una canzone che sfoggia un linguaggio poetico, ma legato in realtà a immagini ordinarie, in cui ciascuno si può identificare, dall’incombenza degli esami a quella dei regali di Natale. Gio Evan in questo brano fa il resoconto di una vita passata con la testa e il cuore per aria, senza compromessi. E anche se certe esperienze nella vita fanno male, lui rifarebbe tutto da capo” [Francesco Chignola, TV Sorrisi e Canzoni]
“Nessuna intro per Giò Evan che parte subito voce e piano. La paura che potesse riprendere qualcuno delle sue vecchie poesie – alcune non proprio nel gusto di chi scrive – c’era, ma per fortuna si muove con liriche verso altri lidi. Il brano è un pezzo pop, con un arrangiamento che lo accompagna con una serie di archi e l’impressione che potrebbe uscire qualcosa alla Cristicchi. Vista anche l’enorme fanbase che lo accompagna potrebbe essere una sorpresa” [Francesco Raiola, Fanpage]
“una canzone, quasi una poesia, che allevia il dolore. Canta: “E volo con la testa tra le nuvole, ma vedessi il cuore quanto va più in alto“. Incalzante. Musica crescente. Giudizio: poesia in musica” [TVblog]
“Il cantautore che passerà alla storia come colui che scrisse i versi con cui Elisa Isoardi lasciò Matteo Salvini punta tutto sull’omeopatia: «E volo con la testa tra le nuvole/ E vedessi il cuore quanto va più in alto/ E non voglio dimenticare niente/ Però quanto fa male ricordarsi tutto quanto». Memorialismo familistico a piene mani per quella che, al primo ascolto, suona come una ballata un tantinello insipida. Voto: 4” [Francesco Prisco, Il Sole 24 ore]
VOTO MEDIO DELLA CRITICA:
6.2 / 10 (19° posizione generale)
QUOTE SNAI:
33.00 (20° posizione generale)
COVER PER LA 3° SERATA:
Gli anni con il cast di The Voice Senior (883)
IL NUOVO ALBUM:
Uscirà per Polydor / Universal Music il prossimo 12 marzo Mareducato, il nuovo album d’inediti di Gio Evan, il terzo della sua carriera discografica.
Tracklist [autore testo – autore musica]:
Disco 1:
- Introspezione
- Marinconia
- Buster Keaton
- Arnica
- Glenn Miller
- L’amarea
- Regali fatti a mano
- Mark Rothko
- Mantra allegro
- Estrospezione
Disco 2:
- Meglio così
- Mareducata
- Credo invisibile
- Pelle dura
- Mai subito
- Gri-gri
- Ogni tanto, tu
- Viaggiante
- Per sempre, non tutti i giorni
- Vivere a squarciagola
TESTO DEL BRANO:
ARNICA
di Gio Evan – Francesco ‘Katoo’ Catitti, Gio Evan
Edizioni Giallo Ocra/Starpoint International/Universal Music Publishing Ricordi – Roma – Milano
E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione
Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone
E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri
Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente
Cerco un amico per un buon tramonto insieme
Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo
E voglio farmi scivolare il mondo addosso
E non scivolare sempre io
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare
E portami una primavera prima che appassisca
Davanti all’estate di tutti
Così esile che la tormenta
Mi confonde con un panno steso al vento
E cerco un posto dove poter fare il debole
Amici buoni per smezzare una tempesta
‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola
Sognare ad occhi aperti
L’estate senza soldi
L’ansia degli esami
Ma che festa il giorno dopo
La faccia di mio padre
Quando andava a lavoro
Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male
I viaggi con chi ami
Sì ma i sogni a puttane
Le prime delusioni
Perché i baci finiscono
Le nottate a casa con gli amici
A dire resteremo uniti
E poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare.
Ilario Luisetto
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