Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Joseph – INTERVISTA
A tu per tu con il giovane artista avellinese in gara a Sanremo Giovani 2025, per parlare del brano “Fenomenale”. La nostra intervista a Joseph
Tra i ventiquattro semifinalisti di Sanremo Giovani 2025, spicca il nome di Giuseppe Marra, alias Joseph, in gara con il brano “Fenomenale” (Island Records / Universal Music). Il giovane artista avellinese racconta una relazione breve ma intensa, segnata da parole non dette e da un silenzio che diventa ferita e crescita allo stesso tempo.
Scritto insieme a Kyv e Frada e prodotto dallo stesso Kyv, il brano nasce come un racconto intimo e personale che si trasforma in un inno di consapevolezza. L’energia pop e le sfumature dance diventano la cornice ideale per una riflessione più profonda: la capacità di accettare ciò che è stato e imparare a guardarlo con leggerezza, senza rancore.
Joseph è oggi una delle voci più promettenti della nuova scena urban pop italiana. “Fenomenale” rappresenta un nuovo capitolo, un passo avanti nel suo percorso artistico e umano, e una delle canzoni che potrebbero lasciare il segno nella nuova generazione sanremese. Di seguito, l’intervista completa al talento classe 2003 in vista della sua partecipazione a Sanremo Giovani.
Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Joseph, l’intervista
Manca sempre meno al debutto televisivo di Sanremo Giovani, come stai vivendo l’attesa?
«Bene, direi. L’ansia non è ancora arrivata al suo picco massimo, ma so che succederà poco prima dell’esibizione. Voglio vivere questo momento con la giusta leggerezza: ho preparato tutto con serietà, ma il mio obiettivo è divertirmi. Se riesco a farlo, sarà già una vittoria».
Lo scorso 28 ottobre hai sostenuto le audizioni a Roma. Com’è andata? Sei riuscito a restare concentrato?
«Sì, anche lì l’ansia è salita giusto negli ultimi momenti prima di salire sul palco, ma poi mi sono goduto tutto. È andata bene, anche perché siamo qui a parlarne, quindi direi che è un ottimo segno».
Veniamo a “Fenomenale”, la canzone che porterai a Sanremo Giovani. Com’è nata e cosa rappresenta per te?
«È nata in modo curioso: inizialmente doveva essere una proposta autoriale per un altro artista, poi abbiamo deciso di personalizzarla su di me. Parla di un rapporto che non è mai decollato davvero, di un legame intenso ma breve, fatto di cose non dette. Mi piaceva raccontare questa leggerezza malinconica, perché a volte si soffre ma si impara anche a sorriderne».
Nel testo emerge proprio questo tema delle “parole non dette”. Pensi che oggi viviamo un’epoca in cui si comunica troppo, ma ci si capisce poco?
«Sì, assolutamente. Non so paragonarlo ad altri tempi, ma credo che i mezzi che abbiamo oggi complichino le cose. A volte basta parlarsi chiaramente, ma non è facile. Lo smartphone, per esempio, diventa un filtro: ci permette di fingere, di sparire, di tagliare i rapporti senza dire nulla. È un problema, o forse solo una tendenza umana. Lo riconosco anche in me: in passato ho ferito e sono stato ferito nello stesso modo. L’obiettivo è migliorarsi, come artista ma anche come persona».
Ti sei avvicinato alla musica da bambino, poi hai iniziato a scrivere. Com’è stato passare da interprete a cantautore?
«Un processo graduale. Mia madre mi faceva ascoltare musica già quando mi accompagnava all’asilo. Da lì ho iniziato a cantare dietro ai dischi, poi al liceo ho sentito il bisogno di dire qualcosa di mio. Ho capito che volevo scrivere canzoni vere, e un giorno, guardando un live di Benetus su YouTube, ho pensato: “Ok, ci provo anch’io”».
Che rapporto hai con il Festival di Sanremo? Lo hai sempre seguito oppure, come molti tuoi coetanei, ti sei avvicinato più negli ultimi anni?
«Da bambino lo guardavo con i miei genitori, ai tempi di Povia e Valerio Scanu. Poi c’è stato un periodo di allontanamento, ma mi sono riavvicinato con Mahmood e “Soldi”. È stato uno spartiacque: ha aperto le porte a una nuova generazione, anche per chi, come me, fa musica diversa».
Qual è il primo ricordo sanremese che ti viene in mente?
«Proprio quello: “Soldi” di Mahmood. Ha rappresentato qualcosa di nuovo, è stato un momento di svolta per tanti di noi».
Per concludere, cosa speri di ottenere da questa esperienza a Sanremo Giovani? Quale sarebbe per te la vera vittoria?
«Vorrei viverla con calma e consapevolezza, senza lasciare che l’ansia rovini il momento. E poi mi piacerebbe che anche solo due o tre persone, ascoltandomi, sentano qualcosa di vero e restino con me anche dopo. La mia vittoria sarebbe quella: costruire un legame autentico con chi mi ascolta».