A tu per tu con la cantante in gara a Sanremo Giovani 2024, per parlare del brano “J’adore”. La nostra intervista ad Arianna Rozzo
Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, spicca il nome di Alessandro Rina, in arte Arianna Rozzo, in gara con il brano “J’adore”.
Nata a Caserta e cresciuta tra Napoli e Bergamo, fin da piccola ha coltivato una forte passione per la musica e per la scrittura, partecipando a numerosi concorsi nazionali e internazionali. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo inedito, “La teoria del caos”, con cui ha raggiunto la finale della sezione Nuove Proposte del Premio Lunezia. Attualmente al lavoro del suo primo EP, l’artista trae ispirazione dalle sue radici napoletane, che influenzano tanto la sua scrittura quanto la sua sensibilità musicale.
Durante la terza puntata di Sanremo Giovani 2024, in onda su Rai2 martedì 26 novembre, Arianna Rozzo si esibirà con il suo inedito “J’adore”. Conosciamola meglio.
Sanremo Giovani 2024, Arianna Rozzo: l’intervista
Il tuo nome compare tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024. Come stai vivendo questo momento e come stai esorcizzando l’attesa?
«Diciamo che sto lavorando tanto alle prossime canzoni, sto scrivendo tanto, mi sto anche concentrando ovviamente su quella che poi dovrò portare a Saremo Giovani quindi sulla performance, sto facendo tante prove. È un vortice di emozioni e sto cercando di tenermi il più possibile occupata».
“J’adore” è il titolo del brano che hai scelto di presentare in concorso. Com’è nato e cosa rappresenta per te?
«Nell’arco dell’ultimo anno ho scritto davvero tante canzoni, sia per me che per altri artisti. Nel mio progetto personale ho deciso di rischiare un po’ di più a livello di composizione, quindi ho voluto parlare di un tema per me molto importante, ovvero del vivere in una città diversa da quella in cui si è nati e cresciuti. Così ho raccontato della nostalgia che provo nei confronti della mia casa e anche il fatto di vivere in un ambiente completamente diverso. Quindi ho semplicemente descritto queste emozioni legate alla mia storia, che penso non sia così tanto diversa rispetto a quella di altri».
A livello di ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti reputi abbastanza onnivora?
«Cerco di ascoltare più cose possibili, proprio per autocontaminarmi. Poi, ovviamente, la playlist dei pezzi che ascolto sempre ruotano attorno alla mia comfort zone, però diciamo che sto cercando di ascoltare tante cose anche che mi propongono dall’esterno, perché sono una persona che accetta molto volentieri anche i consigli. In questo periodo, per esempio, sto ascoltando tantissimo Vasco Rossi, trovo che abbia una sintesi e una semplicità nel comunicare messaggi universali, concetti in cui ci si può riconoscere chiunque».
Sei sempre stata una spettatrice di Sanremo o come molti tuoi coetanei ti sei avvicinata al Festival più di recente?
«Ho sempre visto il Festival da quando ne ho memoria, per me è sempre stato il sogno. Ci sono dei ricordi e tante canzoni a cui sono legata, penso ad esempio a “Luce” di Elisa, che ho sempre trovato stupenda. Così come mi viene in mente “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi, una canzone che tratta un tema difficilissimo con una leggerezza che è tagliente».
Per concludere, al di là del passaggio e della possibilità di giocarti la finalissima di Sanremo Giovani a dicembre, cosa speri di ottenere attraverso questa esperienza?
«Iniziare a farmi conoscere, a far conoscere le mie canzoni e che mi permettano di avvicinarmi alle persone. Spero che Saremo Giovani sia per me un punto di inizio per una carriera più duratura possibile, quindi lo vedo davvero come uno starting point».
Nico Donvito
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