Sanremo 2025, le pagelle delle canzoni dopo la prova generale

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Il dado è tratto: a poche ore dalla partenza di Sanremo 2025 arrivano le pagelle delle canzoni dopo le prove generali al Teatro Ariston che si sono svolte nel pomeriggio di lunedì 10 febbraio.

Ecco il nostro aggiornamento delle pagelle del primo ascolto riguardante le versioni in studio. Ecco come suonano le canzoni dopo il secondo l’ascolto il giorno prima del debutto ufficiale.

Sanremo 2025, le pagelle delle canzoni dopo la prova generale

Gaia – “Chiamo io chiami tu”

Dirige l’orchestra il Maestro Riccardo Zangirolami 

Gaia torna in Riviera a quattro anni dal debutto con “Cuore amaro” e dopo aver dominato l’estate, in coppia con Tony Effe, con “Sesso e samba”. Lo fa in modo convincente, affiancandosi dei giusti collaboratori, l’hitmaker Davide Petrella in primis. Quattro ballerini entrano quasi subito per dare vita a un’esibizione molto eurovisiva. L’innesto dei cori e dell’orchestra migliorano sicuramente il pezzo rispetto al primo ascolto nella versione in studio. L’artista canta e accenna passi di danza sulle note della sua “Chiamo io, chiami tu”, dimostrandosi una performer completa. Dalla Riviera ligure a Copacabana il passo è breve. Voto 7

Francesco Gabbani – “Viva la vita”

Dirige l’orchestra il Maestro Fabio Gurian

Francesco Gabbani è in super forma, forse più che mai. La canzone dal vivo con l’orchestra è uno spettacolo e lui interpreta con tutta l’anima. Interessante la seconda strofa diversa dalla prima, oltre che il crescendo tutto d’un fiato sul finale che farà emozionare di serata in serata. Musicalmente parlando è una delle proposte stilisticamente più robuste di questo Festival, con quel retrogusto suonato che esalta e rende riconoscibili i vari elementi messi in campo. Chapeaux. Voto 9

Rkomi – “Il ritmo delle cose”

Dirige l’orchestra il Maestro Riccardo Zangirolami 

Il trionfo delle vocali aperte nelle strofe, mentre il ritornello è la vera sorpresa del pezzo. Cassa in quattro e ritmo, proprio come promesso nel titolo, in un moderno e violento decrescendo, tipo una specie di tagadà. Francamente ho apprezzato di più la versione in studio, anche se Rkomi dal vivo la fa molto bene, anzi è migliorato molto vocalmente. Ma il pezzo rimane difficile da eseguire. È un brano che avrà secondo me una vita al di là del Festival, a prescindere da come andrà. Voto 6.5

Noemi – “Se t’innamori muori”

Dirige l’orchestra il Maestro Michelangelo

Noemi dal vivo è una garanzia, in più questo pezzo è perfettamente confezionato su misura per lei dal “trio da brividi”, vale a dire Mahmood, Blanco e Michelangelo. “Se t’innamori muori” suona ancora meglio con l’orchestra e cresce ascolto dopo ascolto. Preparatevi ad accendere gli accendini, o le torce del telefonino che dir si voglia. Voto 8

Irama – “Lentamente”

Dirige l’orchestra il Maestro Giulio Nenna

Rispetto alle versione in studio, un po’ troppo nasale, dal vivo Irama canta con una cifra diversa da “Tu no” e più vicina a “Ovunque sarai”, mossa saggia e azzeccata. Una canzone in pieno stile Blanco, ma che Filippo porta nel suo mondo con una cifra ben riconoscibile. Al grido di “Lentamente si sta spegnendo ogni fottuto sentimento”, il pezzo da l’idea di essere un diesel che può ancora crescere di ascolto in ascolto. La sfida di scandire bene le parole sollevata durante le precedenti pagelle, è stata più che superata in questa prova, considerato di un testo evocativo quanto serrato. Voto 8

Coma_Cose – “Cuoricini”

Dirige l’orchestra il maestro Enrico Melozzi

Tornano a Sanremo da marito e moglie i Come_Cose, ma lo fanno più nella cattiva che nella buona sorte, con un pezzo che rappresenta una netta inflessione rispetto a “L’addio” del 2023, oltre che un netto passo indietro rispetto a “Malavita”. A metà strada tra un lato B dei Ricchi e Poveri degli anni ’80 e una hit dei Bee Hive, “Cuoricini” possiede tutte le carte in regola per diventare un papabile tormentone, ma rispetto alle loro ultime azzeccate produzioni è da ritenersi un indecifrabile ritorno al passato. Si tratta sicuramente di un pezzo divisivo, forse il più divisivo in gara quest’anno. O lo ami o lo odi, ma di certo non ti passa indifferente. L’orchestra è diretta dal super Maestro Melozzi, che ce la mette tutta, ma francamente resto scettico e dubbioso. Voto 5

Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”

Dirige l’orchestra il Maestro Walter Sivilotti.

Fa commuovere Cristicchi, con la stessa semplicità con cui sono solito lavare i piatti o rifare il letto. È emozionato Simone, che porta a Sanremo vita vissuta, in ogni centimetro di testo e in tutte le note che abilmente vengono suonate dall’orchestra. L’arrangiamento essenziale mettere al centro della scena le parole e tutta la loro forza evocativa. Non c’è molto altro da aggiungere, se non un “grazie” a chi ha scelto di riportarlo su questo palco. Se non ti senti toccato e non ti commuovi da “Quando sarai piccola” sei un rettiliano. Punto. Voto 9

Marcella Bella – “Pelle diamante”

Dirige l’orchestra il Maestro Fabio Gurian

Marcella torna a Sanremo con la cosiddetta “cazzimma”, con un pezzo sicuramente non facile da cantare, anche se al primo ascolto può sembrare una marcetta, la struttura del pezzo non è affatto scontata. Si è voluta mettere in gioco e abbracciare la contemporaneità, e questa scelta è apprezzabile. Al di là della classifica che tempo non sarà troppo generosa con lei, il brano ha tutte le carte in regola per mostrarsi come un tormentone-manifesto, un po’ come lo è stato lo scorso anno “Pazza” di Loredana Bertè. Bella per Marcella. Voto 6.5

Achille Lauro – “Incoscienti giovani”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rosso

Si presenta elegante come non mai, senza mantello e tutina per intenderci. Ha tutte le carte in regola per vincere Achile Lauro con la sua “Incoscienti giovani”. Lontani i tempi di “Rolls Royce”, “Me ne frego” e “Domenica”, il cantautore mette via lustrini e paillettes per abbracciare l’eleganza, in pieno mood “Amore disperato”. A questo giro sorprende proprio perché non sorprende, lasciandosi a casa i vari “Oh mio Dio” e “Ullallà”. Voto 8.5

Giorgia – “La cura per me”

Dirige l’orchestra il maestro Enzo Campagnoli

Se Sanremo è Sanremo, Giorgia è Giorgia e non si discute. Applausi a scena aperta per lei che, un po’ tesa, interpreta la canzone che ha tutte le carte in regola per vincere, ma lo fa forse un po’ troppo emozionata e leggermente intimorita da questo palco che l’ha vista trionfare trenta anni fa. Dovrebbe lasciarsi andare un po’ come fece Mengoni due anni fa, di serata in serata, per poter arrivare al cuore di tutti e non risultare troppo “perfettina”, più pancia e meno tecnica per intenderci, tecnica che spesso può sembrare una sorta di freno a mano tirato. I presupposti per giocarcela fino in fondo ci sono tutti, ma proprio tutti. Insomma, Giorgia ha fatto la storia e vuole riprovarci ancora. Voto 9

Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”

Dirige l’orchestra il Maestro Daniel Bestonzo

Willie Peyote si conferma un top player della canzone, a metà strada tra rap e cantatorato. La caratteristica principale della sua scrittura è quella di risultare sia crudo che leggero: per citare un cult di Carlo Verdone, “la sua mano po’ esse fero e po’ esse piuma”. Ha un’anima un po’ carioca questa “Grazie ma no grazie”, che si apre quasi come una versione 2.0 di “Mas que nada”. Il risultato suscita un movimento sia di bacino che di pensiero, in più fa anche sorridere e si distingue rispetto alle altre proposte in concorso, il che non guasta. Voto 7

Rose Villain – “Fuorilegge”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rossi

Rose Villain canta la sua “Fuorilegge” con estrema scioltezza, anche se il richiamo va subito a a “Click boom!”, che abbiamo ancora tutti nelle orecchie. In cerca della consacrazione, la cantante non si discosta dal mondo con cui si è fatta conoscere al grande pubblico. E questo non è affatto un crimine, proprio come recita la canzone. “Se pensarti fosse un crimine stanotte io sarei fuorilegge” è una di quelle frasi che ci ricordano il talento da songwriter di Rose. Per il resto, la performance risulta più che convincente. Voto 7

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola”

Dirige l’orchestra il Maestro Luca Faraone

Shablo è il primo producer della storia che debutta in gara a Sanremo, lo fa con un tris di featuring di tutto rispetto. “La mia parola” è una mina, come direbbero in gergo quelli giovani. C’è il flow di Guè, lo slang di Tormento e il soul di Joshua. “È una street song” recita l’inciso, a giudicare dal primo ascolto pare che sia proprio così. Questo è l’hip hop signori, forse mai così incisivo all’Ariston. Voto 8

Olly – “Balorda nostalgia”

Dirige l’orchestra il Maestro Giovanni Pallotti

Guadagna punti Olly con la sua performance dal vivo, l’artista torna a Sanremo due anni dopo il debutto con una ballatona un po’ alla Vasco, che possiede quel guizzo mai troppo generazionale, ma il suo senso si estende e diventa quasi universale, pur attingendo dalle esperienze tipiche di una giovane età. “Balorda nostalgia” ci guadagna anche con l’orchestra, Federico la interpreta da paura e si mangia il palco. Voto 8.5

Elodie – “Dimenticarsi alle 7”

Dirige l’orchestra il maestro Davide Rossi

Elodie torna al Festival di Sanremo con un pezzo deep house, con tanto di cassa che batte a tempo su un pezzo dal cuore di ballad. “Dimenticarsi alle 7” è un brano che unisce due mondi, a metà strada tra Mina e Due Lipa. Il contrasto fra un testo struggente e un ritmo suadente, trascinante e martellante, risulta funzionale per permetterle di tirare fuori sia la voce che l’interpretazione, portandosi a casa un’ottima performance. Il sette l’ha già messo lei nel titolo, noi ci limitiamo ad aggiungere un mezzo punto. Voto 7.5

Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”

Dirige l’orchestra il Maestro Lucio Fabbri

Massimo Ranieri si rimette in gioco con “Tra le mani un cuore”, una canzone che parla di rapporti che finiscono e lo fa con una delicatezza più unica che rara. Il ritornello è un surrogato delle migliori ballate di Tiziano Ferro, che debutta a Sanremo come autore. Ranieri non si discute, ma il pezzo rispettano a tutte le altre proposte suona di un’altra epoca. E questo è un fatto, ma non è detto che sia un qualcosa di negativo. ci sarà a chi la cosa potrà piacere e a chi meno. Voto 7

Tony Effe – “Damme ‘na mano”

Era da “Passame er sale” di Barbarossa che il romanesco non si affacciava sul palco dell’Ariston. A metà strada tra un pezzo di Gabriella Ferri e la colonna sonora di un qualsivoglia film di Ozpetek. “Damme ’na mano” sarà di certo una delle sorprese di questo Festival, per il tanto chiacchierato esordio sanremese di Tony Effe. Non c’è pregiudizio in quello che sto per affermare, lo giuro, ma non puoi portare a Sanremo un pezzo nel ritornello cantato se sei calante e non ci arrivi. A nulla servono i cori per coprire le imprecisioni, pur apprezzando il coraggio e la buona volontà. In più, se Tony ha successo (e lo ha) con il genere che propone, perché portare altro al Festival? È come commettere lo stesso errore di Random che nel 2021 propose una ballata alla Ed Sheeran, dopo averci mostrato ben altro. Estremizzando il concetto, è come se Massimo Ranieri si fosse presentato a Sanremo con un pezzo trap. Voto 5.5

Serena Brancale – “Anema e core”

Dirige l’orchestra il Maestro Nicole Brancale

Ritmo e sonorità mediterranee per Serena Brancale, che sorprende a dieci anni dal debutto Nuove Proposte al Sanremo. La performance è eccellente, l’artista porta con sé uno show in piena regola, suonato e cantato. “L’eleganza viene dal basso come il jazz” recita il testo della sua canzone, rappata nello special, per poi interrogarsi: “Non lo so se ti suonerà neomelodico, ma stanotte ti dedico anema e core”. Il brano è tutto tranne che neomelodico, c’è ritmo e c’è vitalità. Beh, che dire? Dopo un anno di cottura virale, il baccalà è cotto. Voto 7

Brunori Sas – “L’albero delle noci”

Dirige l’orchestra il Maestro Stefano Amato

Un debutto che si aspettava da tempo e che ora è realtà. Brunori arriva a Sanremo con una canzone che parla di come una nascita possa rappresentare spesso e volentieri una rinascita, una dedica mai troppo esplicita a sua figlia, attraverso il racconto di una vita e di una visione dell’esistenza come sempre ispirata. Porta con sé il suo mondo Dario, anche se si sente la mano di Riccardo Sinigaglia alla produzione e qualche reference di troppo a De Gregori, forse più del solito. Canta e suona la chitarra, accompagnato dall’orchestra in grande spolvero. Voto 7.5

Modà – “Non ti dimentico”

Dirige l’orchestra il Maestro Andrea Benassai

“È l’ora del ritorno, è l’ora del coraggio”. I Modà in tutta la loro Modàitudine. A vent’anni dalla loro prima partecipazione tra i giovani, tornano al Festival cantando l’amore: un tema dirompente, universale e potente. Il loro sound si mescola con l’orchestra. Kekko e compagni giocano sul sicuro, ma se la giocano bene. Voto 7

Clara – “Febbre”

Dirige l’orchestra il maestro Valeriano Chiaravalle

Torna al Festival a un anno di distanza dal debutto Clara, con più maturità e consapevolezza. “Febbre” è a tratti un esercizio di stile, ma che non si discosta troppo dalle atmosfere di “Diamanti grezzi”. Un modo per restituire continuità al suo percorso, anche se personalmente mi sarei tenuto nel cassetto “Nero gotico”, decisamente più convincente “Febbre” è un buon pezzo, ma necessita forse di qualche ascolto in più per distinguersi in questa edizione. Voto 6.5

Fedez – “Battito”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle

Sorpresa delle sorprese, Fedez rappa da Dio e canta più che discretamente, seppur con l’aiutino dell’autotune. Il rapper è carico a pallettoni e il pezzo cresce grazie al suo carisma. “Battito” è una canzone cupa e intima, che affronta il tema del disturbo dell’umore, non a caso viene citata la Fluoxetina, un farmaco antidepressivo. Dopo tante polemiche, è giusto che a parlare sia la musica. Voto 7

Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rossi

Che meraviglia Lucio Corsi a Sanremo… questa volta per davvero, dopo la finzione cinematografica di “Vita da Carlo 3”. La sua è una performance completa: canta suona il piano e poi la chitarra. Io mi domando da dove sia sbucato e come abbiamo fatto finora senza di lui. Al grido di “Vivere la vita è un gioco da ragazzi”, Corsi porta a Sanremo un mondo, il suo mondo, che era giusto venisse rappresentato con cotanto ardore. È un’alieno, di cui ne avevamo davvero tutti bisogno. Voto 8.5

Bresh – “La tana del granchio”

Dirige l’orchestra il Maestro Diego Calvetti

Debutta finalmente alla kermesse Bresh e si porta dietro un mondo fatto di immagini evocative quanto concrete, a partire dal titolo del pezzo. Non è un brano facile o da primo ascolto, ma dal vivo lui è convincente e si mostra a suo agio su un palco che, in genere, trasmette la tremarella un po’ a chiunque. Staremo a vedere se il pezzo riuscirà a crescere di serata in serata. Voto 6.5

Rocco Hunt – “Mille vote ancora”

Dirige l’orchestra il Maestro Enzo Campagnoli

Torna a Sanremo a nove anni dall’ultima partecipazione Rocco Hunt, lo fa consapevolmente a ritmo di un pezzo che si lascia ascoltare piacevolmente, tra cantato e rappato. La narrazione richiama il passato, compreso “Nu juorno buono”, brano con cui l’artista si aggiudicò la vittoria delle Nuove Proposte nel 2014, restando ad oggi l’unico ad aver trionfato al Festival con un pezzo rap. “Mille vote ancora” mescola elementi del passato e del presente di Hunt, che dal vivo si mostra in grande forma. Voto 7

Sarah Toscano – “Amarcord”

Dirige l’orchestra il maestro Valeriano Chiaravalle

Porta con sé una consapevolezza fuori dal comune per una diciannovenne in questo debutto sanremese. Ancora più bello dal vivo il giro di piano, che richiama quasi il suono di un carillon, a cui si aggiungono gli archi dell’orchestra che regalano dinamicità al risultato finale, per uno dei pezzi più riusciti finora di Sarah Toscano. Voto 6.5

Joan Thiele – “Eco”

Dirige l’orchestra il Maestro Carmelo Patti

Canta e suona la chitarra elettrica Joan Thiele, portando l’orchestra nel suo mondo. Il ritornello è forte e dal vivo risulta ancora più convincente. Interessante quanto piacevole il “bang bang woo”. Il pezzo e si mostra sia originale che ipnotico dall’inizio alla fine. Voto 6.5

Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”

Dirige l’orchestra il Maestro Carmelo Patti 

Non c’è due senza tre per Francesca Michielin, che fa capolino in Riviera dopo i due secondi posti del 2016 e del 2021. “Fango in Paradiso” è un brano dall’ossatura classica, ma moderno nelle intenzioni sia testuali che interpretative. L’esibizione dal vivo è sentita quanto impeccabile. C’è del disagio, ma va benissimo così se il risultato appare così magnificamente coinvolgente. Tocca corde diverse Francesca, pur non toccandola affatto piano, anzi. Voto 8

The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle

Molto ma molto meglio rispetto al primo ascolto il pezzo dei The Kolors, che appare meno banale di quanto potesse sembrare. Da Ibiza e Mykonos il passo è breve. Stash molto sciolto, sarà per l’assenza della chitarra in braccio. Questo pezzo gli permette, soprattutto nello special, di tirare fuori la sua voce. Ripeto: molto ma molto meglio dal vivo. Voto 7

Scritto da Nico Donvito
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