Immaginiamo dai titoli le prossime canzoni sanremesi
Alla quinta edizione da direttore artistico, Amadeus può ben dire che il Festival di Sanremo è “Casa mia”, proprio come Ghali che, probabilmente, canterà l’integrazione razziale sullo storico palcoscenico dell’Ariston. Arrivare a questa kermesse è una conquista, ma anche un salto nel vuoto, perché può voler dire tirare le somme “Fino a qui”, come farà Alessandra Amoroso che, dopo aver detto ‘sì’ al festival, potrebbe presentare una canzone di “bilancio” della sua carriera.
Dopo il primo ascolto, la delusione può essere dietro l’angolo e potremmo pensare come il titolo di Gazzelle “Tutto qui”?. Allora, bando alle ciance e si aprano le danze con I Ricchi e Poveri, che ci faranno sì ballare, “Ma non tutta la vita”… In fondo, niente dura per sempre e può darsi che ci travolga la “Onda alta” di Dargen D’Amico o che sia tutta colpa de “La noia” di Angelina Mango, pronta comunque a rassicurare che non ci annoierà per niente! Nel dubbio, proviamo a crederle e continuiamo a ballare… ballare… e ancora ballare, come ci hanno abituato le edizioni amadeusine, insieme a Fred De Palma con un pezzo tutto “terreno” per dirci, chiaro e tondo, di restare qui tanto “Il cielo non ci vuole”.
Verso una dimensione opposta e contraria, ascolteremo la bellezza del volo e della libertà con “Mariposa”, che significa ‘farfalla’, cantata da Fiorella Mannoia, per la sesta volta in gara su quel palcoscenico, definito dalla stessa artista “croce e delizia”. Ormai siamo entrati nel mood che a Sanremo si canta, si balla cantando, ma c’è anche la possibilità di cantare e di ballare pensando. Così, forse ci domanderemo “Cos’è la libertà?” nella canzone “Pazza” di Loredana Bertè; sarà un’avventura sospesa tra equilibrio e movimento come su “Due altalene” di Mr.Rain? Saranno soddisfatte le aspettative di questi brani autobiografici ed esistenziali, in cui i big porteranno se stessi con la loro storia e la loro personalità, insieme all’implicita volontà di lasciare un segno?
Una promessa di successo, il debutto in gara di Geolier con “I p’ me, tu p’ te”, un titolo che apre a una potenziale riflessione sulle dinamiche di molte coppie contemporanee, dove ognuno va per la sua strada. Diversamente dai Negroamaro, ancora tutti insieme sul quel palco dopo 19 anni e pronti a dire “Ricominciamo tutto”. Del resto, ricominciare vuol dire fare i conti con il cambiamento inevitabile del tempo in ogni aspetto di vita e dare spazio alle novità e a ulteriori prime volte; come per Rose Villain con “Click boom” che ha tutta l’aria di essere una canzone strappa streams e una “fotografia” del rapporto di oggi con la tecnologia.
Si tratta di un tempo nuovo anche per Mamhood, che con “Tuta Gold” porterà un genere musicale non ancora esplorato da lui; quel titolo avrà a che fare con la tematica di genere? Chissà! Intanto, quel“Ti muovi” di Diodato si presta a più interpretazioni: è assertivo o impertinente? Provocatorio o imperativo? Per ora, vogliamo immaginarlo rivolto alla già svestita Annalisa che canterà “Sinceramente” come ha fatto a cadere nel vortice.
Se lo dicono da soli che la canzone è un “Capolavoro”… Signore e signori, è tempo de Il Volo! Mentre ci lascerà in “Apnea” Emma: vestita di rosso Ferrari, canterà, una volta di più, le donne appassionate? Di sicuro, il brano non ci farà stare seduti! Una coppia di nomi storici per carriera e amicizia è quella di Renga e Nek con “Pazzo di te”: sarà il grande classico d’amore sanremese, di cui, a dirla tutta, cominciamo ad avvertire la mancanza, vista l’abbondanza di psicologismi in canto?
Non a caso, La Sad con “Autodistruttivo”; Big Mama con “La rabbia non ti basta”; Sangiovanni che lo dice chiaro e tondo, “Finiscimi”, dopo aver preso atto da Il Tre che siamo “Fragili”. Chi non ci sta è Irama, che esorta al dissenso o quantomeno alla divergenza con “Tu no”. A tranquillizzare le posizioni politiche dell’attuale governo sulle tematiche di genere ci pensano i The Kolors con “Un ragazzo una ragazza”… E allora “Vai!” siamo salvi grazie ad Alfa, certi che in fondo Amadeus saprà confezionare un Festival “Spettacolare”, proprio come il titolo di Maninni. Ai big in gara si aggiunga triade dei giovani ancora giovani, ma ‘neonati’ big: Clara con i “Diamanti grezzi”; i Santi Francesi che hanno “L’amore in bocca” e il buon augurio dei BNKR44 per un “Governo punk”.
Francesco Penta
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