giovedì, Marzo 28, 2024

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Sanremo 2021, le pagelle della quinta puntata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della quinta serata del Festival di Sanremo 2021

E’ arrivato il momento anche per la quarta serata della kermesse canora. Si alza nuovamente il sipario sul Festival di Sanremo 2021! In questa quinta serata sentiremo le 26 canzoni in gara (qui la scaletta con l’ordine di uscita) e spezzeremo il ritmo della gara con tanti attesissimi ospiti (qui per scoprirli tutti). Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

  • Ghemon – Momento Perfetto: il ragazzon è bravo, braivssimo. La canzone lo ribadisce con forza una volta di più. Lui ci mette tutto il suo soul ma lo sposa con una dinamica leggermente parlata. Ne esce una prova di stile assolutamente notevole ma poco fruibile dai telespettatori e dagli ascoltatori che da domani dovranno fischiettare queste canzoni. Un Festival appannato. VOTO: 5
  • Gaia – Cuore Amaro: una canzone che porta tutto il sound e l’atmosfera del mondo latino americano. Lei si concede anche dal punto di vista della performance sul palco. La canzone funziona benissimo nell’ambiente radiofonico. Il problema, però, è una dinamica troppo piatta ed un ritornello che non prende mai del tutto il volo. Un Festival non da prima protagonista. VOTO: 6.5
  • Irama – La genesi del tuo colore: è l’unica vera proposta adattabile al contesto europeo per l’Eurovision Song Contest. In radio e nello streaming andrà benissimo. La canzone c’è e rappresenta una perfetta evoluzione della musica che Irama ha proposto nel suo ultimo tratto di percorso discografico. Un Festival a metà. VOTO: 7.5
  • Gio Evan – Arnica: la sua è una di quelle canzoni che non abbiamo capito. Servirebbe un ascolto più attento, più profondo e ripetuto. La canzone è scritta con una poetica credibile e ben riuscita che soddisfa il suo pubblico di riferimento. Se riuscirà a trovare un pubblico disposto ad ascoltarlo potrà diventare un piccolo classico. VOTO: 6+
  • Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: Ermal è un autore pazzesco e riesce a scrivere sempre in modo incredibilmente ispirato e aderente alle esigenze. La canzone è scritta per emozionare giocando sul sicuro. Il problema, però, è l’arrangiamento del pezzo che non decolla mai ma che resta troppo ancorato al suo “porto sicuro”. Un Festival rassicurante ma non convincente appieno. VOTO: 7+
  • Fulminacci – Santa Marinella: Un bravo cantautore con una canzone onesta che risponde alle sue linee guida della sua abituale scrittura. La canzone c’è, suona leggera e convincente. Il risultato è un brano piacevole e ben strutturato. Un Festival per farsi conoscere. VOTO: 6++
  • Francesco Renga – Quando trovo te: è una bella canzone data all’interprete sbagliata. Di base, dunque, c’è la scelta e l’abbinamento. Lui ha bisogno di concentrarsi sulla sua voce e su di un repertorio che sappia davvero esaltarne le caratteristiche. Un Festival sbagliato. VOTO: 5.5
  • Extraliscio feat. Davide Toffolo – Bianca Luce Nera: loro sono, indiscutibilmente, degli abilissimi musicisti. Il problema è data da una partecipazione che si trova difficile da giustificare e da comprendere appieno. Sfugge il loro obiettivo e la destinazione di questo brano. Un Festival da decifrare. VOTO: 4.5
  • Colapesce Dimartino – Musica Leggerissima: coppia ben assortita e canzone che funziona alla perfezione. Sono certamente una tra le rivelazioni di questo Festival e ne escono nettamente lanciati verso un nuovo percorso musicale. Impossibile non canticchiare queste note e lasciarsi trasportare da questo vero e proprio tormentone. Un Festival a sorpresa. VOTO: 8
  • Malika Ayane – Ti piaci così: Malika canta alla perfezione e sul palco si muove da paura. La sua canzone è tra le più radiofoniche e, contemporaneamente, tra le più eleganti. E’ una sicurezza sul palco e una sicurezza in materia di qualità musicale. Un Festival di sicurezza. VOTO: 8-
  • Francesca Michielin e Fedez – Chiamami per nome: questa è la canzone dell’anno secondo le classifiche di vendita e di streaming. Loro insieme sono un’accoppiata sicura. La canzone è scritta per funzionare. E funzionerà. Un Festival sul sicuro. VOTO: 7-
  • Willie Peyote – Mai dire mai (la locura): la canzone è la più impegnata del lotto. Eppure riesce a funzionare allo stesso tempo. Meriterebbe il premio della critica (almeno). Ma poi gli si augura una lunga vita anche fuori dal Teatro Ariston. Un Festival impegnante. VOTO: 8+
  • Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: diciamo pure che è stata l’unica di quest’edizione a non perdere per strada nemmeno una nota. Vocalmente è perfettamente a suo agio in questa canzone che odora di tradizione e melodia in ogni suo respiro. Immaginarla, poi, al di fuori di questa cornice sanremese è assai difficile. Più di tante altre proposte a lei coetanee del passato recente. Un Festival da diva. VOTO: 6.5
  • Arisa – Potevi fare di più: un’esibizione sentita per una canzone colossale, ariosa e perfettamente sanremese. Gigi d’Alessio è in stato di grazia a livello autorale e Rosalba l’ha trovato nel momento giusto per tornare a concentrarsi nel canto. Lei è emozionata e riesce ad emozionare. Meritava questa canzone e non meritiamo la sua voce. Un Festival per il rilancio. VOTO: 8.5
  • Bugo – E invece sì: compie una sorta di delitto perchè uccide letteralmente una canzone scritta bene e con maestria. Lui ci crede e si va coinvolgere al massimo dal brano. Il problema, però, la resa tecnica del pezzo che non ha davvero alcuna scusante per essere così pessima. Un Festival di riscatto non riscosso. VOTO: 5
  • Maneskin – Zitti e buoni: il rock all’Ariston arriva grazie alla loro energia e al loro coraggio di osare con il loro messaggio e con una forma-canzone più estrema di tutti i loro precedenti successi. Rivoluzionari ma estremamente funzionali. Un Festival in crescita. VOTO: 7/8
  • Madame – Voce: è una giovanissima e talentuosissima promessa musicale. Si sta facendo largo a suo modo nello scenario musicale attuale. Forse questo palco non è quello giusto per lei in questo momento e con questa canzone. Un Festival non utile alla sua causa. VOTO: 7
  • La Rappresentante di Lista – Amare: la sua voce è qualcosa di meraviglioso. Il loro brano è qualcosa è perfetto. E sul palco sono qualcosa di unico. Sono qualcosa di sorprendenti e noi ci meritiamo qualcuno che, finalmente, torni a lavorare con la musica con ricerca, qualità e volontà di sperimentare. Un Festival che li fa conoscere. VOTO: 9
  • Annalisa – Dieci: Annalisa è una vocalist pazzesca. Quando canta è una delle poche a colpire l’obiettivo con la precisione di una lama. La sua canzone, anche questa volta, non le rende giustizia. Brava ma ha bisogno di qualcosa di meglio. Un Festival sul solco della sua tradizione. VOTO: 7+
  • Coma_Cose – Fiamme negli occhi: la loro canzone funziona tantissimo incisa mentre, invece, dal vivo fatica a spiccare il volo. Lui prova ad essere coinvolgente, lei fatica a lasciarsi andare. La canzone, però, c’è. E ce ne accorgeremo. Un Festival poco funzionale. VOTO: 6/7
  • Lo Stato Sociale – Combat Pop: Usano l’arma dell’ironia e della presenza scenica per riempire il palco. La canzone, però, quest’anno non è all’altezza del tormentone di qualche anno fa. Funzionerà comunque al di fuori del circuito sanremese anche se ripetere i numeri di un tempo sarà impossibile per tutti. Un Festival non all’altezza del precedente. VOTO: 6+
  • Random – Torno a Te: La canzone può avere il suo valore ma, il problema, è che non è una canzone coerente con il percorso discografico di Random. Lui non può ancora impegnarsi in questo genere di brani: ha bisogno di rimanere leggero e spensierato ancora per un po’ e, poi, impegnarsi molto sull’approfondimento vocale. Un Festival sbagliato. VOTO: 4
  • Max Gazzè – Il Farmacista: è il Gazzè tradizionale che si concede di usare l’ironia per lanciare un suo messaggio (più o meno velatamente). Manca, però, un qualcosa che la renda effettivamente martellante e convincente. Un Festival non ben definito. VOTO: 6
  • Noemi – Glicine: questa è una bella canzone che ha la forza di essere tradizionale ed, insieme, anche contemporanea. Noemi è rinata e questa canzone le consente di rimettersi in pista. Il ritornello è il pezzo più forte e si fa canticchiare in modo assolutamente accessibile. Brava e bella. Merita la rinascita. Un Festival per ripartire. VOTO: 8+
  • Fasma – Parlami: lui ha la sua forte personalità sul palcoscenico. E ha la fortuna di avere un’ottima personalità vocale che, quando è spoglia dell’utilizzo dell’autotune, esce con capacità ed espressività. Manca di qualche originalità ma funziona comunque. Un Festival che ribadisce ciò che è già noto. VOTO: 5.5
  • Aiello – Ora: ha diviso e fatto discutere e questo, indubbiamente, è qualcosa che lo ha danneggiato nel suo percorso sanremese. Avrebbe potuto essere una grande sorpresa di questo Festival ma ha compiuto l’errore di inciampare su un’esibizione troppo sopra le righe. Stasera che è più misurato la canzone acquista forza. Ha comunque scritto e cantato di meglio. Un Festival condizionato. VOTO: 7

Commentiamo in diretta la serata qui:

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.