Sanremo 2025, le pagelle della finalissima

Sanremo 2025 pagelle finalissima

Ultimo atto per Sanremo 2025, commentiamo in diretta le esibizioni con le nostre pagelle della finalissima in continuo aggiornamento

L’Italia torna a sintonizzarsi per l’ultima volta con il palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2025, ecco dunque le pagelle della quinta e ultima serata, la finalissima in onda sabato 15 febbraio.

Sanremo 2025, le pagelle della finalissima

Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”: apre questa finalissima Francesca, che ha fatto un grande Festival, al di là di come andrà la classifica. Il brano ha un’ossatura classica, ma è moderno nelle intenzioni sia testuali che interpretative. L’esibizione dal vivo è sentita quanto impeccabile. Applausi per lei. Voto 7.5

Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”: ha un bel groove questo pezzo di Peyote, impreziosito da quel tocco di ironia che non guasta. Si distingue tra le altre proposte, ed è cosa buona e giusta. Voto 7

Marcella Bella – “Pelle diamante”: la classe non si misura solo con le ballad, Marcella dimostra di avere coraggio portando un pezzo dotato di “cazzimma”, un bel messaggio dietro e un piede ben ancorato nella contemporaneità. Bella per Marcella. Voto 6.5

Bresh – “La tana del granchio”: Mea culpa, ma la partecipazione di Bresh con questa canzone non l’ho capita, non è “Guasto d’amore” e nemmeno “Torcida”, giusto per citare le prime due che mi vengono in mente. Voto 6

Modà – “Non ti dimentico”: in Modà tornano in gara al Festival in tutta la loro Modàitudine, trionfo dell’amore. Kekko e compagni giocano sul sicuro, ma se la giocano comunque bene. Voto 6.5

Rose Villain – “Fuorilegge”: Rose canta con estrema scioltezza, conquistando l’Ariston di serata in serata, convincendo anche i più scettici e riuscendo nel difficile compito di togliere dalle nostre orecchie l’ingombrante precedente di “Click boom!”. Voto 7

Tony Effe – “Damme ‘na mano”: non c’è pregiudizio, lo giuro, ma non puoi portare a Sanremo un pezzo cantato nel ritornello se sei calante e non ci arrivi. Pur apprezzando il coraggio e la buona volontà: perchè? Voto 5

Clara – “Febbre”: a tratti un esercizio di stile che, alla lunga, è riuscito a distinguersi ascolto dopo ascolto. Le auguriamo il meglio per il suo percorso e la rivogliamo presto a Sanremo, magari questa volta dopo un’annata sabbatica. Voto 6.5

Serena Brancale – “Anema e core”: ritmo e sonorità mediterranee per Serena Brancale, l’artista porta con sé uno show in piena regola, cantato e suonato. Beh, che altro aggiungere? Dopo un anno di cottura virale, il baccalà è cotto. Voto 7

Brunori Sas – “L’albero delle noci”: un debutto che si aspettava da tempo e che ora è diventato realtà. Porta con sé il suo mondo Dario, canta e suona la chitarra, accompagnato dall’orchestra in grande spolvero. Un pezzo che resterà. Voto 7.5

Francesco Gabbani – “Viva la vita”: Francesco Gabbani su quel palco è una garanzia. Interessante la struttura della canzone, specie la seconda strofa diversa dalla prima e lo special sorprendente. Ce la ricorderemo. Voto 8

Noemi – “Se t’innamori muori”: ha il pezzo giusto Noemi per questo ritorno, l’ennesimo, firmato dal trio da “Brividi” composto da Mahmood, Blanco e Michelangelo. Qualche Festival in meno in passato e la percezione nei suoi riguardi sarebbe stata sicuramente diversa. Voto 7.5

Rocco Hunt – “Mille vote ancora”: buon Festival per Rocco, che torna in Riviera a nove anni dall’ultima partecipazione. Trascina l’Ariston e il pubblico da casa, mescolando elementi del passato con una maturità tutta nuova. Voto 7

The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”: Da Ibiza e Mykonos il passo è breve. In questo universo di ballad, spicca e splende di luce propria. L’ascolteremo fino allo sfinimento, ma nelle dinamiche di questo Festival è stato piacevole. Voto 7

Olly – “Balorda nostalgia”: la performance fuori dal comune di Olly fa guadagnare punti alla canzone rispetto alla versione in studio. Piace alla Gen Z così come ai più grandicelli questa “Balorda nostalgia”. Voto 8.5

Achille Lauro – “Incoscienti giovani”: via lustrini e paillettes per abbracciare l’eleganza, in pieno mood “Amore disperato”. A questo giro sorprende proprio perché non sorprende Lauro, lasciandosi a casa i vari “Oh mio Dio” e “Ullallà”. Voto 8.5

Coma_Cose – “Cuoricini”: sarà pure uno dei tormentoni della prossima primavera/estate, ma questo è il pezzo più divisivo in gara quest’anno. O lo ami o lo odi, ma di certo non ti lascia indifferente. Forse l’obiettivo dei Coma_Cose era proprio questo. Francamente continuo a restare scettico, dubbioso e molto perplesso. Voto 4

Giorgia – “La cura per me”: silenzio Italia, c’è Giorgia. Voto 10

Simone Cristicchi – “Quanto sarai piccola”: fa commuovere Cristicchi, che gioca decisamente un altro campionato. Se non ti senti toccato e non ti commuovi con “Quando sarai piccola”… vuol dire che sei un rettiliano. Punto. Voto 9

Elodie – “Dimenticarsi alle 7”: un po’ Mina e un po’ Dua Lipa, Elodie torna a Sanremo con un pezzo deep house dal cuore di una ballad. Il sette l’ha già messo lei nel titolo, noi ci limitiamo ad aggiungere un mezzo punto. Voto 7.5

Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”: Corsi è l’alieno di cui tutti avevamo bisogno. Voto 8.5

Irama – “Lentamente”: Una canzone in pieno stile Blanco, ma che Irama porta nel suo mondo con una cifra ben riconoscibile. Il pezzo da l’idea di essere un diesel che può ancora crescere di ascolto in ascolto. Funziona ma non sconvolge. Voto 7.5

Fedez – “Battito”: sorpresa delle sorprese, Fedez rappa da Dio e canta più che discretamente, seppur con l’aiutino dell’autotune. Il metodo “Tananai”, mi verrebbe da chiamarlo. Dopo tante chiacchiere, è bello sentir parlare la musica. Voto 8

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola”: è una mina, come direbbero in gergo quelli giovani. C’è il flow di Guè, lo slang di Tormento e il soul di Joshua. Questo è l’hip hop signori, forse mai così incisivo in quel dell’Ariston. Voto 7

Joan Thiele – “Eco”: canta e suona la chitarra elettrica Joan, portando l’orchestra nel suo mondo. Il ritornello è forte e dal vivo risulta ancora più convincente. Bel Festival per lei. Voto 6.5

Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”: forse suona un po’ troppo vintage, ma non è detto che sia un qualcosa di negativo. Massimo Ranieri non si discute, ma la canzone un pochetto sì. Voto 6

Gaia – “Chiamo io chiami tu”: buona prova per Gaia, al suo secondo Festival dopo il debutto di quattro anni fa. La ascolteremo a oltranza per le prossime settimane. Voto 6.5

Rkomi – “Il ritmo delle cose”: funziona forse più nella versione in studio, con qualche effetto più elettronico anche nella voce, seppur Rkomi la canti anche bene, meglio che in passato, c’è qualcosa che non funziona specie sul ritornello. Per quanto mi riguarda, comunque, il brano resta migliore rispetto a “Insuperabile”. Comunque vada, un buon ritorno. Voto 6.5

Sarah Toscano – “Amarcord”: porta con sé una consapevolezza fuori dal comune per una diciannovenne in questo debutto sanremese. Ancora più bello dal vivo il giro di piano, che richiama quasi il suono di un carillon. Insomma, Sarah convince molto più di altri colleghi più navigati e blasonati. Voto 6.5

Scritto da Nico Donvito
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