Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio i Disco Club Paradiso – INTERVISTA

Sanremo Disco Club Paradiso

A tu per tu con gruppo in gara a Sanremo Giovani, per parlare del brano “Mademoiselle”. La nostra intervista ai Disco Club Paradiso

Energici, ironici e con il dancefloor nel DNA: i Disco Club Paradiso arrivano a Sanremo Giovani 2025 con “Mademoiselle”(Osage Orange / Atelier Musicale International / 432, distrib. Artist First), primo passaggio ufficiale tra i giovani in gara.

Mademoiselle” è un pop brillante e contagioso che racconta, con leggerezza e sarcasmo, l’insofferenza romantica dentro ogni relazione. Un pezzo da ballare senza pensieri, ma anche da ascoltare con attenzione per ritrovarci frammenti di vita vera.

Dopo un’estate fittissima con il Sala Paradiso Tour, la band formata da Leo Bi (voce, autore), Jacky Sax (sassofoni, polistrumentista) e Murri (chitarre) porta sul palco di Sanremo Giovani il suo mix di pop, elettronica e funk, figlio della migliore disco anni ’70-’80 e pensato per il live.

Nati tra i banchi di scuola e passati per X Factor 2022, lo scorso anno i Disco Club Paradiso hanno pubblicato l’album d’esordio “Come smettere con l’università”, aprendo un percorso in costante crescita. Ora, con “Mademoiselle”, sono pronti a far ballare anche il pubblico di Rai1.

Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio i Disco Club Paradiso, l’intervista

Manca sempre meno al debutto televisivo di Sanremo Giovani: come la state vivendo e con quali stati d’animo esorcizzate l’attesa?

«Abbiamo già vissuto la TV con X Factor, e ti dici “la prossima volta sarò più razionale”. In realtà l’adrenalina torna uguale. Stavolta però la sentiamo diversa: siamo in Rai, che per noi è famiglia e ricordi. Pensiamo anche alle nonne che avrebbero visto il bollino Rai e sarebbero impazzite di gioia. La stiamo vivendo bene, da amici prima che da colleghi: proviamo tanto, facciamo meno festa, lezioni di canto e testa sul live. Non stiamo guardando alla “gara” o al tabellone: vogliamo cantare bene e goderci il momento. E poi, dettaglio non da poco: siamo l’unica band, e questo ci gasa»

“Mademoiselle” è il brano scelto per Sanremo Giovani: com’è nata e cosa rappresenta per voi?

«L’abbiamo scritta in studio con Mameli: venivamo dall’Ep e avevamo voglia di sperimentare. All’inizio aveva un passo da bachata, quasi “sexy”, poi ci siamo detti: serve un’idea tagliente. È nata così la linea più agrodolce: base dolce e sopra qualcosa di salato, con quella frase “quando mi parli dei tuoi stupidi cani” che spacca il quadro. Dentro c’è l’estate che finisce, le storie degli amici lasciate a metà, la voglia di ballare e, sotto, la puntura della nostalgia».

Vi conoscete dai banchi di scuola. Com’è cresciuto il progetto e quali skill avete acquisito?

«Leo: ho imparato a fidarmi. Ero euforico su tutto, ma l’euforia in una band può farti deragliare: oggi mi fido degli altri senza dipenderne, ho tolto i paraocchi da cantautore “geloso” delle proprie idee.
Jacky: da “purista” tecnico sono diventato più aperto. All’inizio dicevo “prima la teoria, poi il palco”; oggi so che contano anche carisma e presenza. Ci completiamo da sempre: nei primi locali ci vendevamo come duo jazz (per farci prendere agli aperitivi!), Leo al basso semplice, io riempivo il 95% e lui ci metteva la voce. Le jam mi hanno formato tecnicamente; il nostro stare insieme ha fatto il resto».

Capitolo X Factor 2022: a distanza di tempo, cosa vi ha lasciato?

«Abbiamo lavorato con i migliori: suono, scenografie, coreografi come Laccio e Shake. Jacky è stato issato a quattro metri per “Salirò” (e soffre pure di vertigini!). Soprattutto, abbiamo assaggiato un pubblico non “nostro”, i commenti buoni e quelli cattivi. All’inizio fa male: ti restano in testa proprio i due negativi su dieci. Ma ti fa le spalle larghe e ti spinge a diventare più solido sul piano tecnico e di tenuta live».

Dopo l’album d’esordio “Come smettere con l’università” e i singoli “Tuttapposto” e “Solito Disco Club”: cosa aggiunge “Mademoiselle” al vostro percorso?

«È la nostra cartolina agrodolce: unisce la spinta dance–live che ci rappresenta alla scrittura più matura. È nata dopo l’EP proprio per alzare l’asticella: far ballare senza rinunciare alla lama del testo».

Che rapporto avete con il Festival di Sanremo?

«Le perle storiche le abbiamo recuperate su YouTube, tipo quando Vasco arrivò penultimo. L’appuntamento fisso di casa è tornato forte con l’era Amadeus: lo guardiamo come rito. Per Jacky Sanremo è anche “orchestra”: occhi sui musicisti, sui passaggi del pianista, sul sax. E poi c’è l’aura istituzionale: quando abbiamo detto Sanremo Giovani, in famiglia l’hanno sentita tantissimo».

Per concludere al di là del risultato: cosa sperate di ottenere da questa esperienza? Qual è la vostra “vittoria”?

«La vittoria è semplice e gigante: lavorare con la musica, essere chiamati a suonare da piazze ed eventi, portare gente ai live. L’Ariston sarebbe un sogno, certo, ma il sogno vero è rendere la musica un impegno al 100%, concreto e affidabile, per poterle restituire sempre di più. Dopo X Factor vorremmo un impatto ancora più forte: siamo grati di poter parlare di musica e andare in tour. Non è un diritto, è un privilegio: finché ci sarà, lo onoreremo».

Scritto da Nico Donvito
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