Sanremo 2026, Fabrizio Moro: “Il Festival? Più televisione che tradizione”
In attesa di scoprire chi parteciperà al prossimo Festival, c’è chi esclude la possibilità di una partecipazione a Sanremo 2026: la smentita di Fabrizio Moro
Dopo aver stilato il nostro listone sui possibili partecipanti a Sanremo 2026 (qui il toto-nomi in continuo aggiornamento), continuiamo a registrare nuove smentite, in attesa della scadenza del termine di invio delle canzoni, fissata per il prossimo 17 novembre. Ecco quanto dichiarato a riguardo da Fabrizio Moro, in occasione dell’uscita del nuovo album “Non ho paura di niente”.
In un’intervista rilasciata a Rita Vecchio per Leggo, il cantautore romano ha dichiarato: «Sanremo? No, al momento non c’è tanta voglia. È cambiato molto il Festival: non basta più una bella canzone, non c’è più quello che arriva col pezzone e vince. Serve un’idea spettacolare. È più televisione che tradizione. Ne ho parlato anche con Conti: ci tornerei solo con un’idea musicale forte».
Fabrizio Moro, nel corso della sua carriera, ha preso parte a sette dizioni del Festival di Sanremo: nel 2000 tra i giovani con “Un giorno senza fine”, nel 2007 con “Pensa” (aggiudicandosi la categoria Nuove Proposte), nel 2008 con “Eppure mi hai cambiato la vita”, nel 2010 con “Non è una canzone”, nel 2017 con “Portami via”, nel 2018 con “Non mi avete fatto niente” (vittoria condivisa con Ermal Meta) e nel 2022 con “Sei tu”.
A distanza di due anni e mezzo dall’ultimo progetto discografico, Fabrizio Moro è tornato con “Non ho paura di niente”, fuori per BMG dallo scorso 14 novembre, il suo decimo album in studio, disponibile in CD, vinile e nella speciale edizione deluxe green petrol numerata e limitata. Un ritorno intenso e pieno di verità, in cui il cantautore romano mette ancora una volta al centro l’essenza della propria scrittura: l’urgenza di raccontarsi senza filtri, con cuore e fegato.
Il disco, anticipato dai brani “In un mondo di stronzi” e dalla title track, contiene nove nuove canzoni prodotte da Katoo, dove l’introspezione si intreccia con una visione collettiva, fatta di rabbia, amore, libertà e resistenza. Un lavoro nato da un momento di disagio, come lo stesso artista ha raccontato, ma trasformato in un atto di rinascita: «Oggi viviamo tutto di fretta, anche la musica. Io ho scelto di fermarmi, di fare un disco con calma, mettendoci dentro tutto me stesso».