lunedì 2 Dicembre 2024

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Sanremo Giovani 2024, conosciamo meglio Sea John – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore in gara a Sanremo Giovani 2024, per parlare del brano “Se fossi felice”. La nostra intervista a Sea John

Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, spicca il nome di Giovanni Maresca, in arte Sea John, in gara con il brano “Se fossi felice”.

Il brano, prodotto da Niccolò Fragile, racconta la storia della rivalità tra il personaggio “Sea John”, creato durante l’adolescenza, e la persona “Giovanni”, due parti contrastanti e coesistenti dentro l’artista. Un percorso introspettivo difficile ma necessario, che tenta di mostrare l’importanza dell’autoanalisi, del dolore e della crescita personale attraverso esso.

Durante la quarta puntata di Sanremo Giovani 2024, in onda su Rai2 martedì 3 dicembre, Sea John si esibirà con il suo inedito “Se fossi felice”. Conosciamolo meglio.

Sanremo Giovani 2024, Sea John: l’intervista

Il tuo nome compare tra i semifinalisti di Sanremo Giovani 2024, come stai vivendo questo momento e come stai esorcizzando l’attesa?

«Non sono particolarmente teso in realtà, anzi mi sento molto carico, anche se in genere tendo a rendermi conto delle situazioni al momento, realizzando il tutto a ridosso che qualcosa accada. Per il momento, diciamo che me la sto vivendo bene, le audizioni di Roma sono andate come volevo e sono molto felice per questa opportunità».

“Se fossi felice” è il titolo del brano che hai scelto di presentare in concorso. Com’è nato e cosa rappresenta per te?

«Il brano è nato all’inizio di quest’anno, partendo da questa semplicissima domanda che faccio a me stesso, ossia se fossi felice o meglio se provassi a concepirmi come qualcos’altro oltre alla mia tristezza. Diciamo che vivo questo contrasto fra la persona Giovanni è il personaggio Sea John. Quest’ultimo me lo sono creato durante l’adolescenza, quando avevo bisogno di sviluppare una personalità più definita. E col passare del tempo, diciamo che il limite fra questi due opposti, in un certo senso, in me, è diventato sempre più labile. E quindi il personaggio ha cominciato un po’ ad sorbire Giovanni e viceversa. Così, in questa canzone, mi interrogo sul significato della felicità».

La felicità è un tema molto soggettivo se vogliamo, perché ognuno di noi ne restituisce una propria interpretazione, ma dall’altro è anche un tema universale, perché siamo tutti alla ricerca di qualche dose di felicità, no?

«Assolutamente sì, diciamo che la felicità bisogna capire cos’è, cosa può essere per noi, è sempre difficile farlo o almeno io credo di associare la felicità a una pace con se stessi o almeno, nel mio caso, è questo quello che cerco. La felicità io credo che sia dinamismo, un processo in continua evoluzione. Fino a quando non accogliamo e non accettiamo questo processo, non credo saremo in grado di stare bene con gli altri. Penso che, alla fine, sia questa la missione, l’obiettivo che mi pongo e che spero si ponga chi vuole essere felice».

Per concludere, al di là del passaggio e della possibilità di giocarti la finalissima di Sanremo Giovani a dicembre, cosa speri di ottenere attraverso questa esperienza?

«Credo che Sanremo Giovani sia un’opportunità e naturalmente ho delle aspettative, dei sogni,  ma la cosa che mi interessa e farmi conoscere, quindi l’obiettivo l’ho raggiunto arrivando in questa fase, perché si tratta di un passaggio televisivo che permette di far ascoltare a tanta gente ciò che hai da dire, il tempo di una canzone. Mi piacerebbe fare questo: poter trasferire delle domande, le stesse che mi pongo anch’io in chi ascolta».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.