venerdì 6 Dicembre 2024

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Sanremo Giovani 2024, conosciamo meglio Ciao sono Vale – INTERVISTA

A tu per tu con la cantautrice in gara a Sanremo Giovani 2024, per parlare del brano “Una nuvola mi copre”. La nostra intervista a Ciao sono Vale

Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, spicca il nome di Valeria Fusarri, in arte Ciao sono Vale, in gara con il brano “Una nuvola mi copre”.

Ha iniziato a fare musica nel 2017 e dopo una lunga gavetta fatta di prove, concerti, feste di piazza ed esperienze da busker. Nel 2019 esce il suo singolo d’esordio “Delay” seguito dal primo disco “SOS”. Attualmente sta lavorando a Milano al suo nuovo progetto insieme al giovane producer Young Ned.

Durante la seconda puntata di Sanremo Giovani 2024, in onda su Rai2, martedì 19 novembre, Ciao sono Vale si esibirà con il suo inedito “Una nuvola mi copre”. Conosciamola meglio.

Sanremo Giovani 2024, Ciao sono Vale: l’intervista

Il tuo nome compare tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024. Come sono andate le audizioni e come stai vivendo questo momento?

«Sto esorcizzando questa attesa  cercando di impegnarmi tantissimo e lavorando sulla mia esibizione, quindi sto andando spessissimo in sala prove e mi sto allenando in vista della performance. Sto anche affrontando un pochettino me stessa, perchè vengo da un po’ di anni di stallo, situazioni in cui non riuscivo più a capire come comportarmi o quale fosse il modo giusto per provare a emergere. Mi sto facendo tante domande, che da un lato mi stanno  aiutando a lavorare molto sulla mia autostima, mettiamola così. Sono grata davvero di avere questa occasione e darò il meglio per dimostrare di meritarmela».

“Una nuvola mi copre” è il titolo del brano che hai scelto di presentare in concorso. Com’è nato e cosa rappresenta per te?

«Subito dopo averlo inciso, riascoltandolo, mi sono resa conto che questo pezzo avesse delle potenzialità. Questo mi ha spinto a crederci e a provarci. L’ho fatto sentire a diverse persone e per molti si tratta del  brano più bello che abbia mai fatto. Francamente, dall’interno, non riesco a rendermene conto e a stilare una classifica, ma se molti mi dicono questo, evidentemente all’esterno fa questo effetto. Diciamo che bisogna anche affidarsi e fidarsi del parere degli altri, per quanto noi possiamo essere critici, i pezzi alla fine diventano di chi li ascolta ».

Nel testo racconti quel sentimento di confusione e delusione tipico di una relazione tormentata. Quali riflessioni nello specifico hanno ispirato la nascita di questo pezzo?

«Si è trattato di un flusso di coscienza, in realtà non parla solo unicamente di una relazione che può essere tossica o cose del genere o meglio. Sicuramente ha delle citazioni inerenti alle mie storie passate, quindi comunque un confronto con me stessa e con i miei sentimenti che ancora magari non ho digerito. Ma sicuramente il messaggio più importante del brano è che io l’ho scritto in un momento in cui, come già ti accennavo prima, ero scoraggiata. Da troppo tempo sentivo che ormai chi avevo intorno aveva smesso di credere nel mio progetto, che non c’era più l’armonia e il calore che c’erano quando avevo iniziato. Mi sentivo a terra, quindi lo considero il pezzo della mia rivalsa. In più, posso dirti che mi ha fatto molto felice il fatto che Rosa Chemical si sia interessato al pezzo, lo ha sentito e gli è piaciuto, così ha voluto metterci del suo e la produzione che uscirà sui digital stores porta anche la sua firma».

Sei sempre stata una spettatrice di Sanremo o come molti tuoi coetanei ti sei avvicinata al Festival più di recente? 

«Non ho mai guardato troppa tv e non sono mai stata affezionata molto ai talent show, ma Sanremo lo guardo da quando sono piccola. Mi faccio la mia settimana sul divano davanti alla tv, a commentare le esibizioni dei miei colleghi. Si tratta della manifestazione più importante che abbiamo in Italia e l’ho sempre apprezzato tantissimo, in modo particolare, ancora di più dalla prima vittoria di Mahmood con “Soldi” in poi».

Per concludere, al di là del passaggio e della possibilità di giocarti la finalissima di Sanremo Giovani a dicembre, cosa speri di ottenere attraverso questa esperienza?

«Quello che vorrei ottenere prima di tutto è che la gente riesca a comprendere chi sono e dove voglio arrivare. Sicuramente so che non potrò mai piacere a tutti, che troverò il mio pubblico e ci sarà chi apprezzerà e chi no, ma il mio obiettivo è arrivare a chi ha voglia di conoscermi. So che nel mondo esistono persone che provano quello che provo io, mi piacerebbe che si identificassero nei miei brani e si sentissero rappresentati da quello che dico e da come lo dico».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.