Sanremo 2023 - pagelle

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della seconda serata del Festival di Sanremo 2023

E’ arrivato il momento. Si alza il sipario sul Festival di Sanremo 2023! In questa seconda serata scopriremo le canzoni di 14 artisti in gara e spezzeremo il ritmo della gara con tanti attesissimi ospiti (qui per scoprirli tutti). Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

  • STUPIDO – Will

Sale sul palco visibilmente intimidito dalla situazione, ed è proprio la timidezza a contraddistinguere lo scorrere del brano. Un pop che ricorda quello di Alfa: adolescenziale, leggero, spensierato ma, in questo caso, anche fin troppo acerbo per un palco come quello dell’Ariston. VOTO: 5

  • LASCIAMI – Modà

Il pubblico li accoglie con un boato e applaude la canzone ancor prima della fine dell’esibizione. È la dimostrazione che la platea li ha trovati esattamente come se li aspettava: con la loro maestria pop-rock abile a trovare un ottimo connubio con il tappeto di archi e violini che si dispiega lungo le strofe. Funziona anche il racconto di un viscerale e vocalmente in gran forma Kekko Silvestre, che parla della sua depressione proponendo però un testo in grado di prestarsi a più chiavi di lettura. VOTO: 9

  • CAUSE PERSE – Sethu

Rap che incontra il punk in questo brano che parla di rabbia post-adolescenziale, forse con qualche momento un po’ troppo prevedibile. Sound e attitudine però ci sono tutte e lui, nonostante la giovane età, dimostra di saper stare bene sul palco. VOTO: 6

  • UN BEL VIAGGIO – Articolo 31

Chi si aspettava gli Articolo 31 in versione tormentone sarà rimasto sicuramente spiazzato nel trovare un J-Ax nella sua versione più intima, con gli scratch di Dj Jad che entrano solo sul finale. È la storia degli Articolo 31 raccontata in modo impeccabile e senza fare sconti (“Tua madre è volata in cielo e al funerale io non c’ero”), tra amicizia, litigi, ripicche e ritorni di fiamma. J-Ax si emoziona alla fine del brano ed è una commozione facilmente condivisa con i fans storici del duo. VOTO: 8

  • CENERE – Lazza

Lazza è, finora, la sorpresa di serata perché non adotta l’autotune e riesce comunque a sfornare un’esibizione all’altezza e una buona tenuta vocale. Il brano è immediato, contemporaneo, costruito per le radio e sembra anche la carta giusta per proporsi a un pubblico come quello generalista che ancora non lo conosce. VOTO: 6,5

  • PAROLE DETTE MALE – Giorgia

È un brano che, molto probabilmente, non arriverà subito a tutti perché più raffinato che immediato. È un susseguirsi di immagini nitide che Giorgia racconta con delicatezza fino al crescendo finale che lascia inevitabilmente il pubblico in visibilio. Non è forse il miglior pezzo presentato dell’interprete romana a Sanremo, ma la sua voce è in grado di far volare qualsiasi proposta. VOTO: 7,5

  • SPLASH – Colapesce e Dimartino

Seguono la stessa ricetta di “Musica leggerissima“, a metà tra tormentone e malinconia, e si confermano sempre lucidi e precisi nel raccontare con leggerezza le parti oscure dell’animo umano. Al centro qui c’è l’affanno del fare troppe cose per non sentire il peso della vita e lo “splash” finale sembra fare riferimento a un suicidio: è il giusto finale per un brano che sa giocare con l’agrodolce. VOTO: 7

  • EGOISTA – Shari

Prova a portare il nuovo pop sul palco dell’Ariston, ma si schianta cercando un connubio tra tradizione, atmosfere dark e suoni urban. Un brano che non si capisce quale direzione voglia prendere. Anonimo. VOTO: 4,5

  • IL BENE NEL MALE – Madame

Madame è molto divisiva: se ti piace, dopo questo brano la amerai ancora di più; se invece non l’apprezzi, difficilmente ti conquisterà. Sarà però uno dei pezzi di questa edizione che funzionerà maggiormente in radio, perché giocata appositamente sulle varie (e forse troppe) ripetizioni per risultare martellante. VOTO: 5

  • VIVO – Levante

Canta la depressione post-parto e la riscoperta del proprio corpo in un brano che si muove a metà tra cantautorato al femminile e funk. È una conferma da parte di un’artista che sa essere in linea con l’attualità musicale senza risultare comunque mai superficiale. VOTO: 7

  • TANGO – Tananai

Lontano dal “Sesso occasionale” che l’ha reso virale l’anno scorso e decisamente in linea con la recentissima “Abissale“, sfodera una ballad romantica di ottima fattura con al centro un amore distanza e una sofferenza che, alla fine, porta quasi al desiderio di non volersi innamorare più. Ciò che stupisce di più è il suo miglioramento a livello vocale, frutto di un evidente, e redditizio, lavoro fatto negli ultimi mesi. VOTO: 7,5

  • MADE IN ITALY – Rosa Chemical

Ha l’obiettivo di provocare ma, dopo anni e anni di Achille Lauro, siamo ormai abituati a tutto questo. Il brano però funziona, è un po’ una “Tu vuò fa’ l’americano 2.0” e può essere la “Dove si balla” di questa edizione: senza grandi ambizioni da classifica festivaliera, ma con una strada spianata nelle radio. VOTO: 6

  • SE POI DOMANI – LDA

La melodia è di famiglia e quindi l’ex Amici esordisce a Sanremo con un brano che prova a ricalcare le orme del padre Gigi D’Alessio, risultando però troppo scontato, prevedibile e innocuo. Non lascia traccia. Il ragazzo si farà (forse), ma oggi ha ancora le spalle troppo strette. VOTO: 4,5

  • FURORE – Paola e Chiara

Trasformano l’Ariston in una discoteca e riescono a non farsi snaturare troppo dalla contemporaneità dell’autrice Federica Abbate e dei produttori Merk & Kremont. È un brano che sembra uscita direttamente dagli anni 2000, perfetto per i nostalgici di quell’epoca. VOTO: 6,5

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.

By Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.

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