domenica, Aprile 28, 2024

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Sanremo 2024, Standing ovation per i Santi Francesi e Skin

“Le cover sono sempre state per noi un modo per sperimentare, rischiare e soprattutto spezzare le aspettative. Il duetto che abbiamo preparato per Sanremo 2024 segue questo principio. Da una parte Hallelujah, un brano di Leonard Cohen che nel corso dei decenni si è radicato nella nostra memoria con un’apparenza dolce e confortevole, pur celando una natura contraddittoria, terrena, violenta. Dall’altra un’artista che ha fatto crescere la nostra generazione, che con estrema gentilezza e professionalità ha accettato di sfiorare l’intoccabile insieme a noi. A Sanremo 2024 sarà Hallelujah, con la voce folle e geniale di Skin degli Skunk Anansie. Sarà per noi un inno a tutto ciò che è tangibile. Un’ode all’inutile meraviglia umana. Non vediamo l’ora“.

Così Alessandro De Santis aveva raccontato la scelta dei Santi Francesi di confrontarsi con un brano iconico, Hallelujah di Leonard Cohen, diventata celebre grazie all’interpretazione angelica di Jeff Buckley.

“Un pezzo di quelli che possono rovinarti una carriera se sbagli, soprattutto se ti sei da poco affacciato alla musica e ti stai esibendo sul palcoscenico più importante e probabilmente più pesante d’Italia. 

I Santi Francesi questa sera hanno dato prova di potersi non solo confrontare con qualsiasi tipo di cover, ma di poter aggiungere la propria cifra anche ai pezzi più difficili col piglio dei grandi artisti, coloro che sono consoni dei propri mezzi e non hanno timore nel metterli a disposizione del pubblico.

E così il duo piemontese questa sera ha portato in scena una esibizione di quelle che saranno ricordate, Alessandro De Santis ha duettato con Skin allo stesso livello, senza timore o riverenze di sorta verso il prestigio di colei con cui stava cantando sul palco.

Si dice spesso che i talent facciano emergere più che artisti, personaggi destinati a sparire dopo poco, dopo questa sera possiamo dire a giusto titolo che i Santi sono una delle più fulgide espressioni artistiche che un programma tv possa produrre.” (Giuseppe Scuccimarri)

La standing ovation del pubblico presente all’Ariston è la giusta conseguenza di un’esibizione da brividi che non fa rimpiangere nessuna delle altre versioni del brano.