Sanremo 2025, Lucio Corsi è l’alieno di cui tutti avevamo bisogno

Sanremo 2025, Lucio Corsi

Tra le sorprese di questo Sanremo 2025 spicca e svetta il nome di Lucio Corsi, che con la sua originalità ha incantato il pubblico dell’Ariston sulle note di “Volevo essere un duro”

Il Festival di Sanremo 2025 entra nel vivo della sua serata finale e tra le esibizioni più acclamate spicca quella di Lucio Corsi, al debutto festivaliero con la sua “Volevo essere un duro”.

L’artista ci regala una canzone che riesce a coniugare l’essenza della nostalgia con una freschezza incredibile, creando all’ascolto la sensazione di un qualcosa senza tempo.

La sua interpretazione, infatti, si muove in perfetto equilibrio tra un’anima retrò e la sua spiccata originalità, una combo che la rende straordinariamente sia attuale che precursore.

Non è solo una questione di suoni, ma di emozioni, di atmosfere che sanno evocare ricordi, ma che, al contempo, sanno parlarci in maniera concreta.

Sanremo 2025, Lucio Corsi è l’alieno di cui tutti avevamo bisogno

L’arrangiamento della canzone è un altro elemento che la rende speciale, ogni strumento sembra al suo posto, compresa la chitarra elettrica, che appare inaspettata sul finale in un momento di pura intensità.

La frase “Vivere la vita è un gioco da ragazzi”, poi, è una provocazione chiara e potente, quasi un manifesto del modo in cui Lucio Corsi osserva il mondo, una riflessione che vuole esorcizzare le difficoltà con leggerezza, con quel fare di chi non ama troppo prendersi sul serio.

E proprio qui, nel cuore del pezzo, che emerge la vera tematica a: la normalità. “Io non sono nessuno, non sono altro che Lucio”, quasi sussurrato sul finale, svela una filosofia di vita che non è altro che un atto di coraggio.

In un mondo che spesso esalta l’eccezionale, l’idea di essere semplicemente sé stessi, senza pretese e senza maschere, assume una bellezza disarmante. Questa è la vera forza di “Volevo essere un duro”: la sua capacità di comunicare qualcosa di autentico, senza fronzoli, ma con una profondità che emerge naturalmente.

Ed è proprio questa la bellezza della normalità, l’intelligenza della semplicità, la forza di una canzone che sa farsi amare perché, in fondo, è esattamente ciò che è. Un piccolo gioiello che, siamo certi, resterà nel tempo e nella memoria di questo Festival.

Scritto da Nico Donvito
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