Sanremo 2026, Carlo Conti corregge il tiro: “I big potrebbero diventare 28”

Dopo la pubblicazione del regolamento, al suo quinto e ultimo mandato, Carlo Conti svela che i big potrebbero diventare da 26 a 28. Ecco le sue dichiarazioni
Sanremo 2026 comincia a prendere forma con il regolamento ufficiale: Carlo Conti, in qualità di direttore artistico e conduttore, si appresta a concludere il suo conclusivo mandato festivaliero dopo l’edizione vincente dello scorso anno. “Scala reale” per lui che, il prossimo febbraio, nella settimana dal 24 al 28, raggiungerà il traguardo delle cinque edizioni festivaliere.
Stando a quanto riportato dall’agenzia Ansa, il numero dei big potrebbe salire a quota 28, nonostante sul regolamento sia riportato il numero di 26 unità. Ogni anno per Sanremo “presenteranno qualcosa come 500-600 canzoni e ne devo scegliere quest’anno 26” fra i Big, “diventeranno 28 forse, lo scorso anno dovevano essere 26 e le ho portate a 30 perché ero veramente in difficoltà”. Lo ha detto Carlo Conti, direttore artistico e conduttore del Festival, in occasione del festival ‘Luce!’ in corso a Firenze.
“Lo scorso anno sono stato particolarmente fortunato perché ho potuto scegliere tra tante canzoni belle che poi hanno avuto un buon successo – ha spiegato il direttore artistico – la cosa più importante per me è la scelta dei Big, quella è il centro. Spesso in conferenza stampa racconto che per me quella, da buon fiorentino, è la bistecca. Poi tutto il resto è il contorno, ci puoi mettere le patatine, le zucchine, gli spinaci, ma quello che conta sono le canzoni, la bistecca che deve essere essere ben cotta e deve essere di ottima qualità”.
Carlo Conti ha precisato anche che “chi vince il Festival va all’Eurovision: se rinuncia, o se non si iscrive, o se non ha le caratteristiche, allora sarà la direzione artistica di Sanremo e la Rai a scegliere, come è successo quest’anno, Olly ha rinunciato e c’è andato Lucio Corsi che è arrivato secondo al festival. È tutto come prima, ho fatto un regolamento tale e quale a quello dell’anno scorso. Ha funzionato, non c’era motivo di cambiare”.