giovedì 21 Novembre 2024

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Sanremo 2023, le pagelle della terza serata

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni della terza serata del Festival di Sanremo 2023

E’ arrivato il momento. Si alza il sipario sul Festival di Sanremo 2023! In questa prima serata riascolteremo le canzoni dei 28 artisti in gara (qui la scaletta con l’ordine di uscita) e spezzeremo il ritmo della gara con tanti attesissimi ospiti (qui per scoprirli tutti). Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

(pagelle in aggiornamento)

  • FURORE – Paola e Chiara

Piacevoli, leggere, forse troppo: il pezzo sale ma non esplode, accende ma non scatena. Il ritornello sembra quasi strozzato, a metà tra lo scolastico e l’euforico. Avrebbero potuto osare e divertirsi di più, nessuno avrebbe mosso obiezioni. VOTO: 6,5

  • DUEMILAMINUTI – Mara Sattei

Mara Sattei porta sul palco un pop classico, pur ritoccato e modellato sulla sua timbrica, che trova nelle strofe l’espressione più caratteristica. Meno personalizzato il ritornello, che nella sua intensità spruzza Emma da tutti i pori. VOTO: 7

  • MADE IN ITALY – Rosa Chemical

Nonostante gli scetticismi vari Rosa convince, calibrando le uscite sopra le righe e provocando senza strafare. La performance è di livello, la voce c’è e la partecipazione delle coriste rende tutto più credibile e rassicurante. VOTO: 7

  • QUANDO TI MANCA IL FIATO – Gianluca Grignani

 Un puzzle praticamente impossibile da comporre, una canzone slegata decisamente poco adatta per la fugacità del festival, considerando anche la traballante e difficile scansione dei versi. Un’occasione sprecata. VOTO: 5

  • VIVO – Levante

Si percepisce la lodevole intenzione di mandare un messaggio, tuttavia il brano risulta troppo confuso dal punto di vista tematico e decisamente meno incisivo di “Tikibombom”. Non sfigura, ma la caratura artistica di Levante ci aveva fatto sperare in un’altra proposta. VOTO: 6

  • TANGO – Tananai

Metamorfosi completata, la vivente dimostrazione di come il successo possa rendersi virtuoso. La canzone non è un capolavoro, sia chiaro, ma il coraggio di portare una ballad e di cantarla con precisione è più che una vittoria per un cantautore a cui testa e fantasia non sono mai mancate. VOTO: 7,5

  • CENERE – Lazza

Equilibrato nella resa dal vivo, equilibrato nel far coesistere la vena rap e il contesto popolare, equilibrato nel mood nel pezzo. Prima talentuoso, adesso talentuoso e maturo. Il podio non è una chimera, può approfittare di alcune delusioni tra i super big. VOTO: 7,5

  • SE POI DOMANI – LDA

LDA non si snatura, mettendo al centro la sua impronta melodica e tenendo il palco più che dignitosamente. Criticatissimo all’annuncio, a posteriori è fra le scommesse vinte di Amadeus, pur senza meriti straordinari. Per assurdo “gregario”. VOTO: 7

  • IL BENE NEL MALE – Madame

Seconda nella classifica della stampa. Troppo? Forse, ma la canzone ha un flusso narrativo di presa non troppo facile e già sta crescendo nelle orecchie del pubblico. Con lei la performance, quest’oggi molto più pulita e ordinata rispetto a martedì. VOTO: 7

  • ALBA – Ultimo

Ritmo piatto e monotono, testo elementare intriso di prevedibilità e pieno zeppo di rime da filastrocca. Non c’è intensità, non c’è poesia: c’è solo inconsistenza. Gli stadi sono pieni, non si svuoteranno se gli si dice che è partito da “I tuoi particolari”, ha preso l’ascensore ed ha premuto “T”. VOTO: 4,5 

  • DUE – Elodie

L’elettropop cantato in questa maniera è molto più raffinato di molte ballad. Elodie si muove con maestria tra le anse di questo brano movimentato ma ricco di insidie vocali, approcciate alla grande da un’artista ormai nel pieno della maturità. Al netto della rima “due-tue” e di altri passaggi discutibili del testo, è un gran biglietto da visita. VOTO: 8

  • SUPEREROI – Mr.Rain

Magari ruffiano, magari troppo semplice, ma tanto, tanto efficace. Le Spotify Charts lo ergono al secondo posto in termini di ascolti totali, sintomo di una performance studiata con cura ed equilibrio. Non ricercato, non originale, ma incisivo. Attenzione al cuore dei tetti italiani. VOTO: 7

  • PAROLE DETTE MALE – Giorgia

I toni salgono, ma l’impressione è che sul terreno non ci sia tanto da scavare. Testo a tratti fuori luogo, musicalità che non convince. Il ritorno dopo 22 anni avrebbe dovuto assumere tutta un’altra forma, sta a Giorgia confermarsi come musa e concludere l’esperienza con gli applausi a prescindere della canzone. VOTO: 5

  • NON MI VA – Colla Zio

Il gruppo di cui ogni Sanremo necessita. Colorano, animano, si divertono, usando un linguaggio sì colloquiale e giovanile ma sprovvisto di strafalcioni fuori contesto. Probabilmente la miglior proposta uscita dalla “cantera” della direzione artistica 2023 di Amadeus. VOTO: 7,5

  • DUE VITE – Marco Mengoni

Impeccabile nell’esecuzione, solenne nei toni. Ha una canzone cucita su misura per lui, perfettamente centrata in tutte le sue sfumature. 10 anni dopo arriverà il bis? Nessuno può dirlo, ma le quote in questo senso si sono abbassate e non è di certo un caso…VOTO: 9

  • SPLASH – Colapesce e Dimartino

Il duetto dei record torna con grande sagacia, cantando “il peso delle aspettative” e tutto ciò che ne segue con ironia e spensieratezza. La base, talmente inusuale da sembrare anacronistica, aggiunge un pizzico di assurdo, e con l’assurdo Colapesce e Dimartino non possono che andarci a nozze. Straconfermati. VOTO: 8

  • L’ADDIO – Coma_Cose

Il brano non ha l’organicità e l’efficacia sonora di “Fiamme negli occhi”, ma riesce comunque ad incidere, con un testo drammatico ed autentico. Pur non essendo eccelsa l’alternanza fra i due prossimi sposi, caratteristica in cui nel 2021 avevano brillato, riescono a trasmettere la loro vita. Ed è il loro obiettivo. VOTO: 7,5

  • TERZO CUORE – Leo Gassmann

La penna di Riccardo Zanotti ha un peso non indifferente, e si sente. Ma Gassman, pur non avendo le capacità espressive del frontman dei Pinguni, riesce ad interpretare il brano con il giusto piglio, esprimendo grinta e personalità. Per chi gridava alle raccomandazioni. è una buona risposta. VOTO: 7+

  • LETTERA 22 – I Cugini di Campagna

Iconici ma non macchiette, non sfigurano per nulla. Per citare le pagelle del nostro Nick Tara: “uno di quei brani che nella nostra attualità non può avere alcuno spazio discograficamente rilevante ma che si accontenta unicamente di glorificare il passato”. Disamina perfetta, ci sono anche loro nel cast di Amadeus e valgono esattamente come gli altri. VOTO: 6,5

  • POLVERE – Olly

Spassoso e frenetico, preciso nell’usare la “stregoneria” dell’autotune. Il brano diverte, e l’alternanza col falsetto gli permette di acquisire spessore, non risultando forzato. Convincente freschezza e fiorente gioventù. VOTO: 7-

  • SALI (CANTO DELL’ANIMA) – Anna Oxa

Accantonando tutto ciò che sta girando in questi minuti (voci attualmente smentite), il giudizio sul ritorno a Sanremo della già due volte vincitrice Anna Oxa resta più che positivo. Canta con carisma e determinazione, e da “anziana” del palco ha lo status per impartire lezioni. VOTO: 7

  • UN BEL VIAGGIO – Articolo 31

Giusto non immergersi in un brano chissà quanto ambizioso, giusta la scelta di commemorare senza troppe pretese. La “rappata” di Ax non è fluida come un tempo, anche Jad ha l’impressione di essere passato. Ma non c’è nulla di fuori luogo, perché il passato è il protagonista di questo brano nostalgico e maturo. VOTO: 6,5

  • MARE DI GUAI – Ariete

“Mare di guai” è una canzone piacevole, ma purtroppo niente di più. Ariete non ha nel dna musicale le corde per farla esplodere, facendola rimanere orecchiabile ma non adatta a restare nelle memorie. VOTO: 5,5

  • CAUSE PERSE – Sethu

L’amore fraterno mostrato e raccontato in un brano altalenante ma ritmato, espressione di un genere che raramente trova spazio a queste latitudini. La performance vocale non sempre segue al meglio la ricchezza strumentale che l’appoggia, ma nel complesso la canzone è a suo modo innovativa. VOTO: 6

  • EGOISTA – Shari

Brano dalle sfumature urban che però non riesce a definirsi, dando l’impressione di restare sospeso a mezz’aria. Il timbro caratteristico e la buona performance non riescono a dare un’identità forte. VOTO: 5,5

  • MOSTRO – Gianmaria

Abituati al tatto di questo giovanissimo artista, ci si aspettava un pezzo più riflessivo e originale di quello effettivamente performato sull’Ariston. Opaco e vocalmente con qualche difficoltà, opportunità che poteva essere gestita meglio e con più coraggio. Voto: 5,5

  • LASCIAMI – Modà

Il racconto della depressione di Kekko trova spazio sul tappeto pop-rock che ha da sempre contraddistinto l’attitudine artistica dei Modà. Un piacere vederli tornare su questo palcoscenico. VOTO: 6,5

  • STUPIDO – Will

Non ha un brano sgradevole, ma risulta ancora immaturo e decisamente troppo scolastico. Potrà farsi le ossa col tempo. VOTO: 5