sabato, Aprile 20, 2024

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Sanremo Giovani 2021: le pagelle dei 12 brani finalisti

Ecco le pagelle dei 12 brani arrivati a giocarsi i 2 posti al prossimo Festival

Sono stati pubblicati i dodici brani che hanno avuto accesso alla finale televisiva della 72° edizione del Festival di Sanremo nella sua categoria Giovani che si svolgerà il prossimo 15 dicembre su Rai Uno. Abbiamo ascoltato, dunque, tutte le canzoni cercando di trarne delle conclusioni volutamente dopo un solo ascolto esattamente come si troverà a fare la stragrande maggioranza del pubblico televisivo della kermesse ligure.

Amadeus nelle sue scelte si è rivelato ancora una volta piuttosto vario e molto attento all’attualità. Ad un primo ascolto pare non esserci alcuna canzone davvero capace di sfondare le classifiche, di imporre nuovi scenari musicali e di aprire nuove rotte. Manca in larga misura la componente rap-urban anche se le influenze sono diverse tanto che si arriva quasi ad assistere ad una latitanza della classica canzone sanremese per assistere ad un miscuglio non sempre ben identificabile. Tante canzoni (diverse) che si lasciano ascoltare con piacevolezza, un livello mediamente sufficiente di proposte ma nessun vero gioiellino capace di vincere la sfida principale: affermarsi popolarmente e passare in un paio di mesi dallo stato di “giovane” a quello di “big” della canzone italiana.

  • BIAS – Che fine mi fai

Gioca con le rime e con un cantato particolarmente votato al riferimento di un mondo indie-pop particolarmente devoto a Calcutta e Gazzelle. Bias ha la voce adatta per inserirsi in questo contesto anche se ha la tendenza a non scandire esattamente le parole trascinandole in un’interpretazione che rischia di creare una confusione di troppo con la parte strumentale. Tutto sommato il brano è gradevole ma non graffia nè lascia il segno. VOTO: 5.5

  • MARTINA BELTRAMI – Parlo di te

L’unica rappresentante del mondo di “Amici di Maria de Filippi” sbarca a questa sua prima esperienza sanremese dopo aver frequentato le produzioni di Andrea Rigonat e, dunque, il mondo produttivo di Elisa. A tratti questa influenza si avverte con forza ma Martina è brava in questa occasione ad arricchire la propria espressione con un utilizzo inatteso della componente elettronica che si avverte con forza pur lasciando che la canzone mantenga la propria connotazione pop-melodica. La canzone c’è pur nella sua semplicità. Può essere abbastanza, però, per avere una nuova chance. VOTO: 7

  • DESTRO – Agosto di piena estate

Il ragazzo ha una voce sgraziata che si collocherebbe benissimo nel mondo dell’indie romano d’oggi in cui la dimensione cantautorale sta assumendo sempre maggiore forza ridando anche alla scrittura la propria superiorità anche sulla componente vocale. La canzone, però, in questo caso guarda più al mondo tradizional-pop degli interpreti che raccontano d’amore con romanticismo e delicatezza facendo venir meno le componenti più tipiche della scrittura cantautorale, viscerale e personale. Una dicotomia che stupisce e che bisognerebbe approfondire. VOTO: 6.5

  • ESSEHO – Arianna

La partenza è con il pianoforte e con un’atmosfera soffusa che mette in mostra da subito tutta la delicatezza di una voce soul classica ed evocativa. Il ritornello, poi, introduce la componente ritmica che realizza quella complessità strumentale e produttiva che ci si aspetta dalle canzoni d’oggi non più abbastanza coraggiose (o forse il contrario) per basarsi totalmente sul minimalismo dei suoni. Esseho ha comunque una voce capace di riempire la scena e di sopperire anche ad una canzone che, dal punto di vista testuale, non è troppo forte. L’introduzione quasi perenne delle doppie voci contribuisce a distrarre l’attenzione e a concentrarla, per assurdo, proprio sulla componente sonora che su quella concettuale. VOTO: 6/7

  • LITTAME’ – Cazzo avete da guardare

Indubbiamente il titolo è quanto di più trasgressivo e furbo che la canzone riesce a proporre. Il realtà Littamè interpreta un brano sufficientemente prevedibile e “normale” e lo fa con una voce sufficientemente pulita ed un suono coerentemente appoggiato alla componente elettronica per l’esaltazione del mondo pop da cui proviene. Il mix di tutti questi fattori, però, fa della canzone qualcosa di interessante da ascoltare. Il beneficio maggiore lo da proprio l’apertura della canzone nel suo inciso: ipnotico. VOTO: 7+

  • OLI? – Smalto e tinta

Durata di appena due minuti e trenta per un pezzo che vuole raccontare di un ragazzo che vive una relazione fluida che può essere con “io, te e lui” o con “io, te e lei”. La canzone è figlia di un punk-rock riattualizzato e cerca di trovare nel ritornello un motivetto orecchiabile da canticchiare. In realtà la parte più interessante del pezzo è l’assolo strumentale a cui si lascia spazio nello special finale. L’inciso sarà anche fischiettabile ma la sua cosa più forte è il concetto testuale che si sceglie di inseguire forse anche per convenienza (?). A Sanremo, d’altronde si sa, far discutere porta bene. VOTO: 5.5

  • MATTEO ROMANO – Testa e croce

Si è già distinto tra i giovanissimi il bravo Matteo Romano che deve i propri esordi discografici a Tik Tok e a un metodo di diffusione non troppo convenzionale fino a pochi mesi fa. Per questo suo tentativo sanremese si affida ad una canzone pop che riflette il suo mondo autorale e musicale di riferimento ma che sperimenta anche un inciso più spinto e aperto rispetto ai suoi precedenti. Viene a mancare anche il graffio della sua timbrica sabbiosa. Il risultato è un buon pezzo che, però, rischia di confondersi tra proposte teen che valgono meno del potenziale di Romano. VOTO: 6+

  • SAMIA – Fammi respirare

Ha una timbrica sabbiata molto interessante questa giovane artista che inizia il proprio brano su di un pianoforte ed una scenografia soffusa L’apertura, poi, arriva con delle doppie voci ed una chiave musicale che si avvicina ad un prevedibile sviluppo soul-gospel. Malgrado la prevedibilità della destinazione la canzone si differenzia da tutte le altre proposte e si rivela, per assurdo, tra le più attuali e spendibili pur senza cadere nei cliché produttivi di oggi. Un buon modo per rileggere la tradizione sanremese con il gusto di oggi. La sua è la voce migliore del lotto. VOTO: 8

  • SENZA_CRI – A me

La voce è l’elemento centrale di questa canzone e si rivela capace di catturare l’attenzione dello spettatore che non può distogliere l’attenzione fino alla fine della canzone chiedendosi l’origine di questa timbrica particolarissima. La padronanza tecnica del mezzo è evidente. La canzone c’è, è potente nella sua testualità e si rivela capace di trasmettere con efficacia il messaggio che porta con sè. Il suo è un progetto interessante. VOTO: 7+

  • TANANAI – Esagerata

Tananai arriva a quest’esperienza al Festival di Sanremo con una lunga gavetta che l’ha portato a godere di già tante importanti occasioni ed esperienze. L’aver imparato il mestiere, come si suol dire, si avverte con concretezza nella costruzione della canzone che si dota di un beat martellante che fa entrare l’inciso in testa dell’ascoltatore con facilità. La scrittura è attuale e spendibile nel panorama di oggi anche grazie ad una voce adeguata che ben regge il peso della canzone. VOTO: 7.5

  • VITTORIA – California

Un esempio di musica femminile impegnata a misurarsi con l’attualità e le nuove frontiere della musica e dello scrivere. In questo brano entrano palesi influenze rap ed urbane anche se poi la componente strumentale ricerca anche una complessità più vicina allo sfruttare anche i suoni più completi della ritmica. Probabilmente il potenziale di questa proposta non è indifferente sul piano della risposta all’attualità ma alla canzone manca quella marcia in più coinvolgere fino in fondo. Rimane, per ora, un esercizio di stile per dimostrare una bravura o un’attualità non sempre necessaria. VOTO: 6-

  • YUMAN – Mille notti

Un brano dedicato alle insicurezze, ai dolori interiori e alle mille domande che ci si trova a rivolgersi nei momenti della vita. La voce di Yuman ha dentro di sè colori speciali che la rendono ruvida, graffiante ma anche delicatissima ed avvolgente. Nella canzone ci finiscono elementi pop malinconici ma anche soul, gospel, r’n’b e black. E’ interessante lo sviluppo che si sceglie di dare alla canzone anche se la parte più interessante del tutto rimane la vocalità ed il suo utilizzo. Sulla forza del brano si potrebbe lavorare ancora molto. VOTO: 7++

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.