Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Petit – INTERVISTA
A tu per tu con il giovane artista classe 2005 in gara a Sanremo Giovani, per parlare del brano “Un bel casino”. La nostra intervista a Petit
Tra i protagonisti di Sanremo Giovani 2025, c’è Salvatore Moccia, in arte Petit, in gara con “Un bel casino” (21co Label / Atlantic Records), pezzo che segna un nuovo capitolo nel suo percorso musicale. Il brano, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio, è una ballad intensa che mette in mostra una maturità sorprendente per un artista della sua età. Racconta un amore forte e contraddittorio, fatto di sentimenti che restano addosso e di ricordi che continuano a bussare anche quando tutto sembra finito.
La canzone nasce da un racconto personale che Petit porta con sé da anni: un amore vissuto, osservato e interiorizzato attraverso la storia dei suoi genitori. “Un bel casino” mette al centro la scrittura, l’autenticità e una vocalità capace di intrecciare fragilità e intensità. Un’identità musicale che cresce pezzo dopo pezzo, nella direzione più fedele a ciò che vuole raccontare. Di seguito la nostra intervista alla vigilia di questo importante appuntamento.
Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Petit: l’intervista
Come stai vivendo l’attesa per il debutto televisivo di Sanremo Giovani? La stai esorcizzando in qualche modo?
«Sono molto felice di essere stato scelto nei ventiquattro. Per me è un’emozione grande perché è un palco importantissimo, è il sogno di tutti gli artisti. Però sono anche molto in ansia… per me è come una prima volta. Sì, sono stato ad Amici, ma qui parliamo di un palco completamente diverso. Non vedo l’ora di iniziare, sono molto carico».
Il brano con cui ti presenti si intitola “Un bel casino”. Come è nato e cosa rappresenta per te?
«Sto facendo un refresh del mio progetto: tutta roba suonata, più cantautorato, perché io vengo da quello. Ora ho capito la strada che voglio prendere. Il pezzo è nato in maniera naturale e mi sono ispirato alla storia dei miei genitori. Da piccolo non capivo come un amore così bello potesse arrivare a scontrarsi. Ora che sono grande l’ho riportato nella mia musica».
Ti sei immedesimato nel racconto dei tuoi genitori: cosa provi quando canti questo pezzo?
«Mi emoziona molto. Mi sto concentrando tanto sul testo e sulle storie. È una storia che spero arrivi a tutti. Io l’ho vissuta in prima persona, da bambino, e ora che mio padre e mia madre si vogliono bene ma non stanno più insieme, riesco a trasmetterla e a sentirla. Mi emoziona tanto».
Il testo è ricco di immagini forti e generazionali. Da ascoltatore, ti è mai capitato di ritrovarti completamente in una canzone o nel repertorio di un artista?
«Sì, Vasco. Vasco mi arriva proprio. Tutto quello che scrive me lo sento addosso anche se non l’ho vissuto. Non c’è una canzone in particolare, sono tutte. Lui te le fa arrivare in una maniera assurda».
“Un bel casino” mostra un lato nuovo del tuo progetto. Quali aspetti inediti pensi vengano fuori con questa ballad?
«Il testo, sicuramente. Quando sono uscito da Amici ero un po’ acerbo. Ora sto cercando di ascoltare tanto quello che mi ero perso, quello che ascoltavo da bambino: Vasco, De Crescenzo, Califano… scrittori immensi. Il mio obiettivo è che tutto quello che scrivo arrivi alle persone. E poi ora è tutto suonato, non elettronico come prima. È cambiato molto».
Hai ascoltato i brani degli altri concorrenti? C’è qualcosa che ti ha colpito?
«Sì. Il pezzo di Principe, “Mon amour”, mi piace molto. Anche quello di Angelica Bove, “Mattone”, mi piace tanto. Il livello è abbastanza alto quest’anno: bella gara, piena di brani belli e scritti bene».
Che rapporto hai con il Festival di Sanremo? Lo hai sempre seguito?
«Sempre seguito no, alcuni anni me li sono persi. Però mamma e papà lo guardavano sempre e quindi in un modo o nell’altro mi arrivava. E da quando lavoro nella musica lo guardo con occhi diversi: capisco come si sente un artista, l’emozione che prova. Per me sarebbe un sogno cantare lì un giorno».
Per concludere, al di là del passaggio e della finale, cosa speri di ottenere da Sanremo Giovani? Quale sarebbe la tua vittoria?
«La vittoria per me sarebbe il brano. Che arrivi quello. Spero di andare il più lontano possibile, ma vorrei che le persone capissero questa emozione che provo io. E capissero anche il mio cambio: non sono più quello di prima. Sono più leggero, ma scrivo in modo che arrivi alle persone, con un filo logico e tutto perfetto».