Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Senza_Cri – INTERVISTA
A tu per tu con l’artista classe 2000 in gara a Sanremo Giovani, per parlare del brano “Spiagge”. La nostra intervista a Senza_Cri
Con la sua scrittura emotiva e autentica, capace di muoversi tra urban pop, introspezione e un’estetica sonora in continua evoluzione, Senza_Cri torna a raccontarsi attraverso “Spiagge”, il brano con cui partecipa a Sanremo Giovani 2025 e che segna una nuova tappa del suo percorso. Ecco cosa ci ha raccontato alla vigilia del debutto televisivo.
Sanremo Giovani 2025, conosciamo meglio Senza_Cri, l’intervista
Manca pochissimo al debutto televisivo di Sanremo Giovani. Come stai vivendo questa attesa? In che modo la stai esorcizzando?
«In realtà la sto vivendo differentemente da ogni percorso che io abbia mai fatto. Sono molto felice, sto cercando di essere zen, di aspettare il momento e di rimanere nell’attesa. Di godermi anche l’attesa. È una nuova wave, un nuovo percorso: stiamo crescendo».
“Spiagge” è il brano che hai scelto di portare a Sanremo Giovani. Com’è nato e cosa rappresenta per te?
«”Spiagge” è nato in treno, in un treno per Napoli. Stavo parlando nel broadcast con i miei fan e infatti è molto particolare per me il fatto che io abbia realizzato che quella canzone avesse un valore proprio mentre la condividevo con loro. Ho mandato una foto scrivendo “ho scritto una canzone ragazzi”, senza sapere che poi sarebbe diventata la mia proposta per Sanremo Giovani. È un brano ricco d’amore: parlo del mare, una delle cose che amo di più. Il mare va e torna, e in qualche modo è sempre tornato a me, anche quando ho dovuto andare via. È tornato anche sotto forma di una persona che mi ha fatto innamorare. L’ho raccontato così».
La struttura del pezzo è molto particolare: dall’apertura al piano al contrasto tra strofe e ritornello. Che tipo di lavoro c’è stato in studio?
«La verità è che nasce senza essere pensata minimamente. Non ho pensato alla struttura o a quello che “deve essere” una canzone: è semplicemente stata. In studio con Stubber abbiamo deciso di riportarla nel nostro mondo, un po’ complesso, diverso, spaziale. Abbiamo cercato di non rovinare l’emotività del brano, ma anzi di renderla più epica e colossale, facendo sì che gli strumenti fossero davvero un “più”. È stato molto naturale. Quando le cose sono naturali, per me funzionano».
Nel videoclip diretto da Mattia Di Tella usi un delicato bianco e nero. Che significato ha per te questa scelta?
«Il bianco e nero è stato scelto per la sua dolcezza. È un mio modestissimo parere, ma per me il bianco e nero è sensibile, lascia spazio alla tua immaginazione: i colori li crei tu. Il video è molto semplice, e volevamo che fosse così, perché racconta l’amore nella sua semplicità. È un video reale che evoca i tuoi stati d’animo mentre canti la canzone».
Che sensazioni ti provoca cantare “Spiagge”?
«È una canzone piena di immagini: ogni volta rifletto quelle che ho nella testa, che sono poi quelle che ho scritto. La parola più giusta è dolcezza. È quello che penso e sento tutto il tempo, ed è quello che so mostrare di più nell’amore: la mia dolcezza. È una sensazione che mi fa stare molto bene ed è tanto profonda. La dolcezza sembra sempre piccolina, ma non è così».
Sei già stato a Sanremo Giovani nel 2021. In mezzo c’è stata l’esperienza ad Amici. Quanto ti ha cambiata artisticamente?
«Mi ha dato tantissimo. Soprattutto l’esibirsi così tanto: la costanza nel lavoro, nello studio, anche nel riscaldamento. Prima non avevo mai studiato davvero. Amici ti dà una struttura: in un anno fai cose che nessuno farebbe in un anno. Adesso ho molta più sicurezza davanti al pubblico. Ho avuto la possibilità di esibirmi tutta l’estate e questa esperienza mi fa sentire nel controllo di me e di ciò che posso dare».
Che rapporto hai con il Festival di Sanremo?
«Vengo da una famiglia che accende il televisore. Sanremo lo conosco bene. E poi io ho un problema: vado a cercare tutto su YouTube, anche cose di epoche che non ho vissuto. Ogni volta che mia madre parlava del Carosello, io andavo a cercarlo. Ho visto anche i Sanremo più vecchi. Amo molto i look, il culto del Festival. Negli ultimi anni, certo, FantaSanremo e tutto il resto ci hanno avvicinati di più, ma io Sanremo lo conosco bene».
Qual è la prima esibizione che ti viene in mente se ti dico la parola “Sanremo”?
«Anna Oxa con “Un’emozione da poco”. Aveva un completo bellissimo, una pettinatura incredibile. Io l’ho vista su YouTube ovviamente, ma per me è stata una delle esibizioni più iconiche che abbia mai visto. Mi è rimasta impressa».
Per concludere: quale sarebbe la tua vera “vittoria” a Sanremo Giovani? Cosa speri di ottenere da questa esperienza?
«Sono nella mia “reputation era”: sto costruendo davvero il mio futuro. Voglio vivere questa gara senza vivermela come una gara. Dopo un anno di competizioni, ho capito che non faccio parte delle competizioni: io vivo nell’arte per devozione. Voglio crescere, comunicare, essere me stessa sul palco. Voglio godermelo, essere felice, sapere che è un altro passo per arrivare a più persone e dare loro ancora più di me. Non so fare altro».