Il racconto della terza serata del Festival di Sanremo 2023
La parte stuzzicante delle classifiche sta nella possibilità di ribaltarle, sempre. Anche quando siamo di fronte a canzoni di qualità e merito innegabili, ma di certo non insuperabili. Proviamo a spiegare la sensazione disturbante di un vincitore preannunciato, ancora prima dell’inizio del Festival. Parliamo di Marco Mengoni, della sua “Due vite”, della sua splendida performance vocale, accresciuta e sostenuta da una presenza scenica che pochi artisti possono vantare. Ci chiediamo, però, quanto sia naturale, e forse giusto, consegnargli il gradino più alto del podio.
La canzone merita, ma non siamo insinceri a dire che Marco ha pezzi migliori nel suo repertorio. Ci piacerebbe maggiore attenzione per la proposta di alcuni nomi nuovi, vedi il rapper Lazza, Olly o gIANMARIA, interessanti anche da un punto di vista testuale; Colla Zio o Sethu per l’offerta musicale giovane e contemporanea, che ben potrebbe adattarsi al contesto dell’Eurovision.
A questo punto, uno spunto per le prossime edizioni sanremesi: perché mandare all’Eurovision, necessariamente, la canzone vincitrice del Festival? Non si potrebbe scegliere la canzone per l’Europa, fra tutte quelle in gara, anche se non arriva al podio? Il rischio degli ultimi anni è quello di portare nella cornice europea canzoni poco concorrenziali, che sicuramente riscontrano il gusto nazionale e l’affetto per l’artista che le canta. Questo non significa che bisogna vivere Sanremo in funzione dell’altro Festival, ma vuole essere l’invito a una riflessione: guardiamo alla novità delle prime esibizioni, alla forza delle parole giovanili, ai gusti nuovi di una musica che cambia registro in tempi velocissimi, offrendo possibilità impensate fino un decennio fa.
Per questo, un pensiero ancora alle nuove leve della kermesse: l’arte, come la vita, è fatta di treni da prendere, e già poter cantare su un palco come quello di Sanremo, vuol dire trovarsi su un convoglio speciale. Di tappa in tappa, tornino in mente le parole di Paola Egonu: «Nella mia storia di giocatrice sono infatti più le finali che ho perso di quelle che ho vinto. Eppure questo non fa di me una perdente». Una cosa è certa, nella quarta serata dei duetti, non perderà nessuno perché a vincere sarà, ancora una volta, la musica italiana.
Francesco Penta
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